PURGATORIO CANTO 6 FIGURE RETORICHE
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FONTE: https://www.scuolissima.com/2018/08/purgatorio-canto-6-analisi-commento.html
E così da la calca si difende = iperbato (v. 9). Cioè: “è così si difende…dalla calca”.
Le braccia / fiere = enjambement (vv. 12-13).
E l’anima divisa / dal corpo suo = enjambement (vv. 19-20).
Dal corpo suo = anastrofe (v. 20). Cioè: “dal suo corpo”.
Libero fui = anastrofe (v. 25). Cioè: “fui libero”.
Da tutte quante / quell’ombre = enjambement (vv. 25-26).
O luce mia = perifrasi (v. 29). Per indicare la sua guida, il suo maestro Virgilio.
Se quella nol ti dice che lume fia tra ‘l vero e lo ‘ntelletto = perifrasi (vv. 44-45). Cioè: “finché non te lo chiarirà colei che sarà luce tra la verità e il tuo intelletto”. Per indicare Beatrice.
In su la vetta / di questo monte = enjambement (v. 48).
Ridere e felice = endiadi (v. 48).
L’ombra getta = anastrofe (v. 51). Cioè: “proietta l’ombra”.
Posta / sola soletta = enjambemenet (vv. 58-59).
Altera e disdegnosa = endiadi (v. 62).
Onesta e tarda = endiadi (v. 63).
Ma lasciavane gir, solo sguardando a guisa di leon quando si posa = similitudine (v. 66). Cioè: “ma ci lasciava avvicinare, limitandosi a guardare come un leone quando sta in riposo”.
Ahi serva Italia = apostrofe (v. 76).
Di quei ch’un muro e una fossa serra = perifrasi (v. 84). Cioè: “quelli che abitano rinchiusi da un unico muro e un unico fossato”, per indicare gli abitanti di una stessa città.
Da le prode le tue marine = enjambement (vv. 85-86).
E poi ti guarda in seno = metafora (v. 86). Cioè: “e poi ti guarda nell’interno”.
Ahi gente che dovresti esser devota = apostrofe (v. 91). Riferito alla gente di Chiesa.
E lasciar seder cesare in la sella = metafora (v. 92).
Per non esser corretta da li sproni = metafora (v. 95). Cioè: “perché non è governata dagli sproni dell’imperatore”.
Poi che ponesti mano a la predella = metafora (v. 96). Cioè: “dopo che tu prendesti le redini”.
La predella = sineddoche (v. 96). La parte per il tutto.
O Alberto tedesco = apostrofe (v. 97).
Ch’abbandoni / costei = enjambement (vv. 97-98).
Indomita e selvaggia = endiadi (v. 98).
E dovresti inforcar li suoi arcioni = metafora (v. 99). S’intende “governare l’Italia”.
Arcioni = sineddoche (v. 99). La parte per il tutto, per indicare la sella.
Da le stelle caggia / sovra ‘l tuo sangue = enjambement (vv. 100-101).
Temenza n’aggia = anastrofe (v. 102). Cioè: “ne abbia timore”.
Che ‘l giardin de lo ‘mperio sia diserto = metafora (v. 105).
Vieni/Vien = anafora (v.106, v.109, v.112, v.115).
La pressura / d’i tuoi gentili = enjambement (vv. 109-110).
Vedova e sola = endiadi (v. 113).
O sommo Giove = perifrasi (v. 118). Per indicare Cristo.
L’abisso / del tuo consiglio = enjambement (vv. 121-122).
Tutte piene / son di tiranni = enjambement (vv. 124-125).
Fiorenza mia = apostrofe (v. 127).
Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca = metafora (v. 130). Per indicare la giustizia d’animo che viene manifestata.
Per non venir sanza consiglio a l’arco = metafora (v. 132).
Risponde sanza chiamare = enjambement (vv. 134-135).
Che fenno / l’antiche leggi = enjambement (v. 139).
Atene e Lacedemona = metonimia (v. 139). Per indicare i legislatori delle due città greche, Licurgo e Solone.
Sottili / provedimenti = enjambement (vv. 142-143).