PURGATORIO CANTO 10 FIGURE RETORICHE

PURGATORIO CANTO 10 FIGURE RETORICHE

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FONTE: https://www.scuolissima.com/2019/10/purgatorio-canto-10-figure-retoriche.html


Sì come l’onda che fugge e s’appressa = similitudine (v. 9). Cioè: “come un’onda che si avvicina e si allontana”.

In accostarsi / or quinci, or quindi = enjambement (vv. 11-12).

Lo scemo de la luna / rigiunse = enjambement (vv. 14-15).

Liberi e aperti = endiadi (v. 17).

Incerti / di nostra via = enjambement (vv. 20-21).

Solingo più che strade per diserti = similitudine (v. 21). Cioè: “più solitario che le strade nel deserto”.

L’angel che venne in terra col decreto de la molt’anni lagrimata pace = perifrasi (vv. 34-35). Per indicare l’angelo Gabriele.

Col decreto de la … pace = iperbato (vv. 34-35)

Pareva sì verace = similitudine (v. 37). Cioè: “pareva così verosimile”.

Imagine che tace = sinestesia (v. 39). Sfera sensoriale della vista e dell’udito.

Quella ch’ad aprir l’alto amor volse la chiave = perifrasi (vv. 41-42). Per indicare Maria.

Propriamente / come = enjambement (vv. 44-45).

Come figura in cera si suggella = similitudine (v. 45). Così: “così veritiero come una figura impressa sulla cera”.

Che m’avea / da quella parte = enjambement (vv. 47-48).

‘l cuore ha la gente = anastrofe (v. 48). Cioè: “dove le persone hanno il cuore, a sinistra”.

Col viso = sineddoche (. 49). Cioè: “con lo sguardo”, il tutto per la parte.

E vedea di retro da Maria = enjambement (vv. 49-50).

Ne la roccia imposta = anastrofe (v. 52). Cioè: “scolpita nella roccia”.

Similemente al fummo de li ‘ncensi che v’era imaginato, li occhi e ‘l naso e al sì e al no discordi fensi similitudine (vv. 61-63). Cioè: “Allo stesso modo, il fumo dell’incenso lì raffigurato rendeva discordi i miei occhi e il mio naso nell’affermare e nel negare”.

Una vista / d’un gran palazzo = enjambement (vv. 67-68).

Sì come donna dispettosa e trista = similitudine (v. 69). Cioè: “come una donna indispettita e corrucciata”.

Dispettosa e trista = endiadi (v. 69).

L’alta gloria / del roman principato = enjambement (vv. 73-74).

Traiano imperadore anastrofe (v. 76). Cioè: “imperatore Traiano”.

Pieno / di cavalieri = enjambement (vv. 79-80).

Come persona in cui dolor s’affretta = similitudine (v. 87). Cioè: “come una persona in cui il dolore incalza”.

Ch’ei convene / ch’i’ solva = enjambement (vv. 91-92).

Colui che mai non vide cosa nova = perifrasi (v. 94). Per indicare Dio.

Visibile parlare = sinestesia (v. 95). Sfera sensoriale visiva e uditiva.

Mi dilettava di guardare l’imagini di tante umilitadi = metonimia (v. 98). La materia per l’oggetto, le immagini anziché gli esempi di umiltà.

E per lo fabbro perifrasi (v. 99). Per indicare Dio, che ha creato gli esempi di umiltà.

Lo fabbro loro = anastrofe (v. 99). Cioè: “il loro fabbro”.

A veder care anastrofe (v. 99). Cioè: “preziose a vedersi”.

Li occhi miei = anastrofe (v. 103). Cioè: “i miei occhi”.

Non vo’ però, lettor, che tu ti smaghi = apostrofe (v. 106).

Che tu ti smaghi / di buon proponimento = enjambement (vv. 106-107).

Come Dio vuol che ‘l debito si paghi = similitudine (v. 98). Cioè: “come Dio esige che si saldi il debito delle colpe”.

Veggio / muovere a noi = enjambement (vv. 112-113).

Condizione / di lor tormento = enjambement (vv. 115-116).

A terra li rannicchia = anastrofe (v. 116). Cioè: “li fa curvare a terra”.

E disviticchia col viso = enjambement (vv. 118-119).

Col viso = sineddoche (v. 119). Il tutto per la parte, il viso anziché gli occhi.

Ciascun si picchia = metafora (v. 120). Cioè: “può indicare che i superbi si battono il petto, oppure avere valore impersonale, nel senso che ognuno di loro è tormentato dalla giustizia divina”.

Sì come vermo in cui formazion falla = similitudine (v. 129). Cioè: “proprio come un verme che non si è del tutto sviluppato”.

Vera rancura nascere = anastrofe (v. 133). Cioè: “fa nascere un vero affanno”.

Così fatti / vid’io = enjambement (vv. 134-135).

Più pazienza avea = anastrofe (v. 138). Cioè: “aveva più pazienza”.