PUBLIO OVIDIO NASONE

PUBLIO OVIDIO NASONE

PUBLIO OVIDIO NASONE

Publio Ovidio Nasone nacque a Sulmona nel 43 a.C. da famiglia di rango
equestre. Giovanissimo si recò a Roma, dove frequentò le migliori scuole di

eloquenza e di retorica. Abbandonò tuttavia presto gli studi per dedicarsi alla
poesia, poiché mostrava una straordinaria facilità a comporre versi. Divenne
ben presto “il poeta alla moda”, cantore di una società che, dopo essere uscita
dall’incubo dalle guerre civili, assaporava i frutti della pace abbandonandosi
al lusso e al consumismo. Ovidio diede alla società dei suoi tempi il prodotto
letterario che ne rispecchiava fedelmente i modelli di comportamento, e per
questo riscosse un successo immediato e strepitoso. Nell’8 d.C. Ovidio venne
relegato da Augusto a Tomi (oggi Costanza), sul Mar Nero e, nonostante le
suppliche sue, della moglie e degli amici, vi rimase fino alla morte, avvenuta
nel 17 o nel 18 a.C. Sulle vere ragioni dell’esilio, è calata, sin dall’antichità,
una fitta e impenetrabile cortina di silenzio e la vicenda di questo grande
poeta costituisce ancora oggi un enigma. L’ipotesi più probabile è che
Ovidio sia stato più o meno involontariamente complice, o per lo meno
testimone, di qualche grosso scandalo che coinvolse la stessa famiglia
imperiale. La produzione di Ovidio è vastissima e comprende varie opere di
carattere amoroso come gli Amores , le Heroides, l’Ars Amatoria, i Remedia
Amores, di argomento mitologico come le Metamorfosi e i Fasti, di carattere
personale come i Tristia e le Epistulae ex Ponto scritte dall’esilio per
impietosire Augusto e cercare invano di ottenere la revoca del grave

provvedimento.


Le Metamorfosi (in latino Metamorphoseon libri XV) sono l’opera più
importante di Ovidio: il “poema delle trasformazioni” che l’autore iniziò a
comporre intorno al 3 d.C. ed ultimò poco prima dell’esilio, si articola in 15
libri di esametri, nei quali sono esposti circa 250 miti uniti tra loro dal tema
della trasformazione: partendo dal racconto del Caos primitivo nel Cosmo,
seguono miti e leggende riguardanti gli astri, le fonti, le pietre, le piante e gli
animali fino a giungere all’uomo. Ecco quindi le leggende e i miti di Giove,
Deucalione e Pirra, Dafne ed Apollo, Giunone, Io ed Europa, Bacco, Perseo,
Eco, Ermafrodito, Medusa, Andromeda, Minerva, Aretusa; seguono le
imprese di Ercole, le vicende di Orfeo agli inferi, le disavventure di re Mida,
fino alla guerra troiana con la controversia tra Aiace e Ulisse e le
peregrinazioni nel Lazio di Enea; per chiudere con l’ultimo libro con un
accenno al filosofo Pitagora e alle lodi di Cesare trasformato in stella e a
quelle non meno ossequiose rivolte ad Augusto.