PROEMIO ENEIDE IN PROSA
Canto le imprese militari (battaglie)
ed Enea, il primo uomo che da Troia
giunse in Italia, fuggiasco (profugo) per volere del Fato (destino)
sui lidi del Lazio dove sarebbe sorta Lavinio. Sospinto a lungo
sia per terra che per mare dall’ostilità degli dei
a causa dell’ira tenace della crudele Giunone,
molto soffrì anche in guerra: finché fondò una città
e stabilì nel Lazio i Penati di Troia,
origine gloriosa della razza latina
e albana, e delle mura di Roma, la superba.
Musa, ricordami tu i motivi di tanto
doloroso penare: ricordami l’offesa
e il rancore per cui la regina del cielo
costrinse un uomo famoso per la propria pietà
a soffrire così, ad affrontare tali
fatiche. Tanto grande è la furia degli dei?
commento al proemio
Anche l’Eneide comincia con un proemio nel quale si riassume l’argomento, si introduce il protagonista e si invoca la Musa senza però chiederle l’ispirazione, infatti con il termine “canto” il poeta sottolinea la sua originalità.
Fin dai primi versi emergono alcuni aspetti originali del proemio di Virgilio, tra cui la convinzione che la storia umana sia caratterizzata dal dolore e dalla sofferenza e l’interpretazione della missione di Enea come fattore determinante per la nascita di una nuova e superiore civiltà: quella romana.
Un altro elemento di novità è costituito dalle caratteristiche morali e psicologiche dell’eroe troiano, che non è aggressivo e feroce come il protagonista dell’Iliade, Achille, né astuto e sagace come il greco Odisseo, ma è soprattutto dotato di pietas, un insieme di devozione religiosa, amore per la patria,rispetto verso la famiglia e capacità di anteporre il bene comune al proprio interesse personale.