POESIA GIUOCO DIĀ  DADI DI GIAN BATTISTA MARINO

POESIA GIUOCO DIĀ  DADI DI GIAN BATTISTA MARINO


TESTO

Stiamo a veder di quante palme adorna
sen vada, Amor, la man leggiadra e bianca,
mentre del mobil dado ardita e franca
travolge i punti e fa guizzar le corna.


L’aggira, il mesce, il tragge, indi il distorna,
nĆ© d’agitarlo e scoterlo si stanca;
e dala destra intanto e dala manca
stuolo aversario e spettator soggiorna.

Posto ĆØ in disparte, al vincitor mercede,

cumulo d’oro; e variar più volte
sorte il minuto avorio ognor si vede.

Felici in sƬ bell’urna ossa raccolte,
perchƩ pur a le mie non si concede
in sƬ terso alabastro esser sepolte?


PROSA

Amore, vediamo di quante vittorie ( palme)

se ne vada la bella (leggiadra) mano mentre coraggiosa (ardita) e schietta (franca, ma anche sfrontata) volta sotto sopra le facce del dado e fa girare gli angoli (le corna)

Lo fa girare, lo mescola, lo tira e poi lo lancia

e non si stanca di agitarlo e di scuoterlo,

e intanto da destra e da sinistra si ĆØ formata una folla di spettatori e di avversari

Posto in disparte, come premio per il vincitore

il gruzzolo d’oro e si vede come più volte il dado

cambi sorte

Felici le ossa ( il dado che è fatto di osso, avorio) raccolte in un recipiente ( ma urna vuol anche dire urna funeraria dove sono custodite le ossa dei morti) così bello ( la mano della donna)

Perchè anche le mie ossa non possono essere sepolte in un marmo così perfettamente pulito ( terso significa pulito perfettamente ma significa anche elegante)


METRICA:

Sonetto: 2 quartine diĀ endecasillabiĀ con rima ABBA e 2 terzine con rima CDC e DCD


Il poeta crea continueĀ metafore per stupire con la sua argutezza

La mano si avvicina a quella dellaĀ donna angelo, ĆØ leggiadra, bianca, ma questa donna ĆØ proprio un’altra cosa rispetto alla donna angelo: e una donna che gioca a dadi. Il poeta con la sua argutezza (ingegno) ci stupisce.

Amore ĆØ scritto maiuscolo perchĆ© ĆØ una personificazione. Su Amore c’ĆØ unaĀ doppia figura retorica: personificazioneĀ (personifica il concetto di amore)eĀ apostrofeĀ (gli si rivolge direttamente)

Da notareĀ il climax, cioĆØ un crescendo:Ā L’aggira, il mesce, il tragge, indi il distorna,

Molto importante ĆØ l’uso della parolaĀ spettatorĀ che ĆØ tipica delĀ teatroĀ e non della poesia.Ā Ā Il tema teatrale ĆØ tipico del Seicento.

Da notare al verso 10 Ā “cumulo d’or”: qui c’ĆØ un enjambement.

Nell’ultima terzina l’autore ci stupisce: stava parlando della donna, del dado, della vincita, ora improvvisamente parla della morte.Ā 

Beato il dado ( Il dado è fatto di avorio quindi di osso) che ha il privilegio di essere sepolto (tenuto dentro) una bara così bella ( la mano della donna)

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