Plauto – Aulularia – Traduzione Atto I Scena I

Plauto – Aulularia – Traduzione Atto I Scena I


EVCLIO Exi, inquam. age exi. exeundum hercle tibi hinc est foras, 40
circumspectatrix cum oculis emissiciis.
STAPHYLA Nam cur me miseram verberas? EVCL. Vt misera sis
atque ut te dignam mala malam aetatem exigas.
STAPH. Nam qua me nunc causa extrusisti ex aedibus?
EVCL. Tibi ego rationem reddam, stimulorum seges? 45
illuc regredere ab ostio. illuc sis vide,
ut incedit. at scin quo modo tibi res se habet?
si hercle hodie fustem cepero aut stimulum in manum,
testudineum istum tibi ego grandibo gradum.
STAPH. Vtinam me divi adaxint ad suspendium 50
potius quidem quam hoc pacto apud te serviam.
EVCL. At ut scelesta sola secum murmurat.
oculos hercle ego istos, improba, ecfodiam tibi,
ne me observare possis quid rerum geram.
abscede etiam nunc — etiam nunc — etiam — ohe, 55
istic astato. si hercle tu ex istoc loco
digitum transvorsum aut unguem latum excesseris
aut si respexis, donicum ego te iussero,
continuo hercle ego te dedam discipulam cruci.
scelestiorem me hac anu certo scio 60
vidisse numquam, nimisque ego hanc metuo male,
ne mi ex insidiis verba imprudenti duit
neu persentiscat aurum ubi est absconditum,
quae in occipitio quoque habet oculos pessima.
nunc ibo ut visam sitne ita aurum ut condidi, 65
quod me sollicitat plurimis miserum modis.–

EUCLIONE STAFILA

EUCLIONE (esce di casa spingendo fuori Stafila)

Vattene, ti dico. Fuori di qui, e subito. Per Ercole, devi scomparire, tu, brutta ficcanaso dagli occhi che esplorano dappertutto.

STAFILA

Perché mi maltratti, me disgraziata?

EUCLIONE

Perché tu sia disgraziata e te la passi male, la vecchiaia, proprio come meriti.

STAFILA

Ma perché mi hai buttato fuori di casa?

EUCLIONE

E dovrei anche dirtelo, messe di staffilate? Scostati dalla porta! Ma guarda come cammina, guardala. Ma non lo sai, tu, che cosa ti aspetta? Per Ercole, se oggi mi capita per le mani qualcosa come un bastone, come una frusta, te lo faccio smuovere, io, quel passo da tartaruga.

STAFILA

Perché gli dèi non mi danno il coraggio di impiccarmi piuttosto che servirti come uno straccio?

EUCLIONE

Mugugna anche, per conto suo, la scellerata. Ma io te li strapperò questi occhi, carogna, così non potrai più spiare quel che faccio. Tirati più indietro… più indietro… più… Ecco, fermati lì. Per Ercole, se ti muovi di lì per lo spazio di un dito e l’orlo di un’unghia, se ti volti a guardare prima che te lo comandi, io ti insegnerò subito a cosa serve una croce. No, non l’ho mai vista, ne sono certo, una carogna più carogna di questa vecchiaccia; e io ci ho anche fifa, io, che non riesca a fregarmi mentre sono distratto, e arrivi a capire dov’è nascosto il testoro. Perché lei, la vigliacca, ha gli occhi anche dietro la testa. Vado a vedere, adesso, se c’è ancora, l’oro, là dove l’ho nascosto, l’oro che mi tormenta in tutti i modi, povero me. (Rientra in casa.)

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