PIRANDELLO SUO MARITO

PIRANDELLO SUO MARITO

Minore importanza ha il romanzo “suo marito”, scritto verso il 1909 successivamente ribattezzato “Giustino Rondella nato Boggiolò”.  L’opera è una rappresentazione satirica degli ambienti intellettuali romani, in cui si innesta un motivo caro a Pirandello : l’incomunicabilità umana. La vicenda riguarda il contrasto tra Silvia Rondella, scrittrice giunta a Roma dalla provincia r il marito Giustino Boggiòlo , buon uomo, devotissimo alla moglie, ma limitato, attendo solo agli aspetti economici della vita. L’inconciliabilità dei punti di vista, resi narrativamente con la focalizzazione alternata sull’uno e sull’altro personaggio sfocia nell’incomprensione totale e nella rottura.

Denso di spunti acuti, “Si Gira..” ripreso successivamente e riveduto con il titolo “Quaderni di Serafino Gubbio operatore”  è un romanzo costituito sotto forma di diario del protagonista (narrazione autodiegetica), che contempla l’assurdo affannarsi degli uomini per inseguire illusioni che essi credono realtà oggettive. La sua professione, il suo stare sempre dietro la macchina da presa che registra la vita, diviene la metafora di questo distacco contemplativo.

Pirandello in quest’opera ha la possibilità di affrontare uno dei nodi più urgenti della realtà contemporanea : la macchina. E’ una realtà a cui li intellettuali del tempo avevano avuto atteggiamenti quanto mai problematici: Pascoli con la sua nostalgia per il mondo rurale e arcaico guardava con paura e orrore alle macchine che minacciavano di distruggerlo; D’Annunzio per esorcizzare un analogo sentimento di orrore per la modernità che negava la bellezza, aveva scelto di levare inni alla macchina in Maia (1903) e in Forse che si forse che no.  Pirandello dinanzi alla realtà industriale e alla macchina è diffidente e ostile : prova repulsione per la macchina che contribuisce e rendere meccanico il vivere degli uomini. La macchina da presa che fissa per sempre in un fotogramma della pellicola il fluire “magmatico” della vita diventa emblema di questa angosciosa condizione moderna. Alla critica della meccanizzazione si unisce strettamente quello della mercificazione :


La realtà industriale trasforma tutto in merce, negando la spontaneità dei sentimenti. Questo è particolarmente visibile in un industria culturale come il cinema, che a fini di profitto, fissa la vita in moduli convenzionali stereotipati come sono gli intrecci dei film. La vicenda che sta al centro del romanzo sembra proprio uno dei soggetti prediletti dal cinema di consumo del tempo : una tempestosa storia d’amore che nasce attorno ad una “donna fatale” l’attrice rusa Varia Nestoroff, e si conclude con un finale tragico a sensazione : il giovane Aldo Nuti, innamorato geloso dell’attrice, mentre si gira una scena con una tigre, spara alla donna invece che alla belva e viene da quest’ultima sbranato; nel frattempo l’operatore Serafino continua a girare meccanicamente la manovella della macchina da presa e resta muto per lo shock.  Il tutto si svolge secondo il procedimento umoristico proprio di Pirandello. Lo straniamento tangibile nel romanzo è tangibile per il fatto che la vicenda più che essere narrata, è semplicemente enunciata in una serie di riprese successive cme se si trattasse delle prove di “un romanzo da fare” (Debenedetti). Anche il silenzio di Serafino è denso di significati, egli non più che passare in rassegna gli avvenimenti poiché non può più interpretarli (Luperini).

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