PIRANDELLO LA POETICA L’UMORISMO

PIRANDELLO LA POETICA L’UMORISMO

Dalla visione del mondo scaturiscono anche la concezione dell’arte e la poetica di Pirandello. Possiamo trovarle in vari saggi tra cui il più famoso è l’”umorismo” che risale al 1908. Si tratta di un testo chiave per capire l’universo pirandelliano. Il volume è composto da una parte storica e da una parte teorica. In quest’ultima viene definito il concetto stesso di “umorismo”. Nell’opera umoristico la riflessione si pone innanzi al sentimento come giudice, lo analizza e lo scompone. Lo scrittore propone un esempio : “se vedo una vecchia signora con i capelli tinti e tutta imbellettata, avverto che è il contrario di ciò che una signora dovrebbe essere”, questo “avvertimento del contrario” è il comico. Ma se interviene la riflessione e suggerisce che quella signore soffre a pararsi così e lo fa solo per trattenere l’amore del marito più giovane, non posso solo più ridere: dall’ “avvertimento del contrario”, cioè dal comico, passo al “sentimento del contrario” cioè all “atteggiamento umoristico”.
La riflessione nell’arte umoristica coglie così il carattere molteplice e contraddittorio della realtà, permette di vederla da diverse prospettive contemporaneamente. Se coglie il ridicolo di una persona, di un fatto, ne individua anche il fondo dolente, di umana sofferenze e lo guarda con pietà; viceversa se si trova di fornte al serio e al tragico, non può evitare di fare emergere anche il ridicolo. In una realtà multiforme e polivalente, tragico e comico vanno sempre insieme. Il comico è come l’ombra che non può mai essere disgiunta dal corpo del tragico.


Nel saggio, Pirandello afferma che l’umorismo si trova nella letteratura di tutti i tempi, ma in realtà la definizione che egli propone è strettamente attinente all’arte contemporanea nata dalla grande crisi del novecento. Si tratta di un’arte che ha piena consapevolezza di se stessa, che si sdoppia, si autocontempla, che non può mai coincidere con una prospettiva univoca, ma deve sempre vedere l’oggetto dal punto di vista opposto.

E’ un’arte “fuori di chiave”, come la definisce Pirandello con una metafora musicale, cioè disarmonica e piena di dissonanze. E’ un’arte che non costruisce immagini armoniche, unitarie , ma tende a scomporre a disgregare, a far emergere incoerenze e contrasti. E’ l’arte moderna per eccellenza perché riflette la coscienza di un mondo non più ordinato, ma frantumato, in cui non vi sono più prospettive privilegiate e punti di riferimento fissi, ma solo ambiguità e contraddizioni laceranti.

Oltre ad essere una definizione di “arte moderna” questa è soprattutto una definizione della poetica di Pirandello stesso, del suo programma artistico. Le sue opere, le novelle, i romanzi, i drammi (se si eccettua l’ultima produzione, quella dei “miti”), sono tutti testi “umoristici”, in cui tragico e comico, riso e serietà sono indissolubilmente mescolati, e dai quali emerge un mondo frantumanto, polivalente, al limite dell’assurdo.

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