PIERO GOBETTI
Nato a Torino da una famiglia di origini contadine, Piero Gobetti si diploma nel 1918 al liceo classico “Gioberti”, dove conosce la sua futura moglie, Ada Prospero, figlia di un commerciante. Appena diciassettenne fonda la sua prima rivista, “Energie Nove”, in cui si esplicita il suo sostegno alle idee liberali di Luigi Einaudi, ma anche la sua vicinanza alle posizioni di Gaetano Salvemini, all’epoca direttore de “L’Unità”, che gli propone una collaborazione da lui rifiutata. Nel 1917 rimane profondamente colpito dalla Rivoluzione d’Ottobre, che interpreta come liberale apprezzandone le istanze innovatrici. Nel 1920 la sua prima rivista cessa le pubblicazioni. Si avvicina e appassiona alle lotte del proletariato ed alle esperienze dei Consigli di fabbrica operai a Torino, avvicinandosi parallelamente alla rivista comunista “Ordine Nuovo” diretta da Antonio Gramsci, per la quale si occupa di letteratura e spettacolo con lo pseudonimo di Giuseppe Baretti.
Entra nel Partito Socialista italiano, prendendo parte alla minoranza comunista nella quale militano Palmiro Togliatti e Umberto Terracini. Sin dagli esordi, si esprime con ferma condanna contro il regime fascista di Benito Mussolini . Iscritto alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università degli studi di Torino, si laurea nel 1922, all’età di 21 anni. Collabora saltuariamente, in questo periodo, con numerosi quotidiani, fra cui “Il Resto del Carlino” e “L’Ora” di Palermo.
Nel febbraio dello stesso anno fonda una nuova rivista, “La rivoluzione liberale”, della quale saranno collaboratori personaggi come Gramsci, Luigi Sturzo e Giustino Fortunato, e che si propone come congiunzione fra le élites intellettuali della borghesia e le voci del proletariato. Si afferma, in breve, come organo dell’antifascismo militante e a causa delle posizioni che assume la rivista sarà ripetutamente sottoposta a sequestri, e Gobetti incarcerato più volte fra il ’23 e il ’24. Nello stesso anno fonda ancora un’altra rivista, “Il Baretti”, che vedrà la collaborazione tra i molti personaggi di rilievo di Benedetto Croce, Eugenio Montale e John Stuart Mill. Crea una casa editrice, la “Piero Gobetti editore”, con la quale pubblicherà la prima edizione della raccolta poetica “Ossi di seppia” di Montale. Ancora nel 1924 da alle stampe la sua prima opera completa, “La Rivoluzione liberale – Saggio sulla lotta politica in Italia”, frutto delle esperienze giornalistiche precedenti, in cui trovano sistemazione le tesi politiche esposte nella rivista. Divisa in quattro parti, espone con chiarezza le sue teorie politiche liberali, laiciste e la necessità per Gobetti di una rivoluzione sociale, la sua ferma e decisa opposizione al fascismo. Nel settembre dell’anno successivo è oggetto di un pesante pestaggio compiuto da parte di squadristi del Regime, in seguito al quale decide di espatriare. Si trasferisce a Parigi, senza riprendersi mai completamente dall’aggressione subita. Muore nell’ospedale parigino di Neully nella notte fra il 15 e il 16 febbraio 1926, senza aver compiuto ancora 25 anni. È sepolto a Parigi, nel cimitero di Père Lachaise. I suoi numerosi saggi e scritti, divenuti poi il simbolo del liberalismo progressista italiano, particolarmente sensibile ai problemi delle classi lavoratrici, saranno dati alle stampe in una serie di opere postume nel 1926.