PIER LUIGI NERVI

PIER LUIGI NERVI

PIER LUIGI NERVI


Pier Luigi Nervi (Sondrio, 21 giugno 1891 – Roma, 9 gennaio 1979) è stato un ingegnere italiano, specializzato nell’edilizia civile. Fu socio dell’Accademia nazionale delle scienze e autore di alcune grandi opere. Collaborò con architetti di fama internazionale, tra cui Le Corbusier e Louis Kahn.

Si iscrive alla facoltà di ingegneria dell’Università di Bologna, conseguendo la laurea nel 1913.

In un periodo fecondo di suggestioni scientifiche, tecniche ed architettoniche.

A cavallo fra il XIX e il XX secolo alla tecnologia dell’acciaio – che aveva improntato l’ingegneria e l’architettura delle grandi costruzioni dell’Ottocento – segue la nuova tecnica del calcestruzzo armato, che rinnoverà il modo di costruire e il concetto stesso del progettare negli anni a venire.

Grazie al contributo di alcuni costruttori, progettisti e studiosi, la nuova tecnica si diffonde rapidamente nei più diversi settori, accompagnata, nelle applicazioni dei professionisti migliori, dalla ricerca di risultati stilistici.

In questi contesti inizia la carriera professionale di Pier Luigi Nervi dopo un tirocinio iniziale nell’ufficio tecnico della Società per Costruzioni Cementizie a Bologna, Nervi fonda nel 1920 la propria impresa, a Roma ,Società per costruzioni Ing. Nervi e Nebbiosi, alla quale succederà nel 1932 l’Impresa Nervi e Bartoli.

Palazzo dello sport Nel 1924 sposa Irene Calosi, dalla quale ha quattro figli, tre di loro lo affiancheranno nel lavoro negli anni a venire.

Sceglie il calcestruzzo armato come tecnica costruttiva fondamentale, e per tutto l’arco della sua vita, Nervi manterrà questo doppio ruolo di progettista e costruttore, figura originale e atipica nel panorama dell’ingegneria e dell’architettura del secondo Novecento, tanto che si è potuto sostenere che aveva l’audacia dell’ingegnere, la fantasia dell’architetto, la concretezza dell’imprenditore.

L’utilizzazione di soluzioni tecniche più avanzate avviene in stretta sintonia con la ricerca dell’eleganza formale, con una forte attenzione per gli aspetti tecnici ed economici propri del cantiere e dell’attività d’impresa.

Ne consegue che è uno dei maggiori artefici di architetture strutturali nel panorama internazionale del Novecento, frutto di una coniugazione speciale fra arte e scienza del costruire.

Con alcuni altri autori, anch’essi ingegneri con un’inclinazione innata per la sintesi fra invenzione statica e spaziale – primo fra tutti Eduardo Torroja – Nervi contribuisce, nei decenni centrali del secolo scorso, alla rottura dei paradigmi formali del razionalismo.
Le sue costruzioni, basate come quelle di Torroja, su ardite soluzioni tecnico-strutturali, raggiungono risultati di straordinaria eleganza e divengono icone di un nuovo modo di fare architettura, ammirate e ambite a livello mondiale.

Attraverso le sue realizzazioni, sparse fra Italia, Europa, America e Australia, l’architettura italiana vive in quegli anni una stagione di gloria.

La prima struttura realizzata da lui, il Ponte sul fiume Cecina nel comune di Pomarance (PI) porta la data 1920.

Il Teatro Augusteo di Napoli fu realizzato tra il 1926 e il 1927 insieme all’ingegner cav. Gioacchino Luigi Mellucci, il lavoro in grado di provocare interesse a livello internazionale fu lo stadio “Berta” di Firenze Campo di Marte (attualmente Stadio Artemio Franchi) con le particolari scale elicoidali e la famosa Torre Maratona.

Il concorso per l’opera si svolse nel 1930 e il suo progetto fu giudicato il migliore per la raffinatezza strutturale, per l’impatto delle strutture totalmente a vista e per l’attenzione al contenimento dei costi di costruzione.

Celebrato dalla critica e dal pubblico per l’intrinseca bellezza del progetto, per lo slancio raffinato e di forte impatto visivo dei mensoloni di sostegno della pensilina, che sono come disegnati dalle esigenze statiche della variazione dei momenti flettenti.
Seguono, tra il 1935 e il 1940, i grandi hangars per l’Aviazione italiana a Orvieto e Orbetello, la cui aggiudicazione avviene, anche in questo caso, per la validità della proposta tecnico-economica.

Per essi Nervi concepisce un’ardita copertura geodetica costituita da una struttura ad archi incrociati che racchiude uno spazio interno semplice e lineare.

Dopo una prima realizzazione nella quale la costruzione è gettata con tecniche tradizionali su centine, in quelle successive egli utilizza per le nervature dei conci prefabbricati, che vengono poi solidarizzati in opera.

L’impiego di componenti prefabbricati diverrà in seguito una costante delle opere di Nervi, il quale cercherà di sfruttare al massimo, e con grande genialità questo procedimento tecnico.

Al fine di verificare nelle fasi finali del progetto la validità della propria concezione strutturale originaria, fa ricorso, oltre che al calcolo statico, a prove su modello in scala ridotta, svolte al Politecnico di Milano a cura di Guido Oberti (1907-2004).

Questa procedura verrà mantenuta per la maggioranza delle opere successive, e la collaborazione scientifica con Oberti in seno al nuovo laboratorio di ricerca dell’ISMES, fondato a Bergamo nel dopoguerra e del quale Nervi stesso assumerà la presidenza a partire dal 1969, si estenderà sull’arco di oltre trent’anni, rappresentando una pagina di eccellenza dello sperimentalismo italiano.
Nelle concezioni progettuali strutturali in ingegneria ( Da Orbetello partì un’importante spedizione di idrovolanti Savoia-Marchetti S.55 che, alla guida di Italo Balbo, attraversò l’Atlantico con scalo in Islanda.

Distrutti dai tedeschi in ritirata ci restano come esemplari in buono stato di conservazione le aviorimesse coeve da lui costruite presso l’idroscalo di Marsala e sull’aeroporto di Pantelleria, in Sicilia.)

Se la figura di Nervi era stata utilizzata durante il regime fascista per propagandare il “progresso italiano” all’opinione pubblica, .resta negli anni successivi una figura significativa per l’ ingegneria e architettura italiana.

Formatosi nel Razionalismo Italiano, lo supera, e nel dopoguerra, assieme a Bruno Zevi, Luigi Piccinato, Mario Ridolfi ed altri è tra i fondatori nel 1945 a Roma dell’Associazione per l’Architettura organica. Dal 1945 al 1962 è professore incaricato di Tecnica delle costruzioni e Tecnologie dei materiali della facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza”di Roma.

Negli stessi anni si dedica ad un’ampia produzione di scritti, temi che hanno caratterizzato il suo insegnamento universitario, e i suoi interventi presso atenei prestigiosi: da Harvard a Buenos Aires, alla Columbia University,.
Sono incentrati sul linguaggio architettonico e sul rapporto fra struttura e forma, scienza e arte del costruire, ingegneria e architettura, e sul valore etico del costruire correttamente:

Nel dopo-guerra, realizza l’importante opera il Salone per Torino Esposizioni del 1949, nel quale impiega i conci prefabbricati per la grandiosa e trasparente volta a botte di 94 metri di luce, utilizzando la nuova tecnologia del ferro-cemento.

Trattasi di un sottile strato di conglomerato cementizio, armato con una fitta rete di armature di piccolo diametro, che si presta a plasmare elementi di qualsiasi conformazione geometrica (ad onda nel caso della volta di Torino, e nella grande cupola nervata del Palazzo dello Sport di Roma del 1960, i quali verranno collegati, una volta posti in opera, da getti di solidarizzazione.

Nell’abside emisferica del Salone di Torino, e nel successivo Padiglione C dello stesso complesso espositivo, gli elementi prefabbricati divengono dei tegoli di piccolissimo spessore (2 cm) a forma di losanga, con funzione di cassero per i successivi getti di completamento sulla soletta e lungo i canali laterali di contatto.
Ne risulta una maglia spaziale incrociata di nervature, che diviene la trama del tessuto strutturale con il quale Nervi realizzerà, negli anni successivi, i gusci delle volte e delle cupole di alcune delle sue opere più celebri: Kursaal (Ostia, 1950), Sala delle Feste (Chianciano, 1952), Palazzetto dello Sport (Roma, 1957, con A. Vitellozzi)

All’estero è impegnato per la sede dell’UNESCO a Parigi (1953-58), al cui progetto, caratterizzato dall’affascinante struttura corrugata in calcestruzzo faccia a vista delle pareti e della volta, egli lavora con M. Con l’affermarsi della sua figura di progettista sulla scena internazionale, farà seguito una serie di altri prestigiosi incarichi.

Si elencano: il Field House del Dartmouth College (USA, 1961,il Bus-terminal al George Washington Bridge (New York, 1962) il cui elemento strutturale caratteristico è costituito dalle travi reticolari “a farfalla”, il grattacielo di Victoria Square a Montreal (1962-65, con L. Moretti), il grattacielo di Australia Square a Sidney (1962-67, con H. Seidler), il Centro sportivo di Norfolk (USA, 1968, con William & Tazewell e W. Blum),, l’Ambasciata d’Italia a Brasilia (1979), Cattedrale di St. Mary a San Francisco (1971, con P. Ponti), il complesso di opere per le Olimpiadi di Roma del 1960 (oltre al Palazzetto e al Palazzo dello Sport, lo Stadio Flaminio, e il Viadotto di Corso Francia), il Palazzo del Lavoro a Torino (1960), con i 16 pilastri caratterizzati dall’affascinante geometria a superfici rigate sghembe coperti da una struttura ad ombrello in acciaio (progetto di G. Covre), il Ponte Risorgimento a Verona (1963-68), l’Aula delle udienze pontificie in Vaticano (1966-71), tuttora nota come Aula Nervi.

In essa riprende, esaltandoli in una composizione grandiosa, i temi del Salone di Torino di vent’anni prima.

A partire dalla metà degli anni cinquanta una larga parte dei progetti è condotta in collaborazione con il figlio Antonio. Come la cartiera Burgo a Mantova (1961-1963).

Muore nel 1979 a Roma all’età di 88 anni.


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