PAROLE CHIAVE DELL’ATOMISMO ANTICO

PAROLE CHIAVE DELL’ATOMISMO ANTICO


ATOMO: concetto fondante dell’atomismo antico; dal greco atomos, che significa “indivisibile” e che Democrito accompagnava al termine greco idea, che indica la “forma”. Pertanto gli atomi sono forme indivisibili, prive di parti e di qualità, materiali, immutabili ed eterne, non percepibili con i sensi e per questo definiti “intelligibili”, ossia coglibili solo con il pensiero (con l’intelletto). Ogni atomo è dotato di una propria forma e di un proprio movimento naturale. Gli atomi sono l’originario quantitativo e sono l’Essere e, siccome tutta la realtà consta di essi, ogni cosa riceve il proprio essere dagli atomi.

MOLTI: concetto-chiave della filosofia dei cosiddetti Pluralisti (tra cui gli atomisti); siccome gli sviluppi dell’Eleatismo avevano portato all’identificazione tra l’Essere e l’Uno, con la conseguente negazione dell’esistenza dei molti e la dichiarazione dell’illusorietà di ciò che l’esperienza attesta, i Pluralisti sostengono che solo ammettendo che i principi ultimi del reale siano originariamente Molti si possono “salvare” i fenomeni, ossia la molteplicità attestata dall’esperienza e, nel contempo, non rinunciare ai concetti di Essere e Uno. Per gli atomisti, infatti, i principi ontologici del reale sono gli atomi, che sono originariamente molti, ma anche ciascuno in sé uno, sicché i molti atomi sono l’Essere, in quanto ciascun atomo, essendo in se stesso uno, è l’Essere.

CONOSCENZA AUTENTICA: è la conoscenza propria dell’intelligenza ed ha come proprio oggetto ciò che è solamente intelligibile e che sfugge ai sensi, vale a dire gli atomi e il vuoto, che sono il vero oggettivo, ossia uguale per tutti i soggetti pensanti.

CONOSCENZA INAUTENTICA: è la conoscenza sensibile, percettiva, che ha per proprio oggetto i corpi, ossia gli aggregati atomici. E’ inautentica e “oscura” perché, rispetto alla conoscenza intellettiva, si ferma al fenomeno, a ciò che appare e non coglie gli elementi ontologicamente costitutivi di quanto si manifesta ai sensi, ossia gli atomi. Inoltre, siccome la conoscenza sensibile dipende dal concorso tra la strutturazione atomica dell’oggetto e quella del soggetto, basta un qualsiasi deficit nella costituzione del senziente perché abbia una percezione alterata delle qualità del composto percepito. E’ per questo, per esempio, che uno stesso cibo agli uni appare dolce, agli altri amaro.

ESSERE: è il concetto centrale introdotto dall’Eleatismo nella speculazione filosofica e gli atomisti lo recepiscono, identificando l’Essere con la molteplicità degli atomi, immutabili, eterni, ingenerati e incorruttibili.

FENOMENO: è tutto ciò che si manifesta ai sensi, dai composti atomici alle loro qualità. Senza qualcuno che fosse capace di percepire, non vi sarebbero fenomeni, ma solo gli atomi, il vuoto e gli aggregati. Invece, per il senziente i composti atomici sono percepibili con certe caratteristiche e qualità, che, pertanto, assumono il nome di phainomena, che in greco significa: “le cose che si manifestano, che appaiono”.

MOVIMENTO: è un attributo strutturale dell’atomo, nel senso che ogni atomo è dotato per natura di un moto secondo una propria “traiettoria” e che si scandisce nello spazio, anche secondo una propria “modalità di rivolgimento” (assimilabile alle volute che, nella scrittura, il segno grafico deve compiere per costituire la lettera).

NON ESSERE O NULLA: è ciò che gli Eleati contrapponevano all’Essere quale suo contraddittorio: solo l’Essere è e non può non essere, sicché il Non-Essere non è e non può essere. Gli atomisti recepiscono anche questo concetto e lo identificano con il vuoto.

VUOTO: concetto dialetticamente connesso a quello di “pieno” e indica il Non-Essere o Nulla; indica anche lo spazio infinito, nel senso di indeterminato, interposto tra gli atomi e nel quale essi si muovono, costituendo, anzi, proprio il vuoto la condizione di possibilità dell’esplicarsi del moto atomico.

VORTICE: è il processo determinato dal confluire in una regione sufficientemente grande dell’infinito spazio vuoto di un cospicuo numero degli infiniti atomi. Questi smettono di volteggiare in tutte le direzioni (secondo il proprio rispettivo movimento naturale) e, urtandosi reciprocamente, inaugurano il movimento cosmogonico, che si esplica nella forma di un moto vorticoso.

URTO: è l’incontro-scontro tra gli atomi le cui traiettorie si intersecano nello spazio. A seconda delle “modalità di congiunzione” degli atomi che si urtano, può accadere che essi si congiungano, aggregandosi, oppure che si respingano.

ANIMA: più che di anima, negli atomisti antichi si dovrebbe parlare di atomi psichici, che sono atomi di forma circolare, ignei e dotati di una motilità e di una sottigliezza superiori a quelle di tutti gli altri atomi, il che li rende oltremodo capaci non solo di penetrare ovunque, ma anche di trasmettere agli aggregati atomici in cui penetrano la loro motilità, vivificandoli.