parafrasi tanto gentile e tanto onesta pare

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Il testo Tanto gentile e tanto onesta pare un sonetto scritto da Dante Alighieri. … Il testo è tratto da “Vita Nova”, ossia un libretto composto sia da prosa che da versi. Per comprenderne meglio il contenuto eseguirò una parafrasi di Tanto gentile e tanto onesta pare.


Parafrasi

La mia donna appare così gentile e così onesta, quando saluta le altre persone, che esse non hanno il coraggio di parlare e di guardarla. Essa cammina, mentre sente parole di lode, ricoperta benevolmente di grande dolcezza e sembra una creatura venuta dal cielo in terra per rappresentare concretamente la potenza divina. Essa appare così gradevole a chi la osserva, che trasmette una dolcezza al cuore, attraverso gli occhi di chi la guarda, tanto che chi non prova quest’emozione personalmente non può capire; e sembra che dal suo viso si sprigioni uno spirito dolce pieno d’amore che suggerisce all’anima di sospirare.

Commento e analisi

Il sonetto fa parte della prima opera di Dante “Vita Nova”, composta nel 1295, prima della sua condanna all’esilio. L’opera segna il cammino che porta Dante dall’amore idealizzato e terreno all’amore che diventa rivelazione della grazia divina. La bellezza terrena di Beatrice diventa sempre più spirituale e fonte di salvezza interiore. Il testo esprime la novità poetica del Dolce Stil Novo, basata sulla convinzione che il fine dell’amore non è ricevere qualcosa dall’amata, ma esprimere la felicità provata nel contemplarla. Così la poesia celebra la lode per la perfezione della donna ed è anche espressione di un amore totale. Il tema del sonetto è proprio la lode della donna amata, che viene vista come salvezza interiore. Il poeta nella prima strofa mette in evidenza i pregi che rendono Beatrice degna di lode: Beatrice appare come una visione che cammina tra la silenziosa ammirazione di tutti. Nelle terzine si assiste ad uno spostamento dalla dimensione divina di Beatrice a quella terrena delle persone che l’ammirano e che provano una sensazione di beatitudine nei loro cuori. La parte finale è intrisa di dolcezza: Dante prova una immensa felicità che si trasforma in sospiro e, proprio per questo effetto, rivela la vera natura di Beatrice. La struttura metrica è rappresentata dalle rime ABBA, ABBA, CDE, EDC. Nel sonetto Dante riesce a raggiungere un forte effetto musicale grazie all’uso di sostantivi e verbi concatenati, che riguardano la sfera visiva. Il carattere elevato del testo è raggiunto dall’uso di suoni dolci e piani (gentile, onesta, pare, mostrare, saluta).

 


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