PARAFRASI PARAFRASI MORTE DI EURIALO E NISO vv 367-449

PARAFRASI PARAFRASI MORTE DI EURIALO E NISO vv 367-449

FONTE:https://www.epertutti.com/letteratura/PARAFRASI-MORTE-DI-EURIALO-E-N62187.php


Alcuni soldati provenienti da Laurento, mentre la gran parte dell’esercito aspettava schierato già sui campi, portavano un messaggio al re Turno: erano trecento giovani, tutti armati con scudo, guidati dal valoroso Volcente. Si avvicinavano al campo, erano sotto le mura, e vedono da lontano i due prendere in fretta un sentiero: l’elmo tradì l’incauto Eurialo splendendo a u raggio di luna nell’ombra pallida della notte.Quel brillio fu notato. Volcente grida forte stando fra i suoi soldati: “Altolà!Dove andate?Perché siete in marcia a tale ora? Chi siete?”.Nessuna risposta: i due corrono in fretta ponendo le loro speranze nel buio. I cavalieri si gettano qua e là verso i sentieri conosciuti bloccandone ogni sbocco con sentinelle armate. Era un bosco fittissimo, orrido per i suoi cespugli e per i lecci neri in tutta la sua larghezza, gremito di rovi pungenti. Solo pochi sentieri si aprivano nella foresta. L’ombra dei rami e la paura di essere catturato fecero sbagliare strada ad Eurialo. Intanto Niso se ne va via senza pensare a nulla. Egli aveva già lasciato quei luoghi detti albani dal nome di Alba (lì il re latino possedeva numerosi pascoli), quando si ferma attonito, cercando l’amico che non era più con lui. “Infelice Eurialo, dove ti ho lasciato? Dove ti posso cercare?”. Percorrendo nuovamente quei sentieri intricati attraverso quel bosco ingannevole segue a ritroso le tracce dei suoi passi e vaga tra i cespugli silenziosi. Poi sente i cavalli, il rumore, i richiami lanciati dagli inseguitori.Dopo non molto ode delle grida e vede Eurialo, tradito dalla foresta e dalle tenebre, spaurito dall’improvviso tumulto, chiuso da un manipolo di nemici viene portato via nonostante i suoi sforzi. Cosa fare? Con che armi si sarebbe potuto osare liberarlo? Forse è meglio gettarsi fra i nemici cercando una morte gloriosa in battaglia? Rapido, tratto indietro il braccio e oscillando il giavellotto, guardando la Luna dice: “Diana, sii propizia alla mia impresa, tu che splendi nel firmamento e proteggi le selve, o figlia taciturna di Latona. Se mio padre Irtaco ti offrì mai qualcosa, pregando per me, se io portai molte volte al tuo altare le prede delle mie cacce, lascia che sconfigga il nemico, guida il mio braccio armato!”. Con tutta la forza che aveva in corpo avventò il giavellotto: l’asta volando fende le ombre notturne e si configge nel petto di Salmone e, spezzandosi, gli trafigge il cuore con una scheggia di legno. Il guerriero già morto rantola a terra, facendo sgorgare sangue ancora caldo dal petto. I guerrieri italici si guardano attorno smarriti. Niso, orgoglioso del suo successo, sferra un secondo giavellotto all’altezza dell’orecchio. Gli Italici sono lì, tremanti: l’asta con un sibilo attraversa le tempie di Tago e si infigge nel cervello. Il feroce Volcente si adira ma non riesce a capire chi sia l’autore del colpo e non sa con chi prendersela e dice: PARAFRASI PARAFRASI EURIALO E NISO (vv.176-223) A custodia di una porta vi era Niso, abilissimo nelle armi, tanto che Ida l’aveva mandato ad Enea come arciere molto valido. Accanto a lui c’era Eurialo, giovane troiano e sulle guance da fanciullo gli cresceva una prima peluria. Il più bello tra tutti i compagni d’Enea e tra tutti coloro che si diedero alle armi. Legati da uno stesso affetto, avevano partecipato alle battaglie e adesso stavano insieme a vigilare su quel punto d’accesso. Allora Niso disse: “Sono gli dei ce mi fanno divampare nel cuore il desiderio, oppure la passione in ognuno di noi diventa Dio ? Da tanto tempo il cuore mi spinge a compiere un’impresa o a combattere, non è soddisfatto di questa vita tranquilla.Vedi quale sicurezza hanno i Rutuli in questo momento. Adesso ti illustrerò il piano che ho progettato. Si sono addormentati e intorno vi è il silenzio, tutti i capi e i soldati vogliono avvisare Enea di ciò che sta succedendo. Laggiù, sotto quel colle, mi sembra di aver intravisto una strada che porta alla città di Pallade”. Eurialo restò attonito, forse acceso dall’immensa brama di gloria e disse: “Forse, Niso non vuoi che partecipi a questo piano straordinario?Credi che io permetta che tu vada da solo incontro a un pericolo estremo? Mio padre Ofelte mi ha educato alle armi e sono vissuto nel terrore dei Greci: io non ho mai agito in tal modo con te seguendo le gesta del magnanimo Enea. Ho un cuore temerario e bramoso di gloria”. Ma Niso rispose: “Non temevo quello che tu credi, non l’avrei mai potuto. Che Giove o chi tra gli dei approvi i miei progetti possa riportarmi salvo e pieno di gloria al tuo cospetto!Ma se la sorte o un Dio mi trascinassero alla rovina, vorrei che tu sopravvivessi: hai molti anni ancora da vivere. In questo modo avrò qualcuno che darà al mio corpo una degna sepoltura. Non voglio causare dolore a tua madre, l’unica che abbia osato seguirti, lasciando il regno del generoso Aceste”. “Quante scuse da nulla!- gli rispose Eurialo- Ho deciso: è impossibile farmi cambiare scelta. Affrettiamoci!”. Subito sveglia le sentinelle che danno loro il cambio.Lasciato il posto di guardia Eurialo e Niso vanno a cercare il re Ascanio.