PARAFRASI PAOLO E FRANCESCA DAL VERSO 90 al 141

PARAFRASI PAOLO E FRANCESCA DAL VERSO 90 al 141

PARAFRASI PAOLO E FRANCESCA DAL VERSO 90 al 141


Così scesi dal primo cerchi
al secondo, che è più piccolo
ma con più dolore, che punge e fa male.
Qui risiede l’orribile Minosse e ringhia:
Sta all’entrata ed esamina le colpe;
giudica le colpe e manda le anime nel loro cerchio
Dico che quando l’anima sfortunata
lo ha davanti, gli dice tutto:
e lui che conosce bene i peccati
decide in quale luogo dell’inferno mandarla;
Si avvolge tante volte con la coda
tanto quanto vuole che l’anima scenda di grado
davanti a lui stanno sempre molte anime
vanno a turno ciascuna per essere giudicata
dicono, ascoltano e poi sono buttate giù
“oh tu che vieni in questo luogo doloroso,
lasciando l’atto di questa missione,
guarda bene come entri e guarda ciò di cui ti fidi
non lasciarti ingannare dalla grandezza dell’entrata”
E Virgilio disse a lui “Perché gridi?
non impedirgli di procedere nel suo viaggio fatale:
così hanno voluto coloro che sono in Paradiso,
non chiedere altro”.
Ora cominciai a sentire la sofferenza; ero arrivato
in un posto in cui il tanto pianto mi percuoteva.
Arrivai in un luogo privo di ogni tipo di luce,
in cui si sentiva lo stesso rumore del mare in tempesta,
quando due venti contrari lo agitano
La bufera infernale non finisce mai
e “sbatte” con la sua forza le anime;
che muovendo e percuotendo molesta.
Quando arrivano davanti al punto di maggior tormento,
qui si sentono le urla, il compianto e i lamenti;
e tutti qui bestemmiano le Virtù Divine.
Capii che chi ha così tormento
erano le anime dei dannati per i peccati carnali,
che sottomettono al corpo la ragione.
E come gli stomi volano con tante ali
nel tempo freddo, volando a schiere larghe e folte,
così quel fiato menava i gli spiriti
di lato, di sopra e di sotto.;
Nessuna speranza li confortava mai,
non solo di posizione, ma anche la speranza di soffrire di meno.
e come le gru cantano i loro guai
facendo nel cielo una lunga riga,
allo stesso modo vidi venire, traendo guai,
ombre portate da questo vento;
E allora a Virgilio dissi: “Maestro, chi sono quelle
persone castigate fa quest’aurea nera?”.
“LA prima di loro di cui tu vuoi sapere”,
mi disse “regnò su molti popoli di diversa lingua,
che ammise come lecita ogni dissolutezza,
per liberarsi dal biasimo che le derivava della sua accesa lussuria.
lei è Semiramìs di cui ci è tramandato
che succedette a Nino di cui fu sposa:
tenne la terra che il Sultano d’Egitto Governa.
L’altra è colei che si uccise per Amore di Enea
e venne meno alla promessa di fedeltà alla memoria del marito Sicheo;
poi è la lussuriosa Cleopatra.
Vidi Elena per cui fu combattuta la Guerra di Troia, e vidi
il grande Achille,
che negli ultimi giorni della sua vita
combatteva per amore.
Vidi Paris, Tristano”; e più di mille
ombre che l’amor allontanò dalla vita terrena.
Quando finii di ascoltare il mio maestro
nominare le donne antiche e i cavalieri,
mi giunse un grande senso di pietà e mi sentii perso.
e dissi: “Poeta, parlerei volentieri a quelle due anime che sono insieme,
e sembrano essere così leggeri quando il vento li spinge”.
E lui mi rispose: “Vedrai quando saranno più vicini a noi;
e tu li pregherai in nome di quell’amore che li conduce ancora insieme
nella bufera, e loro verranno da te”.
così forte il vento li portò vicino a noi,
e urlai: “anime affannate,
venite a parlare da noi, se la Potenza Divina non lo nega!”
Come colombe chiamate dal desiderio
con ali alzate e ferme vengono condotte al loro dolce nido
portate dal volere;
così loro due uscirono dalla schiera dove era, Didone,
e venivano verso di noi per il cielo maligno,
Così forte fu per loro il mio affettuoso grido (oh anime affannate).
“O creatura cortese
che vai visitando per l’inferno
noi che abbiamo tinto il mondo di sangue,
se ci fosse amico il Re dell’Universo,
noi Lo pregheremo per la tua pace,
poiché tu hai pietà dei nostri mali.
dicci cosa verresti chiederci o sentire da noi,
noi ascolteremo e parleremo con voi
ora che siamo al di fuori della bufera infernale.
La terra dove nacqui è sita nella parte in cui il Po
scende insieme ai suoi affluenti.
Amore, che ha una rapida presa nel cuore gentile,
prese il suo cuore e si innamorò della bella persona che mi fu tolta,
e la mia morte violenta e improvvisa ancora mi offende.
l’amore che non consente a nessuno che sia amato di non riamare,
della bellezza di lui fui presa da un piacere così forte,
che come vedi ancora non mi abbandona.
L’amore ci portò a morire insieme.
In una parte del nono cerchio dell’Inferno ci aspetta colui
che ci ha uccisi (è la parte dell’inferno per chi ha ucciso i famigliari)”.
Loro ci dissero queste parole.
Quando io capii chi erano quelle due anime offese.
abbassai il viso e lo tenni tanto basso,
finché Virgilio mi disse: “A cosa pensi?”.
Quando risposi dissi: “Quanti dolci pensieri, quanto desiderio
portò costoro alla tragica morte!”
Poi mi rivolsi a loro per parlare e cominciai:
“Francesca, le tue sofferenze mi rendono così triste e pietoso
che mi fanno piangere.
Ma tu dimmi: al tempo di questi dolci sospiri,
a cosa e come concedette il vostro amore
all’amore che ancora non si è rivelato?”.
E lei rispose: “Non c’è dolore più grande che quello di ricordare il tempo felice nella miseria; e questo lo sa il tuo maestro.
Ma se tu hai tanta voglia di saper come è nato il nostro amore,
lo dirò come colui che parla e racconta.
Noi un giorno per divertirci leggevamo
come Lancillotto fu preso dall’amore;
Eravamo soli e senza nessun sospetto.
più volte quella lettura sospinse
a spiare i reciproci, segreti sentimenti, ma
distogliemmo lo sguardo,
solo una parte fu quella che ebbe la meglio su di noi.
Quando leggemmo del bacio di Lancillotto,
allora lui che mai da me è stato diviso,
mi baciò sulla bocca tremante.
Galeotto fu il libro e anche chi lo scrisse:
Da quel giorno non leggemmo più avanti”.
Mentre uno spirito parlava, l’altro piangeva
così che dalla tanta pietà mi sentii mancare come se morissi
e caddi a terra come un corpo morto.

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