PARAFRASI MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO

PARAFRASI MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO

PARAFRASI MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO


Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d’orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch’ora si rompono ed ora s’intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com’è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.


PARAFRASI
riposarsi nelle ore più calde del pomeriggio presso il muro di un orto, ascoltare tra gli arbusti i suoni secchi prodotti dal canto dei merli e il fruscio delle serpi. Spiare nelle crepe della terra o sulle piante le file di formiche rosse che si intrecciano sulla cima dei formicai. Osservare tra le foglie lo scintillio lontano del mare mentre provengono dalle alture brulle i versi secchi delle cicale. E avanzando sotto il sole che abbaglia capire con tristezza che la vita e la sua fatica sono come seguire un muro che ha in cima dei cocci di bottiglia.
Commento: in questa poesia Montale, dopo aver osservato il paesaggio ligure, così arido, secco, poco ospitale, comprende come anche la vita sia difficile, quasi una prigione, confinata dietro un muro invalicabile. La aridità del paesaggio, cioè, rappresenta bene la mancanza di bellezza della vita, caratterizzata, come dirà in un’altra poesia, dal male. Anche le parole scelte contribuiscono a rendere una sensazione di asprezza, di secchezza, di disarmonia: parole come sterpi, schiocchi, fruscii, biche, scricchi, picchi hanno suoni aspri e secchi.

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