PARAFRASI LA SELVA OSCURA 1-27

PARAFRASI LA SELVA OSCURA 1-27

PARAFRASI LA SELVA OSCURA 1-27


(1-3)

Nel mezzo del cammin di nostra vita

mi ritrovai per una selva oscura,

ché la diritta via era smarrita.

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Rivolgendosi al lettore, Dante inizia il racconto della Divina Commedia:A metà della vita media di un uomo, mi ritrovai in una selva oscura (è il simbolo dello stato di ignoranza e di corruzione dell’umanità), poiché avevo perso la corretta conduzione morale della mia esistenza.Nella Bibbia (Salmi, LXXXIX,10) c’è scritto che gli anni della vita di un uomo sono settanta; è da supporre quindi che per “mezzo del cammin di nostra vita” il poeta intenda un’età di 35anni circa. Peraltro nel Convivio (IV, 23) Dante scrive che la parte centrale dell’“arco” della vita cade intorno al 35°anno di età: la prima metà dell’arco, cioè quella ascendente, in cui il soggetto gradualmente si forma, va da 0 a 35 anni circa, dopo di che la vita perde sempre più vigore percorrendo la metà dell’arco in discesa, dai 35 ai 70 circa. Pertanto l’età centrale della vita media di un uomo, che cade intorno al 35° anno di età, nel punto superiore dell’arco, è quella in cui l’uomo si trova al massimo delle sue potenzialità psico-fisiche. Convinto di questa tesi, Dante nel Convivio afferma che Gesù scelse per questo di morire intorno al 34° anno di vita; per analogia, il poeta lascia intendere che lui sta per compiere la sua missione umanitaria nell’oltremondo nel suo momento di maggiore potenzialitàe all’età che aveva Cristo quando morì; questo concetto sarà spiegato con più precisione da Dante stesso nel canto XV (v. commento ai vv. 22-64 di tale canto).


(4-6)

Ahi quanto a dir qual era è

cosa duraesta selva selvaggia e aspra e forte

che nel pensier rinova la paura!

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È arduo descrivere questa selva intricata,raccapricciante e difficile da attraversare, che al solo pensarci risveglia il terrore provato!


(7-9)

Tant‟è amara che poco è più m

orte;ma per trattar del ben ch‟i‟ vi trovai,

dirò de l‟altre cose ch‟i‟ v‟ho scorte.

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È così orribile questa selvache la morte la superadi poco; tuttavia voglio descriverla, in quanto in essa trovai anche cose positive.


(10-12)

Io non so ben ridir com‟

i‟ v‟intrai,tant‟era pien di sonno a quel punto

che la verace via abbandonai.

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Non riesco a dire il modo in cui capitai in questa selva oscura, a causa dello stato di torpore spirituale (causato dal peccato)nel quale mi trovavo dopo che la morte di Beatrice mi aveva privato della guida necessaria a percorrere la via della virtù.


(13-18)

Ma poi ch‟i‟ fui al piè d‟un colle giunto,

là dove terminava quella valle

che m‟avea di paura il cor compunto,

guardai in alto, e vidi le sue spalle

vestite già de‟ raggidel pianeta

che mena dritto altrui per ogne calle.

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Ma allorché giunsi ai piedi di un colle, dove terminava la valle con la selva oscura che mi aveva amareggiato l‟animo, rivolsi lo sguardo verso lacima del colle, e vidi che alle sue spalle cominciavano a intravedersi i raggi del sole (raffigurazione simbolica di Dio)che guida tutti per la giusta via.


(19-21)

Allor fu la paura un poco queta,

che nel lago del cor m‟era durata

la notte ch‟i‟ passai con tanta pieta.

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A questo punto si mitigò la paura, che mi aveva attanagliato la cavità del cuore durante la notte che trascorsi con tanta sofferenza.All’epoca di Dante si credeva che all’interno del cuore vi sia una cavità piena di sangue, la quale era considerata la parte del corpo in cui hanno origine tuttele sensazioni. Per la paura il sangue rifugge nel profondo del cuore.


(22-27)

E come quei che con lena affannata,

uscito fuor del pelago a la riva,

si volge a l‟acqua perigliosa e guata,

così l‟animo mio, ch‟ancor fuggiva,

si volse a retro a rimirar lo passo

che non lasciò già mai persona viva

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E come colui che con respiro affannoso, riuscito a salvarsi dall‟annegamento, uscendo dal mare e arrivando alla riva, volge lo sguardo verso l‟acqua minacciosa,così il mio animo, che ancora rifuggiva dal pensiero del pericolo passato, si girò a guardare indietro il passaggio tremendo(la selva, simbolo dell’abisso morale in cui era caduto e da cui disperava ormai di uscire)da cui mai nessuna persona si è salvata


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