PARAFRASI LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA di giacomo leopardi
PARAFRASI LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA di giacomo leopard
La quiete dopo la tempesta è una poesia composta da Giacomo Leopardi nel settembre del 1829 e pubblicata per la prima volta nel 1831.
La tempesta è passata: sento gli uccelli che fanno festa, e la gallina, tornata sulla via, che ripete il
suo verso. Ecco il sereno appare improvvisamente da ponente (ovest), verso la montagna; si
sgombra (dalla nebbia) la campagna e appare chiaro il fiume nella valle. Ogni animo si rallegra, da
umido con la sua opera in mano e cantando (segno di gioia) si affaccia sull’uscio. In fretta esce la
fanciulla a raccogliere l’acqua piovana appena caduta; e l’ortolano ambulante ripete di sentiero in
sentiero il consueto grido. Ecco che torna il sole, ecco spende sulle colline e le case. La servitù
apre le finestre, le porte dei terrazzi e le logge: e dalla via maestra si sente da lontano il tintinnio di
sonagli; stride il carro del viandante che riprende il suo viaggio. Ogni animo si rallegra. Quando la
vita è così dolce e così gradita come ora? Quando l’uomo con tanta passione si dedica alla sua
occupazione? O torna al lavoro? O intraprende una cosa (attività) nuova? Quando dei suoi mali
nemmeno si ricorda? Il piacere è generato dall’affanno; gioia vana (tolto il dolore, anche il piacere
sparirebbe), frutto del timore passato (cessato), a causa del quale (timore) colui che odiava la vita
arrivò a temere la morte; a causa del quale in un lungo tormento, le persone agghiacciate, mute,
pallide (dalla paura) sudarono freddo e palpitarono vedendo i fulmini, nubi e vento rivolti verso di
loro. O natura generosa (ironicamente), questi sono i tuoi doni, le gioie che offri ai mortali
(constatazione). Sfuggire al dolore è per noi motivo di gioia. Spargi abbondantemente le sofferenze;
il dolore nasce spontaneamente: e quel poco piacere che talvolta, per prodigio e miracolo,
scaturisce dall’affanno è davvero un gran guadagno. O genere umano caro agli dei! Puoi ritenerti
molto felice se ti è concesso di tirare il fiato (breve tregua) da qualche dolore: beata le la morte ti
libera da ogni dolore