parafrasi il cinque maggio di alessandro manzoni

PARAFRASI IL CINQUE MAGGIO di ALESSANDRO MANZONI


Il 5 maggio 1821 Napoleone muore nell’isola di Sant’Elena, dove era stato esiliato dopo la sconfitta di Waterloo. Pochi mesi dopo, quando la notizia giunge a Milano, Manzoni – che mai aveva lodato né criticatol’eroe di fronte ai trionfi e alle sconfitte della sua vita – compone in
pochissimi giorni quest’ode in suo onore. Il poeta rievoca le gesta di quest’uomo straordinario, che a suo parere è stato scelto da Dio per testimoniare la propria grandezza e per realizzare i propri disegni. Ma più che la vicenda terrena di Napoleone, a Manzoniinteressa la sorte della sua anima. Mosso dalla sua profonda fede, il poeta immagina infatti gli ultimi attimi di vita del Bonaparte come un momento di riscoperta e riavvicinamento a Dio. Nei suoi ultimi giorni, abbandonato da tutti e preda dall’angoscia dei ricordi, solo abbandonandosi a Dio Napoleone trova infine pace, conforto e salvezza.


PARAFRASI

Egli (Napoleone) non è più vivo.Il suo corpo,dopo aver esalato l’ultimo respiro rimase immobile,senza più memoria,privato di uno spirito così tanto grande,così la terra resta immobile colpita stupefatta,muta, alla notizia della sua morte. Pensando al momento della morte dell’uomo mandato dal destino,e non sa quando l’impronta di un piede di un uomo simile a Napoleone tornerà a calpestare la sua polvere insanguinata dalle guerre. Il mio genio poetico vide Napoleone nel momento di massima gloria sul trono imperiale,ma tacque senza adularlo e il mio genio si astenne dal mescolare la sua voce al frastuono delle mille altre voci, quando lui cadde (sconfitta di Lipsia 1813),si riprese- risorse (i cento giorni dopo la fuga dall’isola d’Elba 1815) e giacque (sconfitta definitiva Waterloo 1815) Il mio genio privo di elogi servili e di vili insulti ora si leva commosso per l’ improvvisa morte di una figura così radiosa e innalza un cantico che forse resterà immortale.

Una rapida rievocazione delle imprese napoleoniche:dalle Alpi:campagne d’Italia 1796 1800, alle Piramidi- campagna d’Egitto1798-1799 ,dal Manzanarre fiume che scorre vicino a Madrid campagna di Spagna1806, al Reno camp. Di Germania, l’azione rapidissima di quell’uomo seguiva immediatamente le sue decisioni altrettanto rapido,.la sua azione fulminea si estese dall’estrema punta della Calabria fino alla Russia(il Tanai è un altro nome del fiume russoDon),dal Mediterraneo all’Atlantico(dall’uno all’altro mar). Fu la sua una gloria destinata a durare in eterno? Alle generazioni future la difficile risposta.Noi ci inchiniamo umilmente a Dio che volle imprimere su di lui un segno così grande della sua forza creatrice. Napoleone provò tutto:la tempestosa e trepidante gioia di un grandioso progetto l’ansia di un animo che deve obbedire mentre pensa di poter ottenere il potere e lo raggiunge ottenendo un premio che per un uomo normale era follia sperare. Tutto lui provò :la gloria più grande dopo il pericolo,la fuga e la vittoria , il potere e l’esilio,per due volte è stato sconfitto (Lipsia e Waterloo)e per due volte è ritornato al trionfo. Egli(Napoleone)si presentò sulla scena della storia,due epoche storiche contrapposte :il settecento ,secolo della rivoluzione e l’ottocento secolo della restaurazione monarchica,si rivolsero a lui in attesa del loro destino,egli fece tacere le opposte tendenze e sedette come arbitro in mezzo a loro sintetizzando nella propria figura gli aspetti più significativi dei due secoli. Finì i suoi giorni nell’inerzia di una piccola isola ,S.Elena, bersaglio di immensa invidia e rispetto profondo di inestinguibile odio e indomabile amore Come sul capo del naufrago incombe l’onda vorticosa su cui lo sguardo dello sventurato poco prima scorreva alto cercando di individuare invano lontani approdi Così il cumulo dei ricordi si abbatté su quell’anima-napoleone,con il suo peso angoscioso.


COMMENTO

L`ode esprime l`intensa commozione che l`improvvisa morte di Napoleone Bonaparte suscitò nel poeta e in tutti gli europei. Napoleone muore nell’isola di Sant’Elena,d ove si trova in esilio, il 5 maggio 1821, ma la notizia raggiunge Milano solo il 16 luglio e colpisce profondamente Manzoni che in soli tre giorni, dal 17 al 19 luglio, compone l`ode. La poesia non e` una celebrazione della figura del grande imperatore,per cui il poeta non ebbe mai simpatia,ma una riflessione morale e religiosa sul mistero della morte. La rievocazione storica fa da sfondo al dramma di un uomo che,dopo aver deciso i destini dell`Europa, si trova alla fine solo di fronte alla morte. Anche in quest`opera e` evidente il richiamo alla Provvidenza,che sola piu dare un senso a tutte le imprese umane e che quindi giustifica la presenza di Napoleone nel mondo.