PARAFRASI CANTO III VERSI 1-21

PARAFRASI CANTO III VERSI 1-21

DIVINA COMMEDIA

Dante e Virgilio giungono alla porta dell’Inferno. Ingresso nell’Antinferno, dove incontrano gli ignavi (tra loro Celestino V). Incontro con Caronte, traghettatore dei dannati sul fiume Acheronte. Terremoto e svenimento di Dante. È la sera di venerdì 8 aprile (o 25 marzo) del 1300.


La porta dell’Inferno 1-21

Dante e Virgilio giungono di fronte alla porta dell’Inferno, su cui campeggia una scritta di colore scuro. Essa mette in guardia chi sta per entrare, ammonendo che tale porta durerà in eterno e che una volta varcata non c’è speranza di tornare indietro. Dante non ne afferra subito il senso e Virgilio lo ammonisce a sua volta a non aver paura e a prepararsi all’ingresso nell’Inferno, tra le anime dannate. Quindi il poeta latino prende amorevolmente Dante per mano e lo conduce attraverso la porta.


Parafrasi canto III versi 1-21

Attraverso me si entra nella città del dolore, attraverso me si va nel dolore eterno, attraverso me si va tra le anime perdute (dannati). La giustizia ha fatto agire il mio alto Creatore (Dio): mi hanno costruito la potestà divina (Padre), la somma sapienza (Figlio) e il primo amore (Spirito Santo). Prima di me non fu creato nulla, se non eterno, e io durerò eternamente. Lasciate ogni speranza, voi che entrate qui”. Io vidi queste parole scritte con colore (o senso) oscuro in cima a una porta, per cui dissi: «Maestro, non ne capisco il senso». Ed egli mi rispose, come persona saggia: «Qui è necessario abbandonare ogni esitazione, e non bisogna essere vili. Noi siamo giunti nel luogo dove, come ti ho detto, vedrai le anime dannate che hanno perduto la luce dell’intelligenza divina». E dopo che mi ebbe preso per mano, con volto sorridente che mi confortò, mi fece entrare in quel luogo separato dal mondo dei vivi (all’Inferno).