PARAFRASI CANTI 1 E 3 INFERNO

PARAFRASI CANTI 1 E 3 INFERNO

Argomento del Primo Canto

FONTE: https://divinacommedia.weebly.com/inferno-canto-i.html


 

Dante si smarrisce nella selva oscura. Incontra le tre fiere: lonza, leone, lupa. Viene soccorso da Virgilio, che lo guiderà in un viaggio attraverso Inferno e Purgatorio, mentre Beatrice lo guiderà in Paradiso. Profezia del veltro. È la notte tra giovedì 7 aprile (o 24 marzo) e venerdì 8 aprile (o 25 marzo) del 1300.

Dante si smarrisce nella selva (1-30)

La notte del 7 aprile (o 24 marzo) dell’anno 1300, dunque a trentacinque anni di età, Dante si smarrisce in una selva oscura e intricata, impossibile da descrivere tanto è angosciosa. Lui stesso non sa dire come c’è finito, poiché era pieno di sonno quando ha perso la giusta strada: a un tratto però, mentre sta albeggiando, si ritrova ai piedi di un colle, dalla cui vetta vede spuntare i primi raggi del sole. Questo, oltre al fatto che è primavera, gli ridà speranza e lo spinge a tentare la scalata del colle, dopo essersi riposato per qualche istante e aver ripensato al pericolo appena corso (come un naufrago che guarda le acque in tempesta dalle quali è appena scampato). Il poeta inizia quindi a salire la china del colle, ma con grande fatica e incertezza.

Parafrasi canto I

versi 1-27

A metà del percorso della vita umana (all’età di 35 anni), mi ritrovai per una oscura foresta, poiché avevo smarrito la giusta strada.

Ahimè, è difficile descrivere com’era quella foresta, selvaggia, inestricabile e tremenda, tale che al solo pensiero fa tornare la paura.

  • così spaventosa che la morte lo è poco di più: ma per descrivere il bene che vi trovai dentro, dirò quali altre cose ho visto in essa.

Non sono in grado di spiegare come vi sia entrato, tanto ero pieno di sonno nel momento in cui lasciai la giusta strada.

Ma dopo che fui arrivato ai piedi di un colle, là dove finiva quella valle che mi aveva rattristato il cuore di paura, alzai lo sguardo e vidi la sua vetta già illuminata dai raggi del sole, che conduce ogni uomo sulla giusta strada.

Allora si placò un poco la paura che avevo avuto nel profondo del cuore, quella notte che trascorsi con tanta angoscia.

E come il naufrago che col respiro affannoso, gettato dal mare sulla riva, si volta e guarda alle acque pericolose da cui

  • scampato, così il mio animo, che ancora era in fuga, si voltò indietro ad osservare il passaggio che non lasciò mai passar vivo nessun uomo.

Argomento del Terzo Canto

Dante e Virgilio giungono alla porta dell’Inferno. Ingresso nell’Antinferno, dove incontrano gli ignavi (tra loro

Celestino V). Incontro con Caronte, traghettatore dei dannati sul fiume Acheronte. Terremoto e svenimento di

Dante.

È la sera di venerdì 8 aprile (o 25 marzo) del 1300.

La porta dell’Inferno (1-21)

Dante e Virgilio giungono di fronte alla porta dell’Inferno, su cui campeggia una scritta di colore scuro. Essa

mette in guardia chi sta per entrare, ammonendo che tale porta durerà in eterno e che una volta varcata non

c’è speranza di tornare indietro. Dante non ne afferra subito il senso e Virgilio lo ammonisce a sua volta a non

aver paura e a prepararsi all’ingresso nell’Inferno, tra le anime dannate. Quindi il poeta latino prende

amorevolmente Dante per mano e lo conduce attraverso la porta.

Parafrasi canto III

versi 1-21

Attraverso me si entra nella città del dolore, attraverso me si va nel dolore eterno, attraverso me si va tra le anime perdute (dannati).

La giustizia ha fatto agire il mio alto Creatore (Dio): mi hanno costruito la potestà divina (Padre), la somma sapienza (Figlio) e il primo amore (Spirito Santo).

Prima di me non fu creato nulla, se non eterno, e io durerò eternamente. Lasciate ogni speranza, voi che entrate qui”.

Io vidi queste parole scritte con colore (o senso) oscuro in cima a una porta, per cui dissi: «Maestro, non ne capisco il senso».

Ed egli mi rispose, come persona saggia: «Qui è necessario abbandonare ogni esitazione, e non bisogna essere vili.

Noi siamo giunti nel luogo dove, come ti ho detto, vedrai le anime dannate che hanno perduto la luce dell’intelligenza divina».

E dopo che mi ebbe preso per mano, con volto sorridente che mi confortò, mi fece entrare in quel luogo separato dal mondo dei vivi (all’Inferno).

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