paracadutisti tedeschi montecassino

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(foto: Creative Commons. According to the German Federal Archive Bundesarchiv German Federal Archive ) & Public Domain. According to the United States copyright law United States Code.

La battaglia di Monte cassino è stata una delle operazioni militari più importanti della Seconda Guerra Mondiale. Anche nota come la Battaglia per Roma.

FOTO ARCHIVIO. Nella calda mattina di primavera del 18 maggio 1944, i primi fanti polacchi entrano stremati tra le macerie deserte dell’abbazia di Montecassino. Le decimate truppe del generale Anders sono i primi soldati della V armata alleata ad arrivare fin lassù, facendosi largo tra i cadaveri in putrefazione sparsi per tutto il costone della montagna. Una delle più dure battaglie della Seconda guerra mondiale è finita. Del più antico monastero della cristianità, fondato nel 529 d.C. da san Benedetto e dove riposano le sue spoglie mortali, restano solo detriti e mozziconi di mura. È stato raso al suolo dal più imponente bombardamento della storia contro un singolo edificio, il 15 febbraio, a cui erano seguiti tre mesi di combattimenti feroci per sloggiare i tedeschi, che si erano trincerati tra le macerie dopo il bombardamento. Ma quando i soldati alleati arrivano a Quota Monastero, i pochi paracadutisti tedeschi, che continuavano tenacemente a resistere da febbraio, se ne erano già andati per evitare di essere accerchiati daigurkha della divisione indiana del generale Francis Tuker, che ha attraversato i monti Aurunci rompendo il fronte nemico, tagliando fuori Cassino e aprendo agli alleati la strada per Roma. Un piano che lo stesso Tuker avrebbe voluto eseguire già a febbraio, d’accordo con il generale francese Alphonse Juin, capo delle truppe nordafricane, per evitare di attaccare i tedeschi frontalmente su Montecassino. Ma la strategia di aggiramento franco-indiana, che forse avrebbe risparmiato migliaia di vite umane oltre che le mura e gli affreschi rinascimentali dell’abbazia, era stata scartata dagli altri vertici della “multietnica” V armata alleata, formata da soldati di ben dodici nazioni diverse e comandata dallo statunitense generale Mark Clark. Quest’ultimo aveva deciso, anche sotto la spinta di sottoposti influenti come il generale neozelandese Bernard Freyberg, che bisognava insistere nell’attaccare frontalmente la linea Gustav (voluta dal feldmaresciallo Kesselring per fermare gli alleati che procedevano da sud verso nord) proprio nel suo punto cardine: la cittadina di Cassino e la montagna alle sue spalle, su cui sorgeva l’antico monastero benedettino, e da cui si dominavano la Valle del Liri e quella del Rapido.