OVIDIO E LE OPERE EROTICHE

OVIDIO E LE OPERE EROTICHE


-Nell’abbondantissima produzione poetica di Ovidio la rigorosa fioritura letteraria dell’età augustea raggiunge il culmine sotto il profilo della perfezione tecnica; il poeta,riprendendo generi già usati in passato, prova a rinnovarli con i termini della variazione virtuosistica, mantenendosi sulla concezione della poesia come divertimento colto e raffinato. La sua opera più importante è un poema mitologico,non ancora rappresentato fino a quel momento nella letteratura latina, intitolato “Metamorfosi”; esso ha esercitato un influsso enorme sulla letteratura antica e moderna perché costituisce una sorta di enciclopedia della mitologia classica.

Ovidio Nasce a Sulmona nel 43 a.C. da una famiglia di rango equestre, si trasferisce poi a Roma per frequentare la scuola classica, così da poter diventare avvocato, cosa che non voleva, perché già da giovane era incline alla poesia. Tutta la sua produzione ha come tema principale l’amore, trattato nelle sue varie sfaccettature; la sua concezione d’amore sembra cambiare dall’età giovanile alla maturità. Sono tre le opere fondamentali in cui tratta dell’amore: gli AMORES (nelle quali tratta di un amore più personale), l’ARS AMATORIA (amore didascalico) e le HEROIDES (nelle quali parla dell’amore nei miti); in queste opere troviamo un Ovidio stravagante, simpatico, tanto che nel parlare d’amore non risponde ai canoni della poetica Augustea, e nemmeno alla sua moralizzazione. Infatti, pare che il Principe si sia vendicato e che l’abbia mandato in esilio su un isola , questa cosa però, non è sicura, in quanto lo stesso Ovidio non ne parla. In realtà il poeta era completamente estraneo alla politica del consenso del Principe, non ero né integrato, né oppositore della sua politica, si preoccupa principalmente, di cogliere l’aspetto delle cose perché a differenza di Orazio e di Virgilio, non vive le sofferenze delle guerre civili e non necessita di propaganda augustea. Morì nel 17 d.C
La prima opera Ovidiana appartiene al genere dell’elegia erotica soggettiva: lo stesso nome “Amores” riprende quello della raccolta di opere di Cornelio Gallo, considerato da Ovidio l’iniziatore dell’elegia amorosa romana. Questa raccolta è divisa in tre libri; in essa viene narrato l’amore per una donna, chiamata con lo pseudonimo di Corinna, che a differenza della Delia di Tibullo o della Cinzia di Properzio appare sempre di più come un personaggio letterario e non una persona reale. Le sue caratteristiche fisiche e psicologiche vengono presentate in modo sfumato, essa viene quindi presentata come un simbolo, e infatti si che rappresenti non solo un amore, ma tutti gli amori di Ovidio. La storia iene narrata nei circa cinquanta carmi,secondo gli schemi e le convenzioni propri del genere: la sofferenza del poeta per l’infedeltà dell’amata, la gelosia causata da rivali ricchi e la contrapposizione amore-ricchezze, l’altra contrapposizione topica fra vita militare e milizia amorosa. Riprendendo queste situazioni tradizionali, il poeta li sviluppa e li varia in modo ingegnoso, con tecnica e gusto; accenna alcuni aspetti dell’elegia già presenti: infatti, non vi è in Ovidio una vera partecipazione passionale a quest’amore, ma piuttosto una concezione dell’amore visto come gioco stimolante e divertente da cui trarre emozioni superficiali. Non mancano però, componimenti in cui il poeta sa dare espressione con efficacia al sentimento amoroso, dimostrando notevoli capacitò di fine penetrazione psicologica; apprezzabile in Ovidio è anche il fatto che pure quando non parla dell’amore con ironia e scetticismo, riesce a mantenere sempre un distacco intellettuale. Con lui la poesia erotico-soggettiva latina prende completamente le distanze dalla passionalità mostrata da Catullo in passato.
Le Heroides appartengono anch’esse al gruppo delle opere erotiche, e sono lettere d’amore in distici elegiaci che s’immaginano scritte da eroine ai loro amanti. Si tratta di una nuova specie di elegia, che non appartiene più al filone soggettivo, ma a quello erotico mitologico; l’innovazione di quest’opera sta nel fatto che i miti d’amore non sono narrati in forma narrativa ma in forma epistolare.
Le lettere sono ventuno: le prime quindici sono scritte da donne ai loro amanti (senza risposta); mentre le altre sei sono organizzate in tre coppie,poiché ciascuna di esse contiene una lettera d’amore e la relativa risposta. Le lettere sono tutte fittizie, e sono lunghi monologhi con cui la donna cerca di convincere l’amante che è lontano a tornare da lei. Nell’intera opera sono stati trovati circa diciotto temi come il sospetto d’infedeltà, la disperazione per la lontananza, la gelosia, e Ovidio li ha trattati quasi tutti in ordine diverso. Le vicende sono tutte molto simili, e le eroine pensano tutte allo stesso modo, e tutte sembrano avere le stesse storie; e perciò anche per questo, il tono dell’opera risulta prevalentemente patetico e pesante.
Con l’Ars Amatoria scritta fra l’1 a.C. e l’1 d.C., invece, Ovidio scrive il suo capolavoro nel campo dell’elegia amoroso, sviluppando in modo innovativo e personale uno degli aspetti tipici del poeta elegiaco: quello didascalico. L’opera è composta da più di duemila versi che si sviluppano in tre libri; in essa Ovidio vuole insegnare due cose principalmente:
1. Come e dove cercare colei che si vuole amare;
2. Come e cosa bisogna fare per far durare a lungo una storia amorosa.
La parola “ars” contenuta nel titolo rinvia alle “artes”, cioè ai manuali che contenevano precetti relativi a materie tecniche. Ovidio punta, con gusto alessandrino, sulla mescolanza dei generi diversi (elegia, epica didascalica ect.) e ai riferimenti letterari, spesso con effetto di vera e propria parodia.
In origine la raccolta doveva essere divisa in due libri soltanto,infatti il terzo è stato aggiunto dopo ed è dedicato alle donne (come la donna deve comportarsi per conquistare un uomo).
L’Ars Amatoria è il primo poema didascalico che tratta di un argomento del genere, ovvero dei comportamenti amorosi e inoltre in essa troviamo tutti caratteri antiaugustei: amore libero, piacere, vita galante.
Completano la produzione erotico-didascalica i “Remedia Amoris” (i rimedi all’amore); un libro di circa 800 versi che tratta dei vari modi grazie ai quali è possibile liberarsi della passione. Prendendo spunto da Lucrezio, afferma che prima di tutto bisogna razionalizzare il sentimento, poi bisogna distrarsi facendo altre attività e cercare di ricordare solo i momenti spiacevoli e non quelli piacevoli. Restano inoltre un centinaio di frammenti di una piccola opera incompiuta i “Medicamina faciei femineae”, nella quale da consigli di cosmesi alle donne.

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