ORFANO DI PASCOLI

ORFANO DI PASCOLI

ANALISI E PARAFRASI


 

ORFANO PARAFRASI
Lenta la neve fioccafiocca, fioccaA Lentamente la neve cade.
Senti: una zana dondola piano piano. B Ascolta: una culla lentamente dondola.
Un bimbo piange, il piccol dito in bocca; A un bambino piange e tiene il ditino in bocca;
Canta una vecchia, il mento sulla mano. B Anta un’anziana, poggia il mento sulla sua mano.
La vecchia canta: intorno al tuo lettino C Un’anziana canta: intorno alla tua culla
C’è rose e gigli, tutto un bel giardino. C C’è un bel giardino con rose e gigli.
Nei bel giardino il bimbo si addormenta D In questo giardino il bambino dorme tranquillo.
La neve fiocca lentalenta, lentaD La neve cadde lentamente.

ROSSO=chiasmo
VERDE=anafora

Caratteristiche formali dominanti nella poesia:

    • Versi: 2 strofe composte da 8 versi endecasillabi.
    • Rime: il ritmo della poesia è sicuramente generato dalla costruzione delle rime, che si articolano in rime alternate nella prima strofa (AB AB) e baciate nella seconda (CC DD).

Ciò permette, a livello ritmico, la creazione di una sorta di “ninna nanna”, la quale evoca un luogo immaginario (un bel giardino) che ritroviamo anche nella poesia “Fides” in cui regnano i gigli, anch’essi ricorrenti in altre opere, come per esempio in quella intitolata “I gigli”.

Timbro: sia per quanto riguarda il primo che l’ultimo verso, si può notare in entrambi dapprima la costruzione di un chiasmo (lenta la neve fiocca – la neve fiocca lenta) e successivamente di un’anafora (fiocca, fiocca, fiocca – lenta, lenta, lenta) che attribuisce un ritmo costante alla caduta della neve.

Questa costruzione dona un forte valore semantico a questi versi, poiché il ritmo così scandito sembra voglia concorrere a trasportare il lettore in un clima di pace e tranquillità, quasi a distogliere l’attenzione alla primaria impressione di tragicità che il titolo impone.

Inoltre tutta la poesia è basata prevalentemente su campi uditivi come per esempio il rumore della culla, il pianto del bimbo e la cantilena dell’anziana e non quindi visivi.

· Stile: in questa opera Giovanni Pascoli utilizza un registro linguistico molto semplice.
Infatti utilizza un lessico, la cui semplicità espressiva è forse l’elemento essenziale che permette al lettore di percepire ciò che l’autore mediante questa opera vuole farci comprendere.
L’autore pone però questa poesia su due livelli, costruendo in questo modo: un significato primario; e il significato secondario, in cui è custodita l’intenzione comunicativa del poeta.

Figure retoriche: la sua avversione nei confronti del mondo esterno è riprodotta all’interno di “Orfano” dalla forte contrapposizione tra il dentro protettivo (cioè la casa) e il fuori, un deserto bianco ma freddo.

Tale contrapposizione è resa dalla particolare circolarità di questa poesia, la quale inizia e si chiude con la stessa immagine.

Per quanto riguarda le figure retoriche d’ordine in questa poesia Giovanni Pascoli inserisce un iperbato (canta una vecchia).

Intenzione comunicativa:

In questa opera il Pascoli vuole esprimere la tragedia e l’illusione che tutto sia bello per il bimbo, il quale però solo apparentemente è cullato da calorosi sentimenti materni. In realtà infatti quest’ultimo è orfano e quindi (secondo il Pascoli) la sua vita sarà solamente destinata ad essere una vita fredda e avara di sentimenti.

Problematiche affrontate:

i temi più ricorrenti sono sicuramente l’illusione, la solitudine, l’infelicità, la libertà e i ricordi del passato. Queste tematiche hanno ispirato anche altre poesie di Giovanni Pascoli come: FIDES,

Più precisamente cerca di descrivere, attraverso le sue poesie, i suoi sentimenti ed il suo pensiero nei confronti del mondo. Infatti la sua struttura poetica, la scelta del lessico da utilizzare e dei contenti delle sue opere, non mostrano di certo una situazione interiore del poeta positiva, anzi, mostrano l’esatto opposto.

Collegamento con la poetica dell’autore:

con la stesura di questa poesia si percepisce chiaramente che Giovanni Pascoli è un poeta di matrice decadente.

Infatti in numerose delle sue opere si comprende la volontà di distaccarsi dal mondo che lo circonda, dalla realtà quotidiana; ed è proprio per tale ragione che si estranea da tutto il mondo esterno sentendosi poi solo e abbandonato, proprio come un orfanello. Inoltre, come per tutti i poeti decadenti, Giovanni Pascoli si rende conto della progressiva perdita della funzione sociale del poeta, però non trova, né cerca una soluzione a questo problema; anzi si isola totalmente dalla società che lo circonda. Si considera anche, come scrive nel suo “Fanciullino” superiore rispetto a tutti gli altri, proprio perché lui riesce a percepire ciò che le persone comuni non riescono a comprendere.