OPERE NICCOLO MACHIAVELLI

OPERE NICCOLO MACHIAVELLI

OPERE NICCOLO MACHIAVELLI

Una figura particolare
Machiavelli non viene ricordato solo come scrittore. Egli fu filosofo, storiografo, pensatore politico, commediografo.
Egli viene considerato il padre fondatore del pensiero politico moderno: infatti tentò per primo di fondare una scienza della politica basata su una ricerca di leggi comportamentali dell’uomo politico.
Fu straordinario autore di commedie (basti pensare all’intramontabile Mandragola) e storiografo dall’eccezionale acutezza interpretativa (Istorie fiorentine); inoltre dedicò ai classici antichi un singolarissimo metodi di studio per confrontarli all’attualità  rendendo così un’interpretazione originalissima della realtà contemporanea.

L’attualità di Machiavelli
Certamente egli continua ad essere il letterato italiano più conosciuto e più letto all’estero di tutti i tempi.
La Chiesa vietò a lungo la pubblicazione e la diffusione dei suoi testi perchè la sua visione laica e spregiudicata della politica offendeva i sentimenti religiosi.
Nonostante ciò il suo pensiero seppe squotere e risvegliare la politica europea. I concetti di stato, di potere, ed i metodi di analisi politica  con Machiavelli cambiarono radicalmente.

La vita

Nasce a Firenze il 3 maggio 1469 (ha 5 anni più di Ariosto). Della sua giovinezza e dei suoi studi si sa ben poco. Dai libri ritrovati, appartenuti al padre, si presume abbia ricevuto una buona cultura.
Abbiamo la prima testimonianza che lo riguarda dal 1498, anno in cui, quasi trentenne, divenne segretario della seconda cancelleria della repubblica fiorentina, l’organismo che si occupava della politica estera. Nel 1501 si sposò.
Manterrà questo incarico per 14 anni, lavorando con una passione innata per la politica. Inviato presso principi e re presso varie città italiane ed europee, egli ebbe modo di osservare e conoscere da vicino i grandi protagonisti della storia del suo tempo. Questa esperienza sarà di grande beneficio per le sue opere della maturità.
In questo periodo di continui incarichi, egli colse varie opportunità per scrivere lettere, trattati, discorsi, considerazioni sulle effettive problematiche che via, via si presentavano alla sua attenzione, in qualità di funzionario di stato. Per esempio, quando viene inviato alla corte di Cesare Borgia ne resta così colpito da scrivere “il tradimento del duca Valentino….” ;  la figura politica del Valentino (Cesare Borgia) verrà ripresa per delineare i requisiti del Principe.
Nel 1512 la famiglia de’ Medici rientra a Firenze dopo 18 anni d’esilio. Machiavelli, essendo funzionario del governo uscente, venne licenziato. Addirittura, un anno dopo, sospettato di aver tramato contro i Medici, viene imprigionato e torturato.
Confinato in una piccola tenuta fuori Firenze, approfittò della reclusione per iniziare a scrivere il Principe. Nel 1516 comincia a frequentare l’accademia degli Orti Oricellari.
Intanto i rapporti con i dè Medici si rasserenano, ottiene qualche incarico e guadagna un po’ di soldi. Gli viene commissionata dal cardinale Giulio dè Medici(futuro papa) una storia di Firenze, le Istorie Fiorentine.
Nel 1521 incontra il letterato Francesco Guicciardini, con il quale instaurerà un vivace rapporto epistolare.
Nel maggio 1527, durante un suo viaggio, apprende che i dè Medici, nel corso di un’insurrezione della città, sono stati di nuovo cacciati da Firenze: egli torna immediatamente a casa ma dopo appena un mese, il 21 giugno, muore per il riacutizzarsi di un’ulcera gastrica (anche se qualcuno pensa potesse trattarsi di infarto)

Le opere in Ordine cronologico

Le opere di Machiavelli sono tante e varie: trattati, discorsi, lettere, commedie, storiografie.

1499 – Discorso sopra Pisa
1503 – Parole da dirle sopra la provisione del danaio
1503 – Il tradimento del duca Valentino al Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo et altri
1503 – De natura gallorum
1504 – Decennale primo
1509 – Provvedimenti per la riconquista di Pisa
1510 – Ritracto di cose di Francia
1512 – Ritracto delle cose della Magna
1512 – Ai palleschi
1513 – Il principe
1514 – Decennale secondo
1517 – L’asino
1518 – La mandragola
1518 – Belfagor arcidiavolo
1518 – Discorso intorno alla nostra lingua
1519 – Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio
1520 – Dell’arte della guerra
1520 – Vita di Castruccio Castracani
1521 – Discursus florentinarum rerum
1525 – Istorie fiorentine
1525 – Clizia

Le lettere
Ci sono pervenute circa 300 lettere tra private e diplomatiche. Non essendo nate consapevolmente per far parte di un epistolario, esse sono diversissime per tono e argomento.
Quelle private, scritte a parenti ed amici, come Guicciardini (letterato) e Vettori (uomo politico), sono occasione per comprendere il suo temperamento scanzonato ed irriverente, soggetto a frequenti sbalzi d’umore, dal beffardo al malinconico.
Delle lettere diplomatiche, rimangono analisi accuratissime di realtà politiche o previsioni di mosse dei grandi protagonisti della storia europea.

I discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio
L’opera risulta scritta nel periodo in cui Machiavelli frequentava gli Orti Oricellari: infatti è dedicata a Cosimo Rucellai, l’animatore di quelle riunioni di intellettuali.
Trattiamo quest’opera perchè essa è complementare del Principe come argomentazione politica. Tra le due opere vi è un’evoluzione di pensiero, cambiano i soggetti dell’osservazione, al posto del principe c’è la collettività, il popolo, che è il vero protagonista dei Discorsi, però la finalità è la stessa: cercare un modello di comportamento politico di successo.
Alcuni pensieri tratti dai Discorsi sono di grande lungimiranza.
Per Machiavelli il diffondersi della corruzione è un processo inevitabile, perchè lo Stato, come ogni organismo, nasce, invecchia e muore,  ed è pertanto soggetto alla decadenza. Il compito dei politici è saper ritardare questo processo degenerativo.
Ai Discorsi appartengono altre intuizioni geniali, quali, ad esempio, l’elogio alla costituzione romana, che aveva permesso alle componenti della repubblica di esprimere liberamente i propri legittimi interessi senza generare conflitti civili: visione che anticipava di due secoli l’organizzazione dello stato liberale.
Nei discorsi, Machiavelli parte dall’analisi della storia di Roma fino ai suoi tempi, avvalendosi della testimonianza di Tito Livio (storico non sempre oggettivo, perchè tende a giustificare il comportamento romano a costo di falsificare gli eventi).
Machiavelli studia attentamente l’organizzazione politica della Roma antica, che egli ammira profondamente, non limitandosi ad una sterile osservazione: egli ne individua la logica, dall’analisi dei fatti, dal comportamento dei politici, cercando modelli adattabili alla politica attuale.
Egli tocca vari aspetti della politica e della storia: il ruolo della religione, i valori della comunità, la salvaguardia della libertà; si parla di guerra e di politica estera. Ed ancora: filosofia, filologia (in questo contesto si parla della manipolazione di fonti storiche).
L’opera è un insieme di saggi, in tutto 142, raggruppati per 3 libri che in linea generale sono organizzati per  tematiche, anche se non in modo rigido: segno che Machiavelli ha composto i libri nell’ordine in cui li ha scritti, senza badare troppo alla classificazione dei testi.