Omero Il Proemio dell’Iliade

Omero Il Proemio dell’Iliade

Omero Il Proemio dell’Iliade


  • Vincenzo Monti (1810)
  • Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
  • l’ira funesta, che infiniti addusse
  • lutti agli Achei, molte anzi tempo all’Orco
  • generose travolse alme d’eroi
  • e di cani e d’augelli orrido pasto
  • lor salme abbandonò (così di Giove
  • l’alto consiglio s’adempìa), da quando
  • primamente disgiunse aspra contesa
  • il re de’ prodi Atride e il divo Achille.
  • Parafrasi

Quella che segue è la parafrasi del Proemio dell’Iliade. La parafrasi è la riscrittura in prosa di un testo poetico, fatta in modo da semplificarne la comprensione.

Nella riga  in grassetto trovate il testo di partenza, con i versi divisi dalla barra ( / ); nella riga in nero le parole del testo di partenza sono riordinate in maniera più comprensibile e lineare; nella riga in in corsivo, infine, trovate la parafrasi vera e propria, in cui tutte le espressioni “difficili” sono riscritte utilizzando termini più comuni (ad es. “Diva” → “Dea”, oppure “addusse infiniti lutti” → “causò moltissime morti”).

Cantami, o Diva, del Pelìde Achille / l’ira funesta che infiniti addusse / lutti agli Achei,
O Diva, cantami           l’ira funesta                  del Pelìde Achille            che addusse infiniti lutti agli Achei,
O Dea, raccontami in versi l’ira portatrice di morte di Achille, figlio di Peleo, che causò moltissime morti tra gli Achei,
molte anzi tempo all’Orco / generose travolse alme d’eroi, / e di cani e d’augelli orrido
travolse all’Orco anzi tempo         molte generose alme d’eroi,              e abbandonò lor salme
gettò nell’Aldilà prima del tempo le anime di molti eroi coraggiosi, e abbandonò i loro cadaveri [perché fossero]
pasto / lor salme abbandonò (così di Giove / l’alto consiglio s’adempìa), da quando /
pasto orrido di cani e d’augelli        (s’adempia così l’alto consiglio di Giove), da quando
il pasto terrificante di cani e uccelli (si compiva così il volere di Giove),            da quando
primamente disgiunse aspra contesa / il re de’ prodi Atride e il divo Achille.
primamente           aspra contesa disgiunse           Atride       il re de’ prodi                e il divo Achille.
per la prima volta un violento litigio divise il figlio di Atreo [Agamennone], re dei coraggiosi, e il divino Achille.

Eccovi quindi la parafrasi completa, riscritta tutta di seguito.
O Dea, raccontami in versi l’ira portatrice di morte di Achille, figlio di Peleo, che causò moltissime morti tra gli Achei, gettò nell’Aldilà prima del tempo le anime di molti eroi coraggiosi, e abbandonò i loro cadaveri perché fossero il pasto terrificante di cani e uccelli (si compiva così il volere di Giove), da quando per la prima volta un violento litigio divise il figlio di Atreo Agamennone, re dei coraggiosi, e il divino Achille.


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