ODISSEA PARAFRASI LIBRO XII

ODISSEA PARAFRASI LIBRO XII

ODISSEA PARAFRASI LIBRO XII

Epica Parafrasi Libro XII Versi 151-200

Noi, manovrati velocemente i paranchi, stavamo seduti lungo la nave; la dirigevano il vento e il pilota. Ma io, sconvolto in cuore, dicevo ai compagni: “Oh cari, non dobbiamo essere in pochi a conoscere il futuro che mi ha svelato Circe, la dea luminosa, ma li dirò affinché possiamo o morire sapendolo, oppure scampare, evitando la morte e le Chere. Per prima cosa, ordinava di fuggire dalla voce canora che le Sirene inviano dal loro prato fiorito.

Solo a me ha ordinato di ascoltare quel canto; ma voi con legami strettissimi dovete legarmi, perché resti fermo, in piedi sulla base dell’albero: attaccatemi là con le corde. E se vi pregassi e vi ordinassi di sciogliermi, voi stringetemi con più nodi!” Mentre spiegavo le istruzioni di Circe ai compagni la nave spinta da un vento favorevole arrivò rapidamente all’isola delle Sirene. Immediatamente il vento cessò,vi fù una calma improvvisa,un dio addormentava le onde. I compagni levarono e piegarono le vele, le deposero nella stiva della nave e una volta posizionati ai remi, con foga iniziarono a remare. Io invece, con un’ affilata lama di bronzo avevo tagliato un disco di cera a pezzetti e li stavo premendo tra le mani con forza. Per la forte pressione e il calore del sole la cera si ammorbidì e la spalmai sulle orecchie di tutti i miei compagni. Loro mi legarono mani e piedi con le funi e mi fissarono saldamente all’albero della nave, poi sedettero e remarono con forza.

Ma, nonostante fossimo veloci la nave non passò inosservata alle sirene e non appena fummo a una distanza che ci consentiva udirle intonarono un canto soave: ” Vieni, famoso Ulisse, eroe dei greci, ferma la nave, così potrai ascoltarci. Nessuno è mai passato di qui senza fermarsi ad ascoltare il dolce suono del nostro canto, chi si è fermato se ne è andato dopo avere provato piacere e acquisito più conoscenza. Noi sappiamo quante sofferenze patirono a Troade gli Achei e i Troiani per il volere degli dei; sappiamo tutto quello che è successo su quella fertile terra”.

Dissero queste parole cantando con voce soave: tutto me stesso voleva ascoltarle, facendo segno con gli occhi ordinai ai miei compagni di slegarmi, ma loro remavano curvi. Prontamente Perimede ed Euriloco si alzarono e strinsero di più le funi che mi legavano. Quando oltrepassarono le sirene e non si poteva più sentire nè la loro voce nè il loro canto, i fidati compagni si tolsero la cera dalle orecchie e mi slegarono

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