Odissea Libro VII dal vv 81-132

Odissea Libro VII dal vv 81-132


Ulisse, dopo il primo incontro con Nausicaa, sulla spiaggia dell’isola dei Feaci ove la tempesta lo ha fatto approdare,è guidato da Atena, sotto le sembianze di una giovane che regge una brocca d’acqua attinta a una fonte, verso il palazzo di Alcinoo, re di quel popolo e padre di Nausicaa. Quest’ultima ha già raggiunto la reggia con le sue ancelle. Ulisse vi arriva non visto da alcuno perché protetto da una nube che lo rende invisibile, dopo aver osservato l’alacre vitalità del luogo: il porto con le navi allestite e pronte a salpare, le possenti fortificazioni culminanti con pali, i vivaci luoghi di incontro delle piazze. Finalmente giunge al palazzo, che ammira per la sua sontuosità e ricchezza.


81 […] Odisseo allora
si volse al famoso palazzo di Alcinoo; molto meditò
nel suo cuore, fermandosi, prima di varcare la soglia di bronzo.
Perché v’era un chiarore come di sole o di luna
85 nella casa dall’alto soffitto1 del magnanimo Alcinoo:
muri di bronzo correvano ai lati,
dalla soglia all’interno, orlati da un fregio azzurrino;
porte d’oro serravano la solida casa di dentro;
stipiti d’argento si ergevano sulla soglia di bronzo;
90 d’argento l’architrave, la maniglia era d’oro.
Ai lati v’erano cani, d’oro e d’argento,
che Efesto aveva foggiato con mente ingegnosa
per guardare il palazzo del magnanimo Alcinoo,
immortali e senza vecchiaia in eterno.
95 Al muro stavano troni, ai due lati,
in fila dalla soglia all’interno e v’erano posti sopra
dei drappi sottili, ben fatti, un lavoro di donne.
I capi feaci solevano sedersi su di essi
per bere e mangiare: ne avevano sempre.
100 Giovani d’oro su basi ben costruite
stavano ritti con in mano fiaccole accese,
rischiarando ai convitati nella casa le notti.


Cinquanta donne servono Alcinoo in casa:
alcune sulla mola macinano grano color mela,
105 altre tessono tele e filano lane,
sedute, come le foglie di un altissimo pioppo.
Dai fili sospesi al telaio fila fluido olio.
Come i Feaci sono più esperti di tutti gli uomini
nel guidare una nave veloce sul mare, così sono esperte
110 di tessuti le donne. Atena concesse loro
di conoscere i lavori più belli e i pensieri più nobili.
Oltre il cortile, vicino alle porte, v’è un grande giardino
di quattro misure: ai due lati corre un recinto.
Grandi alberi rigogliosi vi crescono,
115 peri e granati e meli con splendidi frutti,
fichi dolcissimi e piante rigogliose d’ulivo.
Mai il loro frutto marcisce o finisce,
né inverno né estate: è perenne. Sempre
lo Zefiro gli uni fa crescere, gli altri matura, soffiando.
120 Invecchia sulla pera la pera, sulla mela la mela,
sul grappolo il grappolo, il fico sul fico.
È piantata lì la sua vigna ricca di frutti:
una parte, esposta ai raggi su un aperto terreno,
è seccata dal sole; le altre uve invece le colgono,
125 altre ancora le pigiano. Davanti sono grappoli acerbi,
che gettano il fiore e altri che imbrunano.
Lungo l’estremo filare crescono verdure diverse
in bell’ordine, che brillano per tutto l’anno.
Vi sono due fonti. Una si spande per tutto il giardino,
130 l’altra sotto la soglia dell’atrio scorre
verso l’alto palazzo: i cittadini attingono ad essa.
Questi, gli splendidi doni degli dèi nella casa di Alcinoo