ODISSEA 1-12 TRADUZIONE

ODISSEA 1-12 TRADUZIONE


-Narrami, o Musa, l’uomo dall’agile mente

che a lungo andò vagando, poi che cadde Troia, la forte città, e di molte genti vide le terre

e conobbe la natura dell’anima, e molti dolori patì nel suo cuore lungo le vie del mare, lottando per tornare in patria coi compagni. Ma per loro follia (come simili a fanciulli!), non li poté sottrarre alla morte,

poi che mangiarono i buoi del Sole, figlio del cielo, che tolse loro il tempo del ritorno. Questo narrami, o dea, figlia di Zeus,

e comincia di dove tu vuoi.

(Odissea, libro I, vv. 1-12, trad. di S. Quasimodo, Mondadori, Milano, 1951)


Parafrasi

O Musa, narrami dell’uomo dotato di un mente vivace e sveglia [dell’uomo dotato di intelligenza] che a lungo [ben dieci anni!] andò vagando, dopo che la forte città di Troia cadde [dopo la distruzione di Troia], e che vide [visitò] le terre di molti popoli, conobbe le caratteristiche dell’animo umano, e che lungo le vie del mare [correndo sul mare, cioè navigando] soffrì nel suo cuore molti dolori lottando per tornare nella sua patria [Itaca] in salvo insieme con i suoi compagni. Ma non poté sottrarli alla morte a causa di una loro scelta irresponsabile, simile a quella di un fanciullo, cioè aver mangiato i buoi sacri al dio Sole [Elios], figlio del titano Iperione, il quale [cioè Elios] fece in modo che non potessero ritornare in patria [cioè li fece morire].

Narrami di queste vicende, o dea figlia di Zeus [Calliope], e inizia pure dal punto che vuoi.


La struttura circolare del proemio

Narrami, o Musa, l’uomo dall’agile mente
che a lungo andò vagando, poi che cadde Troia,
la forte città, e di molte genti vide le terre
e conobbe la natura dell’anima, e molti dolori
patì nel suo cuore lungo le vie del mare,
lottando per tornare in patria coi compagni.

Dopo l’invocazione alla musa, il poeta presenta
il protagonista con le sue caratteristiche interiori.


Ma per loro follia (come simili a fanciulli!),
non li poté sottrarre alla morte,
poi che mangiarono i buoi del Sole, figlio del
cielo,
che tolse loro il tempo del ritorno.

L’attenzione è spostata sui compagni di Ulisse,
che appaiono dotati di caratteri opposti a quelli
dell’eroe: alla saggezza e alla capacità di soffrire
e di dominarsi di Odisseo si contrappongono la
follia, la stoltezza e l’empietà dei suoi compagni,
tanto da scatenare la terribili punizione del dio
Sole.


Questo narrami, o dea, figlia di Zeus,
e comincia di dove tu vuoi.

Riprende, con una disposizione circolare,
l’invocazione iniziale, anticipando, con
l’espressione di dove vuoi, la struttura del tutto
originale del poema (che inizia nel mezzo delle
vicende – in medias res -, o meglio verso la fine
delle avventura, e poi con un lungo flashback
recupera e narra gli eventi passati) .