NUMERI ROMANI
                   Come funzionano?
Li ritroviamo ancora oggi sugli orologi, sui libri e su tanti antichi monumenti: i numeri romani sono stati, per secoli, il principale sistema di numerazione, e non solo in Italia. Come funzionano? Qual è la loro origine? Scopriamolo insieme.
Come senz’altro saprai, nell’antica Roma il sistema numerico era diverso dal nostro. Ogni numero era indicato con un simbolo, o con la combinazione tra loro di alcuni di questi simboli, che probabilmente ebbero origine dall’intaglio di una tacca sul legno o altri materiali.Â
Ecco qui la tabella con i simboli di base:
- Â I = 1
- Â V = 5
- Â X = 10
- Â L = 50
- Â C = 100
- Â D = 500
- Â M = 1000
Il sistema numerico romano ha poche semplici regole. Se in una sequenza il primo simbolo è quello di maggiore valore, per ottenere il risultato bisogna sommare (ad esempio XVIII = 18, CXV = 115); viceversa, se il valore del primo simbolo è inferiore al secondo si deve sottrarre (ad esempio IX = 9, XL = 40).Â
Occorre ricordare che la sottrazione è stata introdotta solo durante il Medioevo, perché nell’antica Roma il sistema era solo additivo, e cioè i simboli venivano ripetuti fino a quattro volte, per ottenere la cifra desiderata. Ad esempio in molti degli 80 ingressi del Colosseo, si trova ancora il numero quattro scritto così: IIII e non così: IV.
I simboli I, X, C e M possono essere ripetuti consecutivamente, di solito massimo tre volte, mentre i simboli V, L e D non possono essere mai usati più di una volta consecutiva.