NOVEMBRE PASCOLI

NOVEMBRE PASCOLI


-Questa lirica venne inclusa nella prima edizione di Myricae. Il tema generale di questa poesia è l’analisi del paesaggio invernale e una riflessione sulla fragilità della vita. Il poeta descrive una limpida giornata di novembre caratterizzata dall’aria così nitida e luminosa che verrebbe naturale cercare con lo sguardo alberi in fiore e avvertire l’odore del biancospino. Ma il paesaggio si svela per quello che è: privo di vegetazione (brullo) e autunnale, secco e scuro. La natura è penetrata dal silenzio, interrotto solamente dal soffiare del vento e dal cadere delle foglie.


NOVEMBRE POESIA TESTO

Gemmea l’aria, il sole così chiaro
che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
e del prunalbo l’odorino amaro
senti nel cuore…
Ma secco è il pruno, e le stecchite piante
di nere trame segnano il sereno,
e vuoto il cielo, e cavo al piè sonante
sembra il terreno.
Silenzio, intorno: solo, alle ventate,
odi lontano, da giardini ed orti,
di foglie un cader fragile. E’ l’estate
fredda, dei morti.


La descrizione naturalistica sfuma nel simbolo: simbolo di morte

Fin dall’inizio vi è una descrizione primaverile, ma questo paesaggio è solo illusorio (v:4).Non si sente realmente il profumo del biancospino.Ciò significa che  il reale non è quello che appare, ma è qualcosa di sfuggevole, illusorio, misterioso.Ciò che a noi sembra primavera, non  è percepito dai sensi, ma dall’immaginazione. “senti nel cuore” è il “fingo” leopardiano.

La poesia di Pascoli è evocativa, non descrittiva. Il poeta, cioè, non si ferma al dato fisico, MA VA AL DI LA’  ( e questo lo collega al decadentismo).

Dopo la prima illusione , si passa ad uno stacco fortissimo con il “ma”, che indica come la realtà sia diversa dall’immaginazione.

Intorno c’è silenzio , ma ci sono due rumori (le ventate e il cader delle foglie) , che simboleggiano la MORTE.

(estate/ fredda= ossimoro)

TECNICHE:    

il ritmo è spezzato dalla punteggiatura (“Solo, alle ventate”; “Silenzio, intorno”), dalla virgola prima della congiunzione “e”(v.7); e dagli enjambement( vv.1-2; 7-8; 11-12);

assenza del verbo (= sintassi nominale);

chiasmo al verso 1 che permette di evidenziare due aggettivi: “gemmea/ chiaro”;

allitterazioni (“secco-stecchite”; “vuoto-cavo”;”foglie-cader-fragile”)che testimoniano l’attenzione di Pascoli per i suoni;

sinestesia : “odorino amaro” ( che è anche allitterazione), non è un sentire olfattivo.

Con queste tecniche Pascoli crea una realtà ambigua, illusoria, perché  la realtà cela sempre la presenza della morte.


NOVEMBRE PASCOLI PARAFRASI

L’aria è limpida e fredda come una gemma, il sole è così luminoso che si ricercano con lo sguardo gli albicocchi in fiore, sentendo nel cuore l’odore amarognolo del biancospino. Ma l’albero del biancospino è secco, le piante scheletrite lasciano una traccia nera nel cielo sereno, il cielo è deserto, e il terreno sembra vuoto e sordo al piede che lo calpesta. Intorno c’è silenzio, soltanto grazie ai colpi di vento, si sente lontano un fragile cadere di foglie, proveniente dai giardini e dagli orti. È la fredda estate dei morti.


ANALISI LIVELLO TEMATICO E FONETICO

Analisi (Livello tematico e fonetico) In questa lirica P. descrive la natura in quel particolare momento dell’anno chiamato “estate di S.Martino” Sono i giorni vicini all’11 novembre, ricorrenza di S. MArtino, durante i quali il clima improvvisamente si addolcisce, il sole splende nell’aria limpida, cosicché si ha l’impressione che sia tornata l’estate. Ma in realtà quel paesaggio primaverile si colloca in un’altra dimensione rispetto a quella reale: la realtà non è quella che appare, la primavera è solo illusoria; gli albicocchi in fiore, il profumo del biancospino non sono veramente percepiti con i sensi, ma creati dall’immaginazione , quindi il poeta, piuttosto che celebrare la rinascita, anche se breve, della bella stagione, pone invece l’accento sull’inganno della natura che cela dietro illusorie immagini di vita la realtà della morte.
La lirica è costituta da tre quadri staccati, ognuno dei quali coincide con una strofa.
La I ci presenta immagini di luce, di vita e di calore e queste sensazioni sono accentuate dal succedersi di suoni chiari e aperti (gemmea, aria, chiaro) e da una serie di rime, assonanze (sole/fiore) e consonanze (chiaro/fiore, amaro/cuore). In contrasto con il carattere illusionistico dei vv. è la precisione con cui P. designa i nomi delle varie piante (albicocchi, prunalbo, pruno).
Nella II strofa, introdotta dalla congiunzione avversativa “ma”, si ha un rovesciamento delle immagini con cui si era aperta la lirica, che rivelano tutta la loro ingannevole illusorietà. La realtà, infatti, è molto diversa da come appare, non c’è vita, ma segnali di morte nei vari elementi naturali, infatti il pruno è secco, le piante sono stecchite, il cielo è vuoto, il terreno è cavo; ovunque c’è assenza di vita e quindi anche di luce (le “nere trame”) e di suono: nell’aria non si ode il cinguettio degli uccelli, perché il cielo è “vuoto”.
La ricerca di effetti sonori attraverso le allitterazioni (in “s” : segnano, sereno, sonante, sembra; in “r”: nere, trame; in “v” : vuoto, cavo), rafforza l’idea di aridità e di durezza; in questo modo il poeta crea una contrapposizione fra la I e la II strofa che vede nella prima l’idea di luce, di vita e di apparenza, mentre nella seconda, in perfetta corrispondenza, quella di nero, di morte, di realtà.
La III strofa accentua le sensazioni di morte dei vv. precedenti attraverso 1) Il dato uditivo, collocato all’inizio del primo verso (silenzio), che crea un’atmosfera funebre; 2) La sinestesia (ed ipallage ) “cader fragile” dove l’agg. “fragile”, legato al verbo piuttosto che al sostantivo, rafforza l’idea della precarietà e della morte.. Se sul piano letterale sono le foglie ad essere definite fragili, a livello simbolico l’immagine allude alla precarietà della vita umana. Il suono della parola, poi, sembra riprodurre il rumore prodotto dalle foglie secche quando vengono calpestate 3) L’ossimoro “estate,/fredda, dei morti” che è l’immagine più forte del componimento, da cui è stata originata l’intera lirica. Con questo accostamento, sottolineato dall’enjambement, l’estate di S.Martino viene avvicinata alla ricorrenza del ricordo dei defunti e si carica così di un significato triste, funebre. Inoltre la collocazione dell’agg. “fredda” nell’ultimo verso è in posizione simmetrica rispetto a quella dell’aggettivo “gemmea” del primo e ciò mi sembra accentuare l’opposizione vita/morte di cui tratta l’intero componimento.


LIVELLO SINTATTICO

Livello sintattico Al mondo complesso e tormentato del poeta sembra corrispondere la struttura linguistica della poesia. La sintassi è frantumata attraverso le continue ellissi del verbo essere (Gemmea l’aria; il sole così chiaro; e vuoto il cielo), o l’uso dello stile nominale (silenzio, intorno); all’effetto contribuisce anche il fatto che il periodo e l’unità ritmica del verso sono continuamente spezzati da pause, segnate da una fitta interpunzione che rende quasi affannosa la lettura del periodo e vuole forse rendere il conflitto che si cela al fondo dell’anima pascoliana.

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