NICCOLO’ MACHIAVELLI VITA

NICCOLO’ MACHIAVELLI VITA

NICCOLO’ MACHIAVELLI VITA


La vita
Niccolò Machiavelli nacque a Firenze nel 1469 da una famiglia borghese di buone tradizioni
culturali: il padre Bernardo, impiegato nel campo giudiziario, possedeva una piccola biblioteca.
Machiavelli ricevette un’educazione umanistica anche se non imparò mai il greco. Sin dalla sua
giovinezza il suo interesse fu indirizzato verso una cultura materialistica e laica. A circa 30 anni
cominciò la sua carriera nel campo politico. Si candidò alla segreteria della cancelleria di Firenze
senza successo in quanto fu battuto da un sostenitore del leader fiorentino del tempo, Gerolamo
Savonarola. In seguito alla caduta di Savonarola, Machiavelli si ricandidò questa volta con
successo. Gli furono affidati diversi incarichi di notevole importanza e responsabilità nei campi di
politica estera e militare. È proprio grazie al lavoro in segreteria che Machiavelli apprese una
notevole esperienza diretta della politica dalla quale trasse poi riflessioni e teorie molto profonde.
Gli furono affidati diversi incarichi diplomatici:
nel 1499 si recò a Pisa; nel 1500 in Francia; nel 1502 si recò presso Cesare Borgia il quale, con
l’aiuto del Papa, suo padre, era riuscito ad ottenere il ducato di Urbino. Machiavelli rimase molto
affascinato dalla politica spregiudicata che Cesare Borgia stava attuando per espandere i propri
possedimenti.
Contemporaneamente alla sua attività politica Machiavelli si dedicò anche all’attività letteraria. Fu
proprio in questo periodo che iniziarono a comparire e maturare le idee, poi raccolte nelle sue opere,
come la necessità di un esercito, non più mercenario, ma alle dirette dipendenze dello stato e
composto dai cittadini stessi. Si applicò lui in prima persona per formare questo tipo di esercito
divenendo segretario della magistratura dei Nove.
Insieme all’amico Francesco Vettori compì diversi viaggi per l’Europa, restando affascinato dalla
compattezza di popoli, come gli svizzeri ed i tedeschi, di grandi tradizioni militari che si rifacevano
al popolo della Roma repubblicana.
In seguito allo scontro tra la Francia e la Lega Santa, conclusasi con la vittoria di quest’ultima con
la relativa sconfitta e caduta della repubblica di Firenze (alleata dei francesi), Machiavelli fu
licenziato da tutti i suoi incarichi per mano dei Medici che ritornarono al potere.
Nel 1513, sospettato di aver preso parte ad una congiura ai danni dei Medici, fu inizialmente
arrestato per poi essere costretto all’esilio nel suo podere di San Casciano. In questo periodo si
dedicò agli studi ma non tralasciò la vita politica. Difatti mantenne una fitta corrispondenza con il
Vettori (ambasciatore a Roma per conto di Firenze) proprio riguardante la situazione politica del
tempo ed anche riguardante la sua situazione personale piena di amarezza. Fu proprio in questo
periodo che scrisse “Il Principe” e “La mandragola”.
Dopo un breve periodo di tempo cercò di riavvicinarsi ai Medici per ottenere degli incarichi politici.
Ci riuscì soltanto in seguito alla morte di Lorenzo quando a capo della città fiorentina vi era Giulio.
In uno di questi nuovi incarichi venne a conoscenza di Francesco Guicciardini. Ritornato a Firenze
si accostò ad un gruppo di intellettuali ammiratori della Roma repubblicana.
Nel 1527, in seguito alla nuova caduta dei Medici, si re-instaurò la repubblica che non gli diede
molta importanza a causa del suo avvicinamento alla famiglia caduta.
Machiavelli morì il 21 giugno 1527 in seguito ad un malore improvviso.

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