Muse
Le vengono citate da Dante nel proemio delle prime due cantiche, invocandone l’aiuto poetico secondo la tradizione classica: in Inf. II 7 (con il generico appellativo di «Muse») e in Purg. I 8-9 (invocate come «sante Muse»: in particolare è citata Calliope). Nella mitologia greca le Muse erano nove sorelle figlie di Zeus, padre di tutti gli dèi e dio del cielo e del tuono, e di Mnemosine, figlia di Urano e Gea, personificazione della memoria. Originariamente esse furono venerate come Ninfe delle sorgenti e divinità delle fresche acque; in seguito ad ognuna venne associata una o più arti:
Clio (“colei che rende celebre”, musa del canto epico e della storia: il suo simbolo è la pergamena);
Euterpe (“colei che rallegra”, musa della poesia lirica e della musica: i suoi simboli sono le tibie e il flauto);
Talia (“colei che è festiva”, musa della commedia: i suoi simboli sono la maschera comica, il bastone e la ghirlanda d’edera);
Melpomene (“colei che canta e danza”, musa della tragedia: i suoi simboli sono la maschera tragica, il bastone di Ercole, i sandali coturni e la spada);
Tersicore (“colei che si diletta nella danza”, musa della danza e della lirica corale: i suoi simboli sono la corona d’alloro e la lira);
Erato (“colei che provoca desiderio”, musa della poesia amorosa, della mimica, del canto corale e della geometria: i suoi simboli sono il rotolo di pergamena, il mirto, la corona di rose e il plettro);
Polinnia (“colei che ha molti inni”, musa del canto sacro, del mimo e della danza rituale: Non ha simboli, ma spesso è raffigurata con velo e mantello);
Urania (“colei che è celeste”, musa dell’astronomia: i suoi simboli sono il bastone e il globo celeste);
Calliope (“colei che ha una bella voce”, musa della poesia epica: i suoi simboli sono la tavoletta ricoperta di cera e lo stilo).
Le Muse erano le dee del canto e della poesia ed erano coloro che ispiravano poeti e cantori per la produzione delle loro opere. Prima di Esiodo non era ben chiaro il numero delle muse: sette se ne conoscevano a Lesbo, quattro o otto in altri luoghi, mentre nei poemi omerici esse compaiono in numero indeterminato e soltanto una volta se ne dà il numero preciso di nove.
[A. M.]
Bibliografia
AA.VV., Enciclopedia italiana Treccani, I-XXXVII, Roma 1929-1937.
Sitografia
focusjunior.it
storia-e-mito.webnode.it
booksblog.it