Morte Cerebrale

Morte Cerebrale

Morte Cerebrale


Generalità

Si parla di morte cerebrale quando il cervello, più precisamente il tronco encefalico, interrompe in maniera permanente la propria attività. Tale cessazione funzionale si accompagna a diversi segni caratteristici: su tutti, l’assenza di respiro autonomo e di qualsiasi riflesso di base; nel tronco encefalico troviamo infatti dei centri nervosi molto importanti, che controllano la respirazione, i riflessi pupillari ed altri riflessi vitali.
La diagnosi di morte cerebrale dev’essere effettuata, per diversi motivi, da un team di medici specialisti e prevede diversi test mirati.
Un paziente in stato di morte cerebrale può essere collegato a un respiratore artificiale per mantenere in vita gli organi trapiantabili.

Cosa si intende per morte cerebrale?

Si parla di morte cerebrale quando il cervello di una persona, più precisamente il tronco encefalico, cessa di svolgere qualsiasi attività. In questo stato, la perdita di coscienza è definitiva, così come la risposta a qualsiasi stimolo esterno.

Un individuo, al quale viene diagnosticata la morte cerebrale, è da considerarsi morto, ma può essere collegato a una macchina per la respirazione artificiale.

 Morte cerebrale e stato vegetativo

IL TRONCO ENCEFALICO

Il tronco encefalico è quella regione dell’encefalo che collega il cervello propriamente detto al midollo spinale. Per la posizione che occupa, può essere considerato come la base dell’encefalo.

Il tronco è diviso in tre parti: mesencefalo, ponte e midollo allungato.Morte Cerebrale
Punto di partenza di quasi tutti i nervi cranici (fanno eccezione quelli associati all’olfatto), il tronco encefalico controlla diverse funzioni vitali, come la respirazione, il battito cardiaco, la deglutizione e la pressione sanguigna.
Alla luce di ciò, può intuirsi perché un danno, recato a questa porzione di cervello, possa avere conseguenze tanto drammatiche come la morte cerebrale.

 Tronco Encegalico

Cause di morte cerebrale

La morte cerebrale sopraggiunge nel momento in cui il flusso di sangue destinato al cervello si interrompe in modo drastico.
L’interruzione del rifornimento di sangue. e del relativo supporto di ossigeno, può verificarsi principalmente per le seguenti ragioni:

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Arresto cardiaco. È la situazione in cui il cuore smette improvvisamente di battere, privando così di ossigeno il cervello e tutti gli altri organi del corpo.

Attacco di cuore. Si verifica quando il flusso di sangue, che irrora il cuore, si interrompe improvvisamente. Ciò determina un danno al miocardio, il muscolo del cuore, e una riduzione dell’attività cardiaca.

Ictus. È caratterizzato dal mancato afflusso di sangue ad una regione più o meno ampia del cervello. L’ictus può essere di tipo ischemico o emorragico; se è ischemico, vuol dire che alla sua origine c’è un’ostruzione dei vasi arteriosi del cervello; se è emorragico, vuol dire che a causarlo sono la rottura di un vaso arterioso cerebrale e la conseguente perdita di sangue.

Trombosi e/o embolia. Un coagulo di sangue, fisso (trombo) o mobile (embolo), può ostruire i vasi sanguigni e interrompere il flusso di sangue in direzione dell’encefalo.

CAUSE MINORI

Sebbene accada più raramente, è possibile che la morte cerebrale sopraggiunga anche dopo un grave trauma alla testa, un’infezione dell’encefalo (encefalite) o un tumore cerebrale.

Differenze tra morte cerebrale e stato vegetativo

La morte cerebrale e lo stato vegetativo sono due condizioni patologiche differenti. Nel primo caso, infatti, le risposte dell’encefalo sono completamente inesistenti, mentre nello stato vegetativo permane ancora una minima attività cerebrale. In effetti, nonostante non ne abbia consapevolezza e non reagisca all’ambiente circostante, un individuo in stato vegetativo è vigile, ha gli occhi aperti, un battito regolare, respira autonomamente e presenta ancora i riflessi tipici del tronco encefalico (per esempio, i riflessi corneale e faringe

Principali differenze tra morte cerebrale e stato vegetativo
Nello stato vegetativo

Segni di coscienza

Respirazione autonoma

Battito cardiaco regolare

Riflessi del tronco encefalico

Ritmi sonno-veglia normali

Possibilità, seppur minima, di un recupero

Nella morte cerebrale

Assenza di coscienza

Assenza di respiro autonomo

Assenza di battito

Assenza di qualsiasi riflesso tronco encefalico

Sopravvivenza possibile solo grazie alla respirazione artificiale

Recupero impossibile

TIPI DI STATO VEGETATIVO. LE CAUSE

Sebbene lo stato vegetativo si presenti sempre con le stesse caratteristiche, possono distinguersene due forme: una persistente e una permanente.
Uno stato vegetativo è classificato come persistente quando si protrae per un tempo superiore alle 4 settimane; è invece definito permanente quando la sua durata va dai 6 ai 12 mesi.
Tale distinzione è solo formale, in quanto le (poche) possibilità di recupero sono le stesse.
Le cause che provocano lo stato vegetativo sono per certi versi le stesse citate per la morte cerebrale, ovvero: traumi cerebrali, blocchi del flusso di sangue (e di ossigeno) al cervello, attacchi di cuore e malattie neurodegenerative (Parkinson, Alzheimer, tumori ecc).

Diagnosi di morte cerebrale

La diagnosi di morte cerebrale viene decretata se il paziente mostra le seguenti condizioni:

Assenza di risposta a qualsiasi stimolo esterno

Incoscienza

Respirazione solo ed esclusivamente artificiale

Segni di un danno cerebrale serio e irreparabile

I test, che appurano le sopraccitate condizioni, devono essere svolti da almeno due medici specialisti (in Italia, tre) e ripetuti minimo due volte. Un altro aspetto importante, inoltre, è il fatto che il consulto medico deve toccare a persone non coinvolte nel trapianto d’organi; come si vedrà più avanti, infatti, questo argomento è particolarmente importante.

CONSIGLIO MEDICO

Il consiglio medico, inteso come riunione medica, in Italia, spetta a tre specialisti: un medico legale, un neurologo e un anestesista-rianimatore.

DIAGNOSI DIFFERENZIALE

La diagnosi differenziale consiste in tutte quelle indagini volte ad escludere una o più patologie simili a quella sospettata. Per quanto riguarda la morte cerebrale, sono state riconosciute tre situazioni dai sintomi somiglianti ma reversibili, ovvero con possibilità di recupero dell’attività cerebrale:

Overdose di droghe, tranquillanti, veleni o agenti chimici tossici

Grave ipotermia, ovvero temperatura corporea inferiore ai 28°C

Malattie metaboliche a uno stadio avanzato-grave, come il diabete, o gravi patologie degenerative del fegato, come la cirrosi epatica.

Con un scrupolosa consulenza medica, è possibile dirimere ogni dubbio.

TEST PER DECRETARE LA MORTE CEREBRALE

Ripetere almeno due volte l’insieme dei seguenti test ha lo scopo di ridurre al minimo la possibilità di sbagliare la diagnosi. Venendo alle analisi da svolgere, occorre:

Illuminare l’occhio con una piccola torcia, per vedere se sono presenti i riflessi pupillari. In caso di morte cerebrale, non c’è alcuna risposta.

Stimolare il riflesso corneale, toccando l’occhio e osservando se questo si chiude. In caso di morte cerebrale, non c’è alcuna reazione.

Comprimere la fronte e pizzicare il naso, per stimolare una reazione. In caso di morte cerebrale, non ci sono movimenti di risposta.

Inserire nell’orecchio dell’acqua ghiacciata, per stimolare un’eventuale movimento delle orecchie. In caso di morte cerebrale, non avviene alcun movimento.

Inserire un sottile tubo di plastica in trachea, per provocare un minimo riflesso faringeo (un colpo di tosse o un conato di vomito). In caso di morte cerebrale, il paziente è imperturbabile.

Interrompere, per brevi intervalli di tempo, la respirazione artificiale, allo scopo di vedere se c’è una ripresa della respirazione autonoma. In caso di morte cerebrale, il paziente continua a non respirare.

N.B: è possibile che, durante l’esecuzione di queste prove, l’individuo sotto esame muova gli arti e/o il tronco.
Questi movimenti non sono collegati al tronco encefalico, di conseguenza neppure alla morte cerebrale; dipendono invece dal midollo spinale, che potrebbe essere ancora attivo.

DURATA DELL’OSSERVAZIONE

In tutto, l’osservazione del paziente sotto esame dura: 6 ore, nel caso di adulti e bambini dai 5 anni in su; 12 ore, nel caso di bambini da 1 a 5 anni; 24 ore nel caso di neonati aventi meno di un anno di vita.

SERVE L’ELETTROENCEFALOGRAFIA?

L’elettroencefalografia (EEG) è l’esame strumentale che registra l’attività elettrica dell’encefalo. Essa non è strettamente necessaria per decretare la morte cerebrale.

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