MONTALE PRIMAVERA HITLERIANA PARAFRASI

MONTALE PRIMAVERA HITLERIANA PARAFRASI


PARAFRASI

La spessa coltre biancastra delle falene impazzite vortica attorno alle deboli luci delle auto e sui parapetti del ponte, stende a terra uno strato su cui il piede scricchiola come sullo zucchero; e l’estate in arrivo sprigiona adesso il gelo notturno che era contenuto nei luoghi segreti dell’inverno,

negli orti che da Fiesole scendono sino a queste rive.

Da un po’ è planato sul corso un messaggero d’inferno in mezzo agli “alalà” degli sgherri, un’orchestra mistica ed esaltata e decorato di croci celtiche l’ha preso

e inglobato, si sono serrate le vetrine, deboli e indifese anche se arredate anch’esse di armi e giocattoli di guerra,

[il golfo] ha sprangato il negozio del macellaio che inseriva bacche nel muso di capretti uccisi, la riunione

degli assassini inconsapevoli che ancor non conoscono le loro colpe è diventata un sozzo ballo di ali

spezzate, di larve sugli argini, mentre il fiume Arno continua a mangiar le sponde e nessuno può dirsi innocente.

Tutto ciò per nulla, allora? – e i fuochi d’artificio

per il santo patrono, che esplodevano lente di luce bianca all’orizzonte, e le promesse e i lunghi addii (impegnativi come un battesimo) nell’attesa mortifera dell’orda nazista (ma una stella cadente rigò l’aria distillando, sui ghiacci e le rive di dove ora tu vivi, i sette angeli di Tobia e la speranza

per il futuro), e i girasoli nati

dalle tue mani – tutto ciò è bruciato e succhiato via da una polvere che crepita come fuoco e punge come il vento del nord…

[Oh la primavera

ferita è comunque una festa se congela nella morte questa devastazione! Oh Clizia, guarda ancora verso l’alto, è questa la tua sorte, tu che conservi, benché cambiata, l’amore immutato fino a che il sole nero che porti in te

si accechi nell’amore di Dio e, annullandosi in lui,

salvi noi tutti. Forse le sirene e i rintocchi delle campane che annunciano l’arrivo di Hitler e Mussolini nella sera del loro sabba satanico, si confondono già

col suono che, proveniente libero dal cielo, discende, trionfa – col respiro di un’alba che possa riaffacciarsi domani per tutti limpida ma senz’ali

raccapriccianti, sulla terra arida del sud…

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