MICHEL DE MONTAIGNE

MICHEL DE MONTAIGNE

MICHEL DE MONTAIGNE


Michel Eyquem de Montaigne (Castello di Montaigne, 28 febbraio 1533 – Périgord, 13 settembre 1592) fu un influente e colto scrittore nonché insigne filosofo francese.
Più conosciuto con il semplice appellativo di Montaigne, nacque da Pierre Eyquem, ricco negoziante di Bordeaux, il quale ricevette il titolo nobiliare nel 1519 e che venne eletto sindaco della stessa Bordeaux nel 1554. Sotto lo stimolo del padre, iniziò lo studio dei classici in tenera età. Già a sei anni, Michel parlava correntemente il latino.
Nel 1558 incontrò Étienne de La Boétie, suo collega in parlamento, di tre anni più anziano, con cui strinse un’affettuosa ed intensa amicizia e del cui pensiero, intriso di stoicismo, subì l’influenza. Nel 1565 si sposò. La prima opera pubblicata da Montaigne (1568-1569), composta per accontentare un desiderio del padre, fu la traduzione della Teologia naturale di Raymond Sebond, teologo catalano del XV secolo.
Il solo avvenimento che segnò profondamente la sua esperienza fu la sua amicizia con Étienne de La Boétie, iniziata nel 1558. La prematura morte dell’amico, quattro anni dopo, lasciò un vuoto incolmabile in Montaigne, come risulta dalle espressioni commoventi contenute nel saggio De l’amitié:
Nel 1568 morì il padre, al quale Michel era stato molto legato. Dal 1570, ritiratosi nelle sue terre, si dedicò agli studi, alla meditazione ed alla composizione dei “Saggi” (Essais, opera pubblicata in tre edizioni nel 1580, 1588, 1595). Commentando i classici Plutarco, Seneca e Lucrezio, Montaigne analizzò la condizione umana e la quotidianità, con una rara capacità d’introspezione libera da pregiudizi.
Nel 1580 e nel 1581 effettuò viaggi in Francia, Svizzera, Germania ed Italia, nella speranza di trovare beneficio nelle acque termali per combattere la calcolosi renale di cui soffriva.
Nel 1587 fu assalito e derubato in viaggio verso Parigi, ed arrivato nella città, venne imprigionato per qualche ora, in seguito ai tumulti scoppiati. Nel 1588 il filosofo conobbe Maria de Gournay, un’appassionata ammiratrice delle sue opere. La morte lo sorprese nel 1592, mentre lavorava ai suoi Saggi.
La ricchezza e la varietà di esperienze della sua vita ed il ruolo importante ricoperto danno un valore particolare alle sue osservazioni psicologiche ed alle sue incantevoli riflessioni morali.
L’opera del filosofo dà al lettore l’impressione che l’attività pubblica abbia impegnato l’autore esclusivamente nel tempo libero, ossia la sola cosa essenziale per Montaigne rimane la conoscenza di sé e la ricerca della saggezza. Nei Saggi viene raffigurato un uomo in tutta la sua complessità, consapevole delle sue contraddizioni, animato da due sole passioni: la verità e la libertà.
I più interessanti sono quelli di carattere eminentemente filosofico, che affrontano temi come l’educazione, l’amicizia, la virtù, il dolore, la morte.
Inoltre, ammira gli indigeni americani per la loro lealtà e semplicità di costumi, indi analizza la vera e la falsa amicizia affidandosi all’esperienza umana più che alle teorie astratte.