METRICA E PARAFRASI VEGLIA DI GIUSEPPE UNGARETTI

METRICA E PARAFRASI VEGLIA DI GIUSEPPE UNGARETTI


-Parafrasi:

Un’intera (sottolinea la pena e l’orrore per quella lunga vicinanza forzata) notte sdraiato (buttato: quasi come un corpo inerme, perché costretto a rimanere immobile in quella posizione per evitare spari che potrebbero uccidere anche lui) accanto al cadavere di un compagno massacrato (questa parola occupa un intero verso a rafforzare l’atrocità di quella morte) con la bocca contratta in una orrenda smorfia di dolore (digrignata: la deformazione dei tratti del compagno morto in una maschera d’orrore; questa immagine priva la scena di ogni eroismo), rivolta verso la luna piena (volta al plenilunio l’immagine della luna trasmette pace, serenità, in netto contrasto con l’immagine di morte e violenza della scena), con le sue mani contratte e congestionate (congestione: l’accumulamento rapido del sangue rende gonfie e livide le mani del morto – metonimia) che penetrano (penetrata – metafora) fin nel profondo dei miei pensieri (nel mio silenzio) ho scritto lettere piene d’amore (la contrapposizione tra vita e morte è totale: alla morte il poeta oppone la vita ”della scrittura” per recuperare i lontani legami affettivi e come reazione alla disperazione).

Non sono mai stato tanto attaccato alla vita (vi è dello stupore da parte del poeta per questa istintiva reazione che lo porta a sentirsi tanto legato alla vita. La stupita constatazione è messa in rilievo dalla pausa che stacca gli ultimi tre versi dal resto della poesia e dalla rima al mezzo stato/attaccato).

Metrica:

Versi liberi. Si ritrovano i modi dell’espressionismo nell’estrema semplicità del linguaggio e nella crudezza delle immagini. Il ritmo è lento con pause determinanti per isolare le singole immagini e mettere in rilievo il significato dei vocaboli più angoscianti, evidenziando la disumanità della situazione.

Fonte: https://onepiecepower.forumfree.it