MATRIMONIO FRA PELEO E TETI

MATRIMONIO FRA PELEO E TETI


Zeus venne a sapere da Themis o da Prometeo che un figlio avrebbe potuto detronizzarlo, proprio come lui aveva fatto col padre[5] . Un’altra profezia aveva inoltre predetto che la ninfa Teti, con cui Zeus tentava di avere una relazione, avrebbe generato un figlio che sarebbe diventato più grande del padre[6]. Per queste ragioni Teti sposò un re mortale molto più vecchio di lei, Peleo. Fece questo o per ordine di Zeus[7] o perché non voleva fare uno screzio ad Era che l’aveva allevata da bambina[8].

Tutti gli dei vennero invitati al matrimonio di Peleo e Teti eccetto Eris, la dea della discordia, che fu fermata alla porta da Hermes per ordine di Zeus stesso. Sentendosi insultata, la dea andò su tutte le furie[9] e gettò nel bel mezzo della tavolata una mela d’oro con la scritta «Tei Kallistei» (alla più bella). Era, Atena e Afrodite pensavano spettasse loro di diritto possedere la mela e cominciarono a litigare fra di loro. Nessuno degli dei tentò di favorire con la propria opinione una delle tre dee per non inimicarsi le altre due. Zeus ordinò quindi a Hermes di condurre le tre dee da Paride, un principe troiano, ignaro della sua discendenza reale, che era stato abbandonato appena nato sul monte Ida[10] poiché un sogno premonitore aveva profetizzato che egli sarebbe stato causa della guerra di Troia[11].

Le dee apparvero al giovane nude e siccome Paride non era in grado di dare un giudizio, le tre divinità promisero al giudice dei doni. Atena gli offrì la saggezza, l’abilità bellica, il valore dei guerrieri più potenti, Era il potere politico e il controllo su tutta l’Asia, Afrodite l’amore della donna più bella del mondo, Elena di Sparta. Paride diede la mela ad Afrodite. Le due dee che avevano perso andarono via desiderose di vendetta.

Il giovane si recò in seguito in città, a Troia, perché gli araldi di Priamo avevano portato via il suo toro migliore per darlo in premio al vincitore di alcune gare sportive organizzate dal re. Paride partecipò ai giochi atletici e sconfisse i nobili rampolli di Troia, vincendo di conseguenza il proprio toro. I giovani troiani, umiliati, volevano ucciderlo ma Cassandra, figlia preveggente del re Priamo, riconobbe in lui il fratello perduto. Priamo decise allora di accettarlo nella famiglia reale, sebbene Cassandra avesse consigliato di non farlo.

Dall’unione fra Peleo e Teti nacque un bambino Achille. L’oracolo predisse che sarebbe morto o vecchio a causa della maturità in una vita tranquilla e priva di imprese, o giovane sul campo di battaglia guadagnando l’immortalità attraverso la poesia degli aedi[12]. Teti tentò di rendere immortale il figlio. Lei provò dapprima a bruciarlo nel fuoco durante la notte per eliminare le sue parti mortali e poi a strofinarlo con ambrosia durante il giorno. Peleo, che già aveva perso sei figli in questa maniera, riuscì a fermarla. Teti lo bagnò allora sul fiume Stige facendolo diventare immortale nei punti toccati dall’acqua. Lei aveva però tenuto il piccino dal tallone che rimase la sua unica parte vulnerabile, da qui la frase «tallone d’Achille», per indicare il punto debole di un persona[13].