MARCO POLO VIAGGIO

MARCO POLO VIAGGIO


Nato a Venezia nel 1254 da una famiglia di viaggiatori, Marco Polo intraprese il famoso viaggio verso l’estremo Oriente (un evento che diverrà in seguito il soggetto del celeberrimo libro di memorie Il Milione) nel 1271, a soli 17 anni, insieme con il padre Niccolò e lo zio Matteo, i quali erano animati essenzialmente dalle facilitazioni mercantili e commerciali che nuove vie e nuovi contatti con l’Oriente potevano portare a loro come alla loro città, sempre insidiata, da questo punto di vista, dalla concorrenza delle altre città marinare.

Il viaggio ed i soggiorni nei diversi paesi che ebbe modo di visitare durarono in tutto 24 anni (dal ’71 al ’95) ed in questo lungo lasso di tempo Marco Polo attraversò tutta l’Asia, arrivando infine a Pechino, la sede del Gran Kahn, nonché il punto nevralgico di un impero enorme e favoloso. Qui fu al servizio dell’imperatore per diversi anni, durante i quali svolse attività diplomatiche ed amministrative, fino a che, nel 1292, non iniziò per mare il viaggio di ritorno a Venezia, un tragitto che gli portò via 3 anni. Giunto nella sua città natale nel 1295, vi trascorse serenamente ulteriori 3 anni, fino a quando, nel 1298, non fu fatto prigioniero dai genovesi in seguito alla battaglia di Curzola.

Fu proprio in carcere che raccontò ad un suo compagno di cella, Rustichello da Pisa, le avventure che aveva vissuto e gli eventi a cui aveva assistito nel suo lungo soggiorno in Oriente: Rustichello redasse inizialmente il resoconto in francese (misto ad italianismi ed espressioni dialettali venete), e, una volta diffuso, lo scritto non fu tenuto in considerazione come veritiero dai suoi contemporanei, i quali anzi ne accentuarono il carattere favoloso e ne ricordarono soprattutto gli spunti fantastici, leggendari e misteriosi.

Nonostante il parere dei suoi lettori trecenteschi e nonostante si presenti ancora oggi come ‘il libro delle meraviglie’, Il Milione è in realtà il primo esempio di prosa scientifica moderna, o, nelle intenzioni di Polo, un libro ‘utile’, che fosse in grado di fornire notizie precise e dettagliate sugli usi, i costumi, la geografia e l’economia di popoli e di lande sconosciuti o quasi. L’evidenza di questa volontà è fornita anche dallo stile estremamente conciso dell’opera, povero nel lessico ed in particolare nell’aggettivazione, uno stile che si vuole limitare ad una descrizione ‘scientifica’ di ciò che, in quanto ignoto, si immaginava comunemente come strano e favoloso.

Liberato un anno dopo e tornato a Venezia, Marco Polo vi restò fino alla sua morte, avvenuta tra il 1324 e il 1325.