Manlio e Camillo difendono Roma dai Galli

Manlio e Camillo difendono Roma dai Galli

LATINO


Cum Galli Senones, Relictis ob sterilitatem agris suis, Clusium, Italiae oppidum, obsiderent, missi sunt Roma tre (tre, nom.) Fabii, qui Gallos monerent ut ab oppugnatione desisterent. Ex quibus unus, contra ius gentium (diritto delle genti), in aciem processit et ducem Senonum interfecit. Propter quam rem Galli, petitis in decitionem legatis nec impetratis, Romam petiverunt et exercitum Romanorum apud Alliam fluvium ceciderunt. Victores Galli urbem intraverunt, ubi nobilissimos senum primum ut deos coluerunt, deinde ut homines interfecerunt. reliqua iuventus cum Manlio in Capitolium fugit, ubi Camilli virtute est servata. Camillus autem, qui interim dictator dictus erat, ex improviso Gallos occidit et postea populum Romanorum, qui Veios migrare optabat, retinuit. Sic et oppidum civibus et cives oppido reddidit.


Mentre i Galli Senoni, abbandonati i loro campi a causa della carestia, assediavano Chiusi, città dell’Italia, furono inviati da Roma tre Fabi, che convincessero i Galli a rinunciare all’assalto. Tra questi uno, contro il diritto delle genti, avanzò sul campo di battaglia e uccise il comandante dei Senoni. A causa di questo fatto, i Galli, essendo stati chiesti ambasciatori per la resa e non essendo stati ottenuti, aspirarono a Roma e abbatterono l’esercito dei romani presso il fiume Allia. I Galli entrarono da vittoriosi in città, dove dapprima onorarono come dei i più nobili fra gli anziani, poi li uccisero come uomini. La gioventù rimasta fuggì con Mallio sul Campidoglio, dove fu salvato dalla virtù di Camillo. Camillo poi, che nel frattempo era stato eletto dittatore, all’improvviso uccise i Galli e trattenne il popolo romano, che voleva migrare a Veio. Così egli restituì la città ai cittadini e i cittadini alla città.