Malattia di Crohn

Malattia di Crohn

23/05/1518.31.59

Il morbo di Crohn si presenta come una malattia infiammatoria cronica che può interessare diverse parti dell’apparato digerente. Teoricamente potrebbe localizzarsi in ogni tratto del canale alimentare, dalla bocca all’ano. In realtà si può dire che comunque le parti più colpite sono la zona finale dell’intestino tenue, il colon e l’ano. Esiste un rapporto molto stretto fra colite ulcerosa e morbo di Crohn, ma la prima interessa di solito il retto o il colon e non colpisce altre parti dell’intestino. Al pari della colite ulcerosa, può anche essere causa d’invalidità il morbo di Crohn. Vediamo quali sono le cause del morbo di Crohn e i sintomi del morbo di Crohn.

Cause

Pur non conoscendo a fondo l’eziologia della malattia, la constatazione che questa sia più diffusa nelle aree più sviluppate del pianeta, così come nei grossi centri urbani, spesso sovraffollati, non esclude situazioni come lo stress, fors’anche l’inquinamento, oltre ad una predisposizione genetica, quali eventuali cause scatenanti.

Per quanto riguarda l’insorgenza, la malattia colpisce i giovani, in particolar modo, persino gli adolescenti, avendo il massimo picco d’insorgenza dai 15 ai 45 anni d’età, più raramente, può insorgere in età adulta, comprese forme senili che colpiscono oltre i 65/70 anni d’età.

Sintomi

La qualità della vita dei malati di Crohn è seriamente compromessa, soprattutto nelle acuzie della malattia, quando i pazienti riferiscono, nelle forme più gravi, dolori addominali severi, al punto da essere costretti a ricoveri d’urgenza con la paura di essere stati colpiti da una colica di tipo appendicolare.

La diarrea è quasi sempre una costante di questa patologia, così come la febbre, eventuali artralgie e stati astenici con diminuzione progressiva dell’appetito e conseguente dimagrimento, sono riferiti, caso per caso, dai pazienti che, generalmente, lamentano tutti, dolore alla destra dell’addome, in prossimità dell’ombelico e spesso dopo i pasti, così come, a seguito delle continue evacuazioni, non sono infrequenti ascessi anali aggravati, a volte, da vere e proprie fistole.

L’andamento della malattia, che riveste il carattere delle patologie psicosomatiche, tuttavia aggravate nel tempo, da impegni di altri organi, che provocano essi stessi altre patologie che si sovrappongono con la principale, è incostante, così dopo periodi di aggravamento, il paziente riferisce periodi di remissione dei sintomi al punto da ritenersi del tutto guarito, spesso dopo una cura o, dopo intervento chirurgico. Tuttavia, i casi in cui la malattia si complica al punto da arrecare gravi danni all’intestino o al di fuori di esso, sono, generalmente, limitati al 20/25% poiché la restante parte dei pazienti risponde alla terapia medica, pur con i limiti rappresentati da una patologia cronica.

 

http://lasuposta.altervista.org/

/ 5
Grazie per aver votato!