Lucrezio De Rerum Natura Inno a Venere
Lucrezio De Rerum Natura Inno a Venere
L’inizio dell’opera è molto diverso dalla tradizione poemistica. Il “De Rerum Natura” inizia con un’invocazione a Venere che potrebbe sembrare una contraddizione rispetto al contenuto dell’opera. Venere è ripresa nelle sue caratteristiche classiche dando una connotazione legata al ciclo della natura; fecondità come sinonimo di piacere (per gli epicurei) nell’atto e nel processo di riproduzione. La bellezza di Venere viene richiesta da Lucrezio per la sua composizione poetica, per rendere la sua opera immortale. L’altra arma e funzione di Venere è il tenere calmo Marte dio della guerra che dà fastidio, con le sue guerre, ai poeti che hanno bisogno di pace. La seduzione a cui Marte è costretto verrà ripresa poi da Tasso nella scena tra Armida e Rinaldo.
L’elogio a Venere probabilmente ha avuto la funzione di tenere tranquillo il popolo dei lettori romani senza sconvolgere troppo il Pantheon romano.