L’organizzazione politica e sociale la tecnologia e l’agricoltura degli Egizi

L’organizzazione politica e sociale la tecnologia e l’agricoltura degli Egizi


La civiltà Egizia si sviluppò a partire dal 3.500 a.C. fino al 30 a.C. lungo la valle del Nilo.
Questo territorio sarebbe stato arido, ma grazie alle periodiche inondazioni del fiume Nilo il terreno diventava fertile cioè coltivabile.
La sostanza che rendeva il terreno fertile si chiamava limo. Era un fango nero ricco di sostanze fertilizzanti che permetteva ricchi raccolti, per questo motivo il Nilo era adorato come un dio a cui si dedicavano inni e preghiere.
Il fiume Nilo era considerato un dio vivente, sulle sue sponde si coltivavano orzo, lino, ortaggi e papiro. Il lino serviva per confezionare abiti e l’orzo per fare una bevanda simile alla birra. Invece dal papiro si ricavavano fogli per scrivere.
Anche il commercio era molto importante. Gli Egizi scambiavano le loro merci con altri popoli ma avevano anche molte materie prime e miniere piene di oro e di rame.
L’Egitto era diviso in due regni, quello del Basso Egitto che si trovava nella zona del delta e quello dell’Alto Egitto lungo la valle del Nilo. Questi regni furono unificati nel 3.000 a.C. dal faraone Ramsete II.
La società Egizia era divisa in classi sociali ed è possibile rappresentarla come una piramide.

A capo di tutta la piramide c’era il faraone che regnava su tutti.
Dopo di lui venivano i funzionari e i sacerdoti: i primi erano capeggiati dai Visir (una specie di primo ministro che aiutava il faraone nel governo del popolo), poi venivano gli scribi che avevano il compito di tenere la contabilità dello Stato, poi i soldati.
Uno dei gradini più bassi era quello dei mercanti, artigiani e contadini e all’ultimo gradino vi erano gli schiavi che erano soprattutto prigionieri di guerra.
Elisa Z. e Emanuele
Architettura, arte e scrittura degli Egizi
Tra il 3500 e il 30 a.C. lungo la fertile Valle del Nilo, gli Egizi, un popolo di stirpe camitica (da Cam, uno dei tre figli di Noè), svilupparono una delle più importanti civiltà fluviali della storia. L’Egitto anticamente si chiamava Kemi che vuol dire “Terra Nera” e la sua capitale era Caira. Prima del 300 a.C. l’Egitto era diviso in due regni: Basso Egitto e Alto Egitto; il Basso Egitto era la parte in cui si trovava la foce del Nilo, mentre l’Alto Egitto era la parte in cui si trovava la sorgente. A partire da quella data i due regni furono unificati sotto la guida del Faraone. Intorno al 30 a.C. la civiltà egizia fu sconfitta dai Romani e si dissolse definitivamente.

Le piramidi
Gli Egizi erano grandi architetti e costruivano tra l’altro le Piramidi fatte con blocchi di pietra; all’interno di esse si trovava la Mastaba, camera funebre dove veniva collocato il sarcofago del Faraone decorato con disegni dipinti a mano. Una delle più importanti piramidi è quella di Cheope che si trova a Giza. Essa è alta 143 m. e la base è di 215 m. di lato.


La sfinge
La sfinge è una statua che raffigura un corpo di un leone dal volto umano. La sfinge più famosa è stata costruita scolpendo le pareti della montagna vicina alle piramidi dei faraoni Cheope,Chefren e Micerin a Giza. Probabilmente è stata costruita per proteggere le piramidi. 

 

La scrittura
I bambini che andavano a scuola imparavano a leggere e scrivere su pietre, cocci di terracotta o fogli di papiro. Studiavano medicina, geometria, astronomia e matematica. Essi scrivevano usando migliaia di segni, i geroglifici, che rappresentavano oggetti, uomini e animali .
La Stele di Rosetta


La stele di Rosetta, una pietra di granito scuro di 114×72 cm. che riporta un decreto di Tolomeo V del 196 a.C. scritto in tre scritture (geroglifico, demotico e greco), permise ad uno studioso francese di decifrare la scrittura geroglifica. La stele fu scoperta per caso nel 1822.
Maria Carla, Michela e Patrizia

La religione e il culto dei morti

                                                                         

Gli Egizi erano un popolo politeista e molto religioso. Adoravano i fenomeni naturali, alcuni animali e gli dei con aspetto umano.

Il dio Sole era considerato la divinità più importante e veniva rappresentato in diverse forme e nomi: Ra, Amon, Aton.

In Egitto si adoravano più di duemila divinità che costituivano vere e proprie famiglie. La più venerata era Osiride, con la moglie Iside e il figlio Horus.

Poiché i Faraoni era considerati divinità, venivano rappresentati quasi allo stesso modo degli dei. Infatti nei dipinti il Faraone veniva raffigurato con la barba dritta mentre gli dei con la barba curva. Unica eccezione era il dio Ptah, che veniva rappresentato con la barba dritta.

I più importanti dei in Egitto erano:

– Osiride, che rappresentava il bene e la fertilità;

– Iside, la madre degli Dei;

– Horus, il Dio della potenza;

– Anubi, rappresentato con la testa di sciacallo, che era il guardiano del Regno dei morti;

– Seth, che era il Dio della siccità.

Un’altra caratteristica della civiltà Egizia era il culto dei morti. Infatti gli Egiziani credevano nella vita oltre la morte e anche che il defunto  – chiamato ka – continuasse a vivere nel regno dei Morti, rappresentato da un gufo.

Per mantenere intatto il defunto gli Egiziani usavano la tecnica della “mummificazione” che veniva praticata dentro la Piramide.

La mummificazione avveniva spargendo sul corpo una sostanza chiamata natron allo scopo di eliminare i batteri dalle viscere. Il corpo del defunto veniva poi lavato con il vino e riempito di sabbia o segatura, spalmato con una miscela di oli profumati ed infine veniva avvolto in metri di bende di lino.

Il defunto veniva infine collocato in un sarcofago, che era una cassa di legno con la forma di un corpo umano e il cui coperchio raffigurava il defunto.

Nel sarcofago venivano sistemati gli oggetti cari al morto insieme ai cibi, l’acqua, le statuette chiamate Ushabti e un Libro dei Morti che aveva il compito di guidare l’anima (ovvero la parte che non moriva mai) nell’aldilà.

I defunti dovevano infatti affrontare un lungo viaggio pieno di pericoli al cui termine venivano giudicati dal dio Anubi che poneva il cuore dei Ka sul piatto della bilancia e sull’altro una piuma di Maet (la dea della Verità).

Se i piatti della bilancia restavano in equilibrio, il Ka poteva vivere in pace nel regno celeste (i campi di Jaru), altrimenti veniva ingoiato da un orribile mostro.

La prova della bilancia era chiamata esame di coscienza o “pesatura del cuore”.

Il culto dei morti valeva sia per i ricchi che per i poveri anche se solo i primi potevano permettersi di essere imbalsamati.

In ogni caso il dio Osiride aveva cura di tutti, ricchi e poveri, purchè fossero stati in vita buoni e giusti.

 

Gli Egizi – la religione e il culto dei morti

 

Gli Egizi erano politeisti, cioè adoravano molti dei, ciascuno dei quali aveva propri sacerdoti e templi. Gli dei più importanti erano: Amon/Ra ( divinità universale di tutto il mondo), Anubi (il dio sciacallo), Anuket, Aton (una delle maggiori divinità egizie), Bastet, Hator, Horus (il faraone ne era la reincarnazione in terra), Iside (dea madre e regina), Khnum, Maat, Min, Montu, Nekhbet, Nut, Ptah, Serket, Satet, Seth, (dio della violenza e della guerra), Sobek, Thot, Osiride (il signore dei morti). Questa divinità era molto importante per gli Egizi, infatti, secondo il mito, Osiride, figlio primogenito di Geb (dio della terra) e Nut (dea del cielo), sposò sua sorella Iside ed essi amministrarono la terra con sapienza e giustizia. Seth, uno dei suoi fratelli, invidioso del suo successo, rapì e uccise Osiride, facendone a pezzi il corpo e spargendoli per tutto l’Egitto; Iside li raccolse e con l’aiuto del dio Anubi lo riportò in vita. Ma Osiride non poteva più vivere alla luce del sole e divenne dio dell’oltretomba. Il figlio Horus poi vendicò il padre e uccise Seth. Il mito di Osiride era molto importante per gli Egizi perché rappresentava la possibilità di una vita dopo la morte.

Gli Egizi vedevano la morte come il passaggio a un’altra esistenza, possibile però solo se il defunto disponeva di una tomba e se il corpo si manteneva intatto. I medici egizi erano espertissimi, avevano studiato il modo di conservare i cadaveri, erano infatti riusciti a mettere a punto una tecnica per la conservazione degli stessi: la mummificazione. Per preparare una mummia ci voleva molto tempo, circa 70 giorni: i sacerdoti, chiamati imbalsamatori, toglievano dal corpo tutti gli organi interni, eccetto il cuore e, dopo averli fatti seccare, li riponevano in 4 contenitori detti vasi canopi. Poi il defunto veniva posto in una tomba detta sarcofago, insieme a numerosi oggetti e cibi che dovevano servire nella vita dell’aldilà. Il culto dei morti variava a seconda della classe sociale: i faraoni venivano sepolti nelle piramidi mentre il popolo veniva sepolto in fosse comuni.

Beatrice e Riccardo P.

 

La fabbricazione del pane in Egitto

In Egitto le famiglie producono da sole il loro pane.

Colei che lo prepara è la padrona e segue tre fasi: per prima cosa macina il grano necessario per saziare la famiglia, lo macina su una pietra con un rullo. Per seconda cosa prende la farina ottenuta e la mescola con acqua e lievito di birra, impasta bene il composto e forma delle piccole pagnotte che lascia lievitare al sole.

Per ultima cosa lascia cuocere il pane all’interno di alcuni recipienti posti vicino al fuoco.

Durante gli scavi archeologici dei siti egizi sono stati scoperti circa 40 tipi di pane diversi.
Andrea

Matrimonio e figli in Egitto

Le mamme egizie allattano i loro bimbi per i primi due o tre anni di vita.
Se la madre lavora, trasporta il figlio sulla schiena dentro un cesto.
I bimbi di solito sono nudi, i figli del faraone e dei nobili hanno la testa rasata
e una sola lunga ciocca di capelli su un lato della testa.

I ragazzi si sposano tra i 14 e i 20 anni: nel giorno del matrimonio la ragazza lascia la sua casa e accompagnata da un corteo si dirige verso la casa del marito.

Quando gli sposi dichiarano di voler unire le loro vite, vengono
considerati marito e moglie.

La giovane sposa è chiamata “la padrona di famiglia”.

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