Lo vostro bel saluto e gentil sguardo analisi

Lo vostro bel saluto e gentil sguardo analisi

-di Guido Guinizelli-


Lo vostro bel saluto e ’l gentil sguardo
che fate quando v’encontro, m’ancide1
Amor m’assale e già non ha riguardo
s’elli face peccato over merzede2,
ché per mezzo3 lo cor me lanciò un dardo
ched oltre ’n4 parte lo taglia e divide5;
parlar non posso, ché ’n pene io ardo
sì come quelli6 che sua morte vede.
Per li occhi passa come fa lo trono7,
che fer’8 per la finestra de la torre 
e ciò che dentro trova spezza e fende:
remagno come statüa d’ottono,
ove vita né spirto non ricorre,
se non che la figura d’omo rende9.


1 ancide: uccide.
2 s’elli face… mercede: se mi danneggi
o mi faccia grazia, abbia pietà di
me.
3 per mezzo: attraverso.
4 oltre ’n parte: da parte a parte.
5 taglia e divide: dittologia sinonimica,
come «spezza e fende» al v. 11.
6 quelli: colui.
7 trono: fulmine.
8 fer’: ferisce, colpisce.
9 ove… rende: nella quale non si manifestano
né vita né anima (vita né spirto),
ma che ha solo la sembianza di un
uomo.


Livello metrico

Sonetto, costituito classicamente da due quartine con
rima ABAB, ABAB e due terzine a rima CDE, CDE. La
rima B è una rima siciliana. «Vede» (v. 8) è rima ricca,
dal momento che si ha identità anche della consonante
che precede la vocale tonica (divide : vede).


Livello lessicale, sintattico, stilistico

La struttura del sonetto è molto elaborata ed è possibile
individuarvi delle precise simmetrie. Il punto fermo
alla fine del v. 8 divide il testo in due parti che si corrispondono.
La vicenda interiore descritta nelle quartine
è puntualmente doppiata dalle due figurazioni esteriori
che si accampano vigorosamente nelle terzine, quella
del «trono», e della «statüa d’ottono». I versi delle
quartine sono divisi in gruppi di distici dai due punti al
v. 2 e dal punto e virgola al v. 6. In tal modo gli effetti
dell’innamoramento sull’amante (ai vv. 1-2 e 7-8) e l’azione
di Amore (ai vv. 3-4 e 5-6, sintatticamente coesi
per la presenza del «ché» al v. 5) sono disposti in chiasmo.
Di tale struttura rimane traccia nelle terzine, con
la ripresa dell’azione di Amore (soggetto di «passa») al
v. 9 e degli effetti dell’innamoramento al v. 12 (dove
torna la prima persona). I due versi, due proposizioni
principali che registrano rispettivamente il movimento
fulmineo e l’altrettanto fulmineo raggelamento nella
stasi, simmetrici pure per la similitudine e la rima, sono
seguiti, ancora simmetricamente, da due espansioni —
una relativa, l’altra locativa — entrambe di due versi.
La prima quartina introduce il tema della sofferenza nei
primi due versi; il verbo «ancide» non a caso è posto al
termine del secondo verso e precede i due punti: il

poeta spiega la causa di quanto ha laconicamente affermato
sopra; viene descritto l’agire di Amore, l’effetto
della freccia che «taglia e divide». L’«ancide» del v. 2,
quindi, corrisponde a «taglia e divide», azione resa concreta
e visibile dalla descrizione naturalistica del fulmine
che «spezza e fende» (v. 11). La ripresa è puntuale:
due coppie di verbi sinonimici, collocate simmetricamente
nella stessa posizione, a fine verso. L’ultima terzina
specifica quanto affermato al v. 7 («parlar non
posso»), come il v. 13 («vita né spirto non ricorre»), corrisponde
al v. 8 («sì come quelli che sua morte vede»):
l’amante si è trasformato in una statua di ottone, non
più percorsa da alcuno spirito né flusso vitale; e di
umano ha solo le sembianze esterne (come la torre conserva
le mura, ma all’interno è distrutta dal fulmine).
Nei periodi domina l’ipotassi, semplice e alleggerita da
numerose coordinate. Il lessico è piano, ma fortemente
connotato dalla sofferenza d’amore: «m’ancide»,
«m’assale», «taglia e divide», «’n pene io ardo»,
«morte», «spezza e fende», «vita né spirto non ricorre»;
lo stile è chiaro, drammatico, ma sostenuto dalla presenza
oggettivante delle figure nelle terzine; contribuiscono
a irrobustirlo effetti fonici come l’allitterazione in
tr che trama tutta la prima terzina, quasi facendola
vibrare dell’effetto della folgorazione («trono»,
«finestra», «dentro», «trova», oltre a «torre»).


Livello tematico

Il sonetto, come si è detto, è divisibile in due parti:
nelle quartine emergono gli effetti diretti del saluto e
dello sguardo della donna sull’amante; nelle terzine è
presente il paragone tra tali eventi e il mondo reale: