L’ISOLA DI ARTURO RIASSUNTO DI ELSA MORANTE

L’ISOLA DI ARTURO RIASSUNTO DI ELSA MORANTE


Temi principali:

Il nome: presente già nel titolo, il nome diventa una presenza vera e propria fin dalla prima frase del romanzo (Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome). Ad esso sono associati prima una stella ed un re dell’antichità (ecco spiegato il titoletto!) (paragrafo 1), poi un valore araldico, legato alla figura della madre (par. 2).
Il valore, la nobiltà, la preziosità: si parla di un re dell’antichità, di eroici fedeli (par. 1), ed infine di una madre considerata più che una sovrana dal narratore (par. 2). Il narratore stesso, tramite l’avvicinamento del proprio nome a quello di una stella e di un re, si pone nella schiera degli uomini preziosi e valorosi.
L’ignoranza: ignorante non è soltanto la madre del narratore, femminella analfabeta (par. 2), ma lo stesso narratore (o almeno lo era in passato), il quale deve ricorrere ad altre persone per sapere qualcosa: sono altri che lo informano del significato del suo nome, altri a dirgli che il suo nome è stato scelto da sua madre, ecc.
Il passato: tema fondamentale, il passato è sia vicino che lontano, e conferisce a tutto ciò che ingloba un’aria di mistero e di eccellenza (vedi il valoroso re omonimo del protagonista che appartiene all’antichità); la storia vera, la leggenda sono anch’esse parole legate alla dimensione del passato.
Il mistero: diretta conseguenza del tema dell’ignoranza e di quello del passato, il mistero è, per il protagonista, tutto ciò che è irraggiungibile. Ma nel testo non vi sono solo elementi misteriosi per il protagonista: anche il lettore è posto di fronte ad un forte mistero, la presenza di un «lui» non meglio definito, inserito nel discorso attraverso una fugace parentesi, quasi con timore reverenziale (par. 1).


Riassunto
Arturo è vissuto a Procida con la sola compagnia del cane Immacolatella, mentre suo padre, Wilhelm Gerace, era sempre lontano, in giro per il mondo impegnato in viaggi avventurosi.
Il tempo sull’isola passava e Arturo intanto cresceva aspettando il ritorno improvviso del padre; un giorno quando Wilhelm tornò gli annunciò che sarebbe ripartito presto e altrettanto presto sarebbe tornato in compagnia della nuova moglie Nunziata. Così pochi giorni dopo ecco i due novelli sposini scendere dal piroscafo e dal quel momento la vita del ragazzo cambiò totalmente.
Non si sa per quale strano motivo, egli aveva in odio la matrigna, e senza chiamarla mai per nome, le sue giornate con lei trascorrevano lente e strazianti: Arturo, mentre il padre non c’era, passava più ore possibili lontano dalla casa dei Guaglioni, rimuginando il suo odio per quella creatura goffa e sgraziata che aveva conquistato l’amore del suo idolo.
Presto la matrigna rimase incinta e Arturo nel vederla in quello stato la trova bella per la prima volta; nella sera del 22 novembre, il giovane venne svegliato improvvisamente dalle urla strazianti di Nunziata, e così corse in paese per chiamare la mammana, cioè l’ostetrica. Al suo ritorno Carmine-Arturo era già nato e da quella sera Nunziata, che aveva sempre riposto le sue cure verso Arturo, si dedicò solamente a Carminiello.
Il protagonista ingelosito decise di inscenare un finto suicidio per attirare l’attenzione su di sé e riuscito nel suo intento, si fece accudire per una settimana, al termine della quale, confessò a Nunziata i suoi sentimenti con un bacio appassionato, ma l’effetto non fu quello desiderato e la loro amicizia si ruppe per sempre.
Per riconquistarla intraprese una relazione con una sua amica di nome Assuntina, ma ciò non bastò ed anzi, il loro rapporto si oscurò ulteriormente.
Intanto le visite del padre si erano fatte più frequenti e lunghe, durante le quali trascorreva la maggior parte delle giornate chiuse in casa o al penitenziario per trovare l’amico Stella, questo ovviamente all’insaputa di tutti.
Una sera tornando a casa, Arturo si trovò ad affrontare Stella, e in quell’occasione tra i due scoppiò una lite violenta che alla fine coinvolse anche Wilhelm.
La mattina seguente il padre partì con l’amico, ignorando completamente la promessa che aveva fatto al figlio quand’era piccolo, ossia di viaggiare con lui appena avesse compiuto sedici anni. Arturo, offeso nell’orgoglio, si chiuse in camera sua e ne uscì solamente il giorno dopo per litigare con Nunziata, dopodiché scappò di casa e si rifugiò in una grotta fingendosi morto.
Verso sera però ricevette la visita di Silvestro e assieme a lui partì per la guerra, lasciando per sempre Procida.