L’ISOLA ANALISI METRICA DI GIUSEPPE UNGARETTI

L’ISOLA ANALISI METRICA DI GIUSEPPE UNGARETTI


Analisi metrica

L’isola è un componimento in versi sciolti con prevalenza di endecasillabi, novenari, settenari e diviso in due strofe.
Presenza di rima perfetta: perenne/penne (vv. 1-4), languiva/dormiva (vv. 7-10), vide/vide (vv. 8-9).
Presenza di rima assonanzata: ove/addensava/ulivi (vv. 13-14-16), come/rami (vv. 15-17).

Presenza di enjabement: vv. 1-2, vv. 4-5, vv. 5-6, vv. 7-8, vv. 9-10, vv. 10-11, vv. 12-13, vv. 13-14, vv. 14-15, vv. 15-16, vv.17-18, vv.19-20, vv. 21-22, vv. 23-24.


Analisi retorica

Presenza di allitterazioni (le più significative): a, e (v. 1), a, e, s (v. 2), r (v. 4), s (v. 5), l (v. 7), v (vv. 7-9), a (v. 11), s (v. 12), p, g, d (v. 18), l (v. 22), f (v. 24).
Presenza di assonanza: proda/ove (v. 1), sera/era/perenne (v. 1), anziane/selve/assorte/scese (v. 2), inoltrò/richiamò (vv. 2-3), sciolto/dallo/stridulo (v. 5), larva/languiva/rifioriva (vv. 7-8), salire/vide (v. 9)…
Bisticcio: sera/era (v. 1).
Metafora: sera (v.1), anziane selve assorte (v. 2), languiva e rifioriva (vv. 7-8), da simulacro a fiamma vera (v. 12), l’ombra negli occhi s’addensava (v. 14), Le mani del pastore erano un vetro Levigato da fioca febbre (vv. 23-24).
Anastrofe: anziane selve assorte (v. 2), al limite dell’epifrasi), stridulo Batticuore (vv. 5-6), E una larva…vide (v. 7-8), s’addensava Delle vergini (vv. 14-15), liscio tepore (v. 20), fioca febbre (v. 24).
Personificazione: anziane selve assorte (v. 2), stridulo Batticuore dell’acqua torrida (vv. 5-6), larva languiva (v. 7).
Anafora: E s’inoltrò E lo richiamò rumore di penne (vv. 3-4), E una larva (languiva E rifioriva) vide (vv. 7-8).
Analogia: stridulo Batticuore dell’acqua torrida (vv. 5-6), distillavano i rami Una pioggia pigra di dardi (vv. 17-18), coltre luminosa (v. 22).
Iperbato: A una proda ove sera era perenne Di anziane selve assorte, scese (vv. 1-2), In sé da simulacro a fiamma vera Errando (vv. 12-13).
Similitudine: L’ombra negli occhi s’addensava Delle vergini come Sera (vv.14-16).
Sinestesia: liscio tepore (v. 20).


Commento

L’Isola, scritta nel 1925, è parte della raccolta Sentimento del tempo, pubblicata nel 1933. Questa raccolta segna un forte cambiamento nello stile, se non nella poetica, di Ungaretti. Non più poesie spesso brevi, sovente folgoranti, espressione di ispirazione improvvisa, ma una composizione più meditata, articolata anche nella punteggiatura, nel solco di una sorta di rivisitazione della tradizione poetica italiana. Ai luoghi di riferimento delle poesie precedenti (il deserto, il Friuli), si sostituiscono i luoghi della campagna romana (a Roma si era trasferito nel 1921). Come lo stesso poeta ebbe a scrivere in Note a Vita d’un uomo: “Il paesaggio è quello di Tivoli. Perché l’Isola? Perché è il punto dove io mi isolo, dove sono solo: è un punto separato dal resto del mondo, non perché lo sia in realtà ma perché nel mio stato d’animo posso separarmente”. E ancora: “Sono paesaggi d’estate, oltre misura violenti, dove l’aria è pura, e hanno il carattere di cui m’ero appropriato, del barocco, perché l’estate è la stagione del barocco. Il barocco è qualche cosa che è saltato in aria, che s’è sbriciolato in mille briciole: è una cosa nuova, rifatta con quelle briciole, che ritrova integrità, il vero. L’estate fa come il barocco: sbriciola e ricostituisce”.
L’elemento portante della poesia è ascrivibile proprio al tema del barocco, di un barocco rivisto, reinterpretato con l’approccio ungarettiano e con la sua visione del mondo, ma allo stesso tempo chiaramente riconoscibile, in particolar modo nello stile ricercato e soprattutto in una presenza di elaborazione retorica senza precedenti nella sue liriche.
Ma se dal punto di vista stilistico e lessicale (Petrarca) i richiami alla tradizione classica sono ben evidenziabili, non si può parlare di un Ungaretti manieristico, in quanto il carattere onirico, musicale, analogistico e straniante è tipico del poeta e del suo tempo. Esattamente come un’estate che è barocco, il poeta è deus ex machina: sbriciola e riscostituisce.

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