L’INGANNO DI ATENA

L’INGANNO DI ATENA

L’INGANNO DI ATENA libro XXII
https://it.wikipedia.org/wiki/Deifobo


Quando Achille tornò in battaglia deciso a vendicare la morte del suo amico Patroclo, Ettore, temendo la foga dell’eroe, scappò per evitare uno scontro; dopo aver fatto tre giri di corsa intorno alle mura della sua città, la dea Atena assunse le sembianze di Deifobo e gli andò incontro, e lo incitò a non temere Achille, ma a fermarsi e ad affrontarlo. Ettore, pensando di parlare con suo fratello, ascoltò il consiglio e diede ragione alla dea, poi tornò indietro e parlò con Achille affinché il duello potesse iniziare. Per primo, il troiano scagliò la sua lancia contro Achille. Mancato il bersaglio si rivolse a Deifobo chiedendo di dargli un’altra lancia, ma questi era svanito nel nulla. A quel punto Ettore comprese che gli dei lo avevano ingannato ed abbandonato facendolo perire per mano del figlio di Peleo, come infatti avvenne.


Fuori dalle mura restò solo Ettore.
Quando Priamo, suo padre, lo vide dall’alto della rocca, alzò le
mani al cielo e tra i singhiozzi lo supplicò: «Figlio mio, salvati!
Non batterti da solo con Achille! Quell’uomo spietato ha già preso
la vita dei tuoi fratelli: non lasciare che uccida anche te. Abbi pietà
della mia vecchiaia. Se anche tu mi abbandoni, morirò solo, di una
morte atroce…».
Priamo gridava disperato. Ma Ettore non lo ascoltava.
Anche Ecuba, moglie di Priamo, accorse sulle mura, ed urlava:
«Ettore, ti scongiuro, rientra in città! Io ti ho dato la vita; non
lasciare che ora debba piangere il tuo cadavere. Salvati!».
Ma Ettore, ritto davanti alle porte di Troia, aspettava Achille, per
battersi con lui.
Quando Achille arrivò, sfolgorante nelle sue armi di bronzo,
Ettore fu preso da un enorme terrore e cominciò a fuggire.
Fuggiva, intorno alle mura, mentre quello lo incalzava senza tregua,
come un cane insegue un cerbiatto, come uno sparviero si
avventa su un’indifesa colomba. Ma non riusciva a raggiungerlo.
Quando per la quarta volta ebbero percorso le mura, Zeus decise
che il destino di Ettore era segnato: l’ora della sua morte era arrivata.
Allora la dea Atena, in un ultimo terribile inganno, assunse
l’aspetto di Deifobo, fratello di Ettore, e gli si avvicinò, dicendo:
«Ettore, non fuggire più. Ora ci sono io con te: affrontiamo insieme
Achille e combattiamo».
E Ettore, credendo di avere a fianco il fratello, si fermò.


deifobo (Nell’Iliade è fratello di Ettore)


L’INGANNO DI ATENA

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