L’esistenzialismo |
Si tratta di una delle correnti di pensiero più rilevanti del sec.XX, che hanno inciso in modo profondo sulla cultura tra le due guerre mondiali, e non solo.
Resta comunque particolarmente arduo considerare, a cuor leggero, l’esistenzialismo una corrente di pensiero omogenea e dai connotati facilmente riconoscibili.
Per questo motivo molti studiosi hanno preferito parlare di “esistenzialisti” piuttosto che di “esistenzialismo”, oppure hanno deciso di usare l’espressione “atmosfera esistenzialista” per indicare filosofie legate ad una riflessione intorno all’esistenza.
Abbagnano ad esempio usa l’espressione “ atmosfera culturale” (analoga a quella dell’Illuminismo , del Romanticismo,del Positivismo…) e ricorda che comunque, pur non essendo accettabile l’idea dell’esistenza di una scuola filosofica vera e propria, è possibile rintracciare, nel panorama dei vari autori, tratti comuni ed un comune orizzonte linguistico –concettuale.
L’esistenzialismo come “atmosfera intellettuale” |
- Emerge una particolare sensibilità nei confronti della condizione umana come segnata dalla finitezza : nascita, morte, lo scorrere inesorabile del tempo, la morte…sono i dati inquietanti che la caratterizzano.
- Senso della delusione nei confronti degli ideali e delle correnti di pensiero tipiche del XIX secolo.L’ottimismo metafisico, il senso della progettualità, la fede nella scienza che segnano la cultura di quel secolo risultano sempre più inadeguati ad esprimere il senso di inquietudine che l’uomo vive, soprattutto dopo la tragedia del I Conflitto Mondiale.Scrive, a questo proposito Piero Chiodi : “ Bisognava dunque che il Romanticismo esaurisse tutte le sue risorse..bisognava che la prima guerra mondiale facesse crollare tutto il mondo di illusioni…bisognava che l’arte ..vedesse dileguare l’assolutezza delle sue determinazioni strutturali (forma-spazio-figura..)..bisognava che la scienza vedesse dissolversi nell’insensatezza la sua pretesa di offrire un sapere teologicizzante..bisognava che la religione stessa si trovasse una volta ancora dinanzi al prevalere delle forze del male e della distruzione….La guerra, l’odio, la distruzione, il tradimento, la sconfitta, l’amara vittoria facevano emergere gli scogli perennemente frapposti fra il mare dell’esistere ed il porto dell’assoluto: la morte, l’errore,la colpa, il nulla, l’impotenza, il tempo.”
- Un’importanza particolare riveste l’opera di due grandi intellettuali vicini alla vita umana: Dostoevskij e Kafka. Nel primo emerge chiaramente la condizione umana come oscillazione dolorosa tra un nichilismo paralizzante e una lacerazione tragica che si concretizzano in modo mirabile nell’”ossessione della domanda” di un personaggio quale Ivan Karamazov.Nel secondo l’intera esistenza umana appare sotto il peso di una condanna imminente, sempre minacciata dall’insignificanza e dalla paralisi, e tormentata dal richiamo di una realtà stabile e certa che continuamente si annuncia e si sottrae.
L’esistenzialismo come filosofia |
L’esistenzialismo può essere inteso in modo più propriamente filosofico nel momento in cui rintracciamo tratti comuni in uno stesso orizzonte speculativo.
- Centrale è la riflessione intorno all’esistenza
- L’esistenza viene concepita come il modo squisitamente umano d’essere rispetto a quello degli altri enti
- L’esistenza viene pensata nei termini di un determinato rapporto con l’essere ( rapporto problematico tra esistenza ed essere , rapporto che poi nei vari filosofi assume connotazioni diverse)
- Il rapporto che l’uomo viva con l’essere implica una scelta, un progetto ( qualcosa in cui “ne va” dell’uomo stesso)
- L’uomo è un apertura di possibilità che impegnano la sua libertà tra i due estremi dell’autenticità e dell’inautenticità.
- Singolarità dell’esistere ( l’uomo è unico, irripetibile- nessuno può vivere o morire al mio posto)
- L’esistenza è segnata da una continua esperienza della finitudine e della fragilità ( e risulta caratterizzata da stati affettivi quali l’angoscia-la nausea- la paura-l’attesa)
Scrive Nicola Abbagnano:
“L’esistenzialismo filosofico è un concetto storiografico per indicare tutte quelle forme di pensiero che, nel contesto cronologico –culturale – che va dagli anni Venti agli anni Quaranta, si sono trovate a condividere la concezione dell’esistenza come modo d’essere proprio dell’uomo, qualificato da talune prerogative di base , a cominciare dal rapporto con l’essere ( io-altri-mondo-Dio). Modo d’essere in relazione a cui l’individuo, nella sua singolarità finita ed irripetibile…compresa tra la nascita e la morte è chiamato a decidere in vista della propria autenticità e realizzazione”
Esistenzialismo e Letteratura |
Secondo alcuni studiosi ,l’esistenzialismo può essere considerato, per certi suoi aspetti, espressione culturale molto vicina alla sensibilità decadente.
Scrive Elio Gioanola in “Il Decadentismo” Roma ’72):
“Col Decadentismo e con l’insurrezione dell’inconscio subentra la sensibilità di una presenza della morte dentro alla vita stessa… Autenticità e morte diventano sinonimi: la morte, come più propria possibilità dell’esserci, sottrae alle tentazioni alienanti ,assicurando all’artista l’originalità nella misura in cui lo affranca dal “si”, cioè dal generico, dal “già detto” ,dal convenzionale, dall’equivoco, dalle spiegazioni, dalla “chiacchiera”. L’artista si mette nelle condizioni vere della libertà , che consiste appunto nell’essere e nel diventare ciò che si è).
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Temi dell’ermetismo italiano : solitudine, illusione del vivere, morte, mistero, oblio, irrevocabilità del tempo.
“Si sta /come d’autunno
sugli alberi
le foglie”
(Ungaretti –Soldati)
Documento del senso della precarietà umana
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“E andando nel sole che abbaglia
Sentire con triste meraviglia
Com’è tutta la vita e il suo travaglio
In questo seguitare una muraglia
Che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia”
(Montale –Meriggiare pallido e assorto ,13-17)
La sofferenza che accompagna le creature legate ai limiti invalicabili dell’esistenza e del mistero ultimo dell’essere e del tempo.