LEOPARDI E IL ROMANTICISMO

LEOPARDI E IL ROMANTICISMO

Il Romanticismo è un movimento letterario affermatosi in Europa tra la fine del XVIII e l’inizio del XIX secolo,che si basa su un ideologia spiritualistica e idealistica della vita, e si pone in netta  contrapposizione con l’ideologia materialistica e razionalistica del’Illuminismo.

Il Romanticismo, nasce come uno stato d’animo inquieto e insoddisfatto, che si manifesta per effetto della crisi dell’Illuminismo, della Rivoluzione Francese e del dispotismo napoleonico. Ma successivamente questo stato d’animo inizia a manifestarsi ed a influenzare tutti i campi sociali: dalla filosofia  alla letteratura, dalla politica alla religione, diventando un vero movimento culturale, che esalta la libertà e la creatività dello spirito, valorizzando: il sentimento, l’originalità, i dialetti, la Nazione, il popolo e il divenire dell’umanità e della storia.

ROMANTICISMO TEDESCO

Il primo movimento romantico nacque in Germania, sulla base dello Strurm und Drang, un movimento letterario nato nel ‘700, che rifiutava le regole della poesia classicistica e propugnava la “poetica del genio”, rivendicando i diritti del sentimento e della fantasia e l’assoluta libertà creativa del poeta. Ma l’atto di nascita del Romanticismo vero e proprio in Germania è la fondazione della rivista “Athenaum”, pubblicata a Berlino dal 1798 al 1800. La base filosofica del Romanticismo tedesco è l’idealismo di Fichte, che identificava il reale con l’io e vede il mondo esterno come sua negazione, il non-io, e quello di Schelling, che proponeva una visione mistica della natura. 

Le caratteristiche del Romanticismo tedesco furono.

il recupero delle tradizioni nazionali e popolari, collegato al nazionalismo;

l’impulso alla fuga dal reale;

il soggettivismo esasperato;

la tensione verso l’infinito;

“l’ironia romantica” che nasce dalla consapevolezza che il mondo esterno è solo proiezione dell’io;

il gusto per le situazioni fantastiche, irreali, di sogno, per atmosfere magiche e per evocazioni spettrali e sinistre;

e il ripiegamento, nell’ultima fase, verso il quotidiano e il familiare.

Tra gli autori romantici tedeschi più importanti, ricordiamo Goethe con il “Faust” e “I dolori del giovane Werther”, e Novalis con “Inni alla Notte”.

ROMANTICISMO ITALIANO

In Italia l’impulso al sorgere di un movimento romantico venne dato da un articolo di Madame Stael pubblicato sulla rivista “Biblioteca italiana” dal titolo Sulla maniera e l’utilità delle traduzioni, in cui la scrittrice deprecava la decadenza della cultura italiana contemporanea ed invitava gli italiani a uscire dal loro culto del passato, aprendosi alle correnti più vive della letteratura europea moderna. In Italia il Romanticismo ebbe un carattere moderato ed equilibrato nei confronti di quello europeo per l’influenza tenace della tradizione classica, per la politica italiana e per la cultura illuministica ancora radicata negli scrittori italiani. Gli scrittori romantici italiani isolarono e svilupparono del Romanticismo soprattutto l’aspetto politico, quello che esaltava il sentimento  nazionale e la libertà dei popoli oppressi, e si assunsero il compito di risvegliare e galvanizzare la coscienza nazionale e l’amor di patria, di educare politicamente e di elevare spiritualmente il popolo italiano. Soltanto i tre più grandi scrittori del Romanticismo italiano, Foscolo, Manzoni e Leopardi, trattarono nelle loro opere i temi centrali del Romanticismo, il sentimento drammatico e doloroso della vita, l’ansia religiosa, la ricerca di un fine, di un valore universale che dia un senso e un significato all’esistenza umana, ma anch’essi trattarono questi temi in modo pacato, lucido, misurato ed equilibrato. Del Romanticismo europeo il Romanticismo italiano accettò e fece suo il trincio della spontaneità, modernità, popolarità e nazionalità dell’opera d’arte, ma sempre in virtù dell’equilibrio dello spirito latino educato al classicismo, rifiutò il gusto del lugubre, del macabro, dell’irrazionale,dei paesaggi foschi e degli stati d’animo esasperati, inquieti, e morbosi; così pure rifiutò la tendenza, tanto diffusa nel Romanticismo europeo, alla rappresentazione di maghi, streghe, spettri e folletti.

POETICA DEL ROMANTICISMO

La poetica del Romanticismo si contrappone alla poetica classica, alla sua concezione statica, perfetta e idealizzata della vita e dell’arte, basata sui valori della razionalità, del decoro, dell’equilibrio, della saggezza, della disciplina e dell’armonia. La poetica del Romanticismo, ha invece una concezione dinamica della vita  e dell’arte basata:

sull’assoluta libertà d’ispirazione e di espressione;

sul rifiuto di tutte le regole della tradizione retorica, sulla quale si basava la poesia classica;

sul rifiuto della mitologia, sentita come estranea allo spirito moderno;

sul rifiuto dei modelli precostituiti, considerati tutti nemici della spontaneità e della creatività;

sul rifiuto del principio classicistico del bello ideale, esaltando invece anche il brutto, il deforme, il turpe;

e sul mito della poesia pura, antiletteraria, antiretorica, immune da interferenze razionali, erudite ed oratorie, perfettamente aderente al sentimento.

I TEMI DELLA POESIA ROMANTICA

 I temi della poesia romantica sono molteplici. Fondamentale è il dolore, che deriva dalla coscienza del contrasto tra le aspirazioni dell’individuo all’infinito e all’assoluto, e la realtà sempre angusta, limitata, banale e meschina, in cui egli si dibatte. Ma il dolore non è soltanto sofferto; talvolta è anche paradossalmente , amato, come segno di nobiltà, di distinzione dell’uomo dai bruti. Il senso del dolore genera due atteggiamenti contrastanti: il titanismo, che celebra gli eroi in lotta contro tutto ciò che limita o opprime  la libertà umana, sia esso il tiranno o la società con le sue convinzioni ipocrite e soffocatici, o la condizione tragica di debolezza, di miseria e di morte degli uomini; e il vittimismo, n soggiacere ai propri dolori senza un fremito di ribellione, o per abulia o per il gusto del martirio e della sofferenza, sentita come segno di distinzione e di nobiltà.

Altro tema tipico della letteratura romantica è il senso del mistero che ci avvolge, del mondo cioè che è al di là dei sensi e dell’esperienza, la brama dell’assoluto, di pervenire alla sorgente stessa del Tutto. Questo tema è spesso accompagnato dall’autoironia, con cui il poeta esprime la coscienza dell’impossibilità di attingere l’assoluto. Essa è anche un mezzo per dominare il dissidio interiore, corrodendo le propri illusioni o le proprie verità fino a raggiungere una sorte di rassegnazione serena di fronte alla vita. Ancora tipicamente romantica è la poesia della memoria, volta alla ricerca del tempo perduto. L’insoddisfazione del presente porta infatti lo spirito romantico alla nostalgia e alla rievocazione del passato. Accanto a questi temi, che sono i temi più tipici, ci sono i temi lirici della vita sentimentale, dell’amore, della morte, dell’interiorità, e quelli realistici, offerti dalla natura, dalla storia e della vita sociale.

LEOPARDI

Giacomo Leopardi, è uno dei più importanti poeti del Romanticismo italiano, ricordato per il suo pessimismo, che trae origine dalla concezione meccanicistica del mondo e dell’uomo, che egli aveva appreso dall’Illuminismo. Secondo Leopardi, l’uomo è soggetto alle leggi di trasformazione della materia. Non solo è una creatura debole e indifesa, che dopo una vita di sofferenza senza senso si annulla totalmente con la morte, ma è anche un essere insignificante nel contesto della vita universale. Ma se per i pensatori del 700 questa concezione era motivo di orgoglio e di ottimismo, per Leopardi è invece motivo di tristezza e di pessimismo, perché egli avverte dolorosamente i limiti della natura umana, tutta chiusa nella prigione della materia, in contrasto con l’innata aspirazione dell’uomo all’assoluta e all’infinito. Accanto a questa genesi filosofica del pessimismo leopardiano, ne esiste un’altra di natura emotiva, nata un po’ per la rigidità e ottusità del contesto aristocratico familiare che non gli consentiva ampia possibilità di scelta, un po’ per l’angustia dello stesso ambiente paesano, che lo condannò all’isolamento e lo privò di rapporti umani, di esperienze concrete, delle soddisfazioni che provengono all’uomo dal lavoro o da qualunque attività che lo impegni e lo faccia sentire utile a sé e agli altri. Perciò egli si chiude in se stesso e di meditazione in meditazione pervenne ad una visione totalmente pessimistica della vita. Alla genesi filosofica ed emotiva, se ne aggiunge un’altra di carattere storico. Il Leopardi intuì i risvolti negativi della Restaurazione e della civiltà borghese dell’800: l’egoismo, l’ipocrisia, la corruzione, l’industrialismo selvaggio, l’alienazione; tutti gli elementi che riducevano gli umili e i deboli in schiavitù, condannandoli all’infelicità e al dolore. Tutto ciò indusse il Leopardi a farsi antagonista del suo secolo, fino a proporre all’uomo l’ideale di una umanità rinnovata, fondata sul sentimento della solidarietà universale.

Gli studiosi hanno distinto tre aspetti del pessimismo leopardiano:

il pessimismo personale e soggettivo. Esso sorge quando il poeta è ancora un adolescente e già si sente escluso dalla gioia di vivere, che invece vede riflessa negli altri. A determinare questo sentimento di infelicità personale, concorrono diverse cause; prima fra tutte un ambiente familiare ostile, assente e senza affetti. A questo si aggiunge poi una delicatissima sensibilità d’animo, acuita dal deperimento organico e dalle sofferenze fisiche, determinate da sette anni di studio fatto durante gli anni del suo sviluppo;

il pessimismo storico o progressivo. Leopardi vede la condizione negativa del presente come effetto di un processo storico, di una decadenza e di un allontanamento progressivo da una condizione originaria di felicità e pienezza vitale, causata dalla ragione che in contrasto con la natura, cerca di coprire col velo dei sogni, delle fantasie e delle illusioni, le tristi verità del nostro essere;

il pessimismo cosmico o universale. In questo caso l’infelicità non è più legata ad una condizione storica e relativa all’uomo, ma ad una condizione assoluta, diviene un dato eterno e immutabile di natura. Effetto del pessimismo cosmico, è per Leopardi la noia, la stanchezza del vivere, che il poeta definisce il più nobile dei sentimenti umani, che non porta però al suicidio.

OPERE

Lo Zibaldone: è una raccolta di appunti di argomento vario, una specie di diario, una miniera preziosa di pensieri diversi che contengono in germe gli spunti di molti dei Canti leopardiani. Consta 3619 pagine in sette taccuini;

I Pensieri: sono 111 ed esprimono in forma concisa e lapidaria le considerazioni pessimistiche del poeta;

L’Epistolario: è composta da circa 900 lettere, è considerato uno dei più belli della letteratura italiana per l’intensità dei sentimenti, l’intimità delle confessioni e la limpidezza espressiva;

Le Operette morali: sono una raccolta di 24 prose di argomento vario, che riguardano la condizione di miseria e di dolore dell’uomo, le sue illusioni e i suoi disinganni, la concezione meccanicistica dell’universo e il perenne processo di trasformazione della materia.