L’eccidio dell’11 settembre 1943 in Piazza d’Armi di Nola

L’eccidio dell’11 settembre 1943 in Piazza d’Armi di Nola

L’eccidio dell’11 settembre 1943 in Piazza d’Armi di Nola


L’ 11 settembre del 1943 alle ore 12 circa in Piazza d’Armi , davanti al prospetto principale della Caserma « Principe Amedeo », furono fucilati 9 ufficiali italiani appartenenti al Deposito del 48° Regg. Artiglieria ed il Colonnello Comandante del Presidio Militare della città. Ecco i nomi dei 10 ufficiali fucilati:
Colonnello Amedeo Ruberto (Comandante del Presídío) Colonnello Michele De Pasqua (Comandante del Deposito 48° Art.) Capitano Luigi Sidoli
Capitano Roberto Berninzoni Capitano Mario De Manuele Tenente Pietro Nizzi Tenente Enrico Forzati Tenente Benedetto Consolato Tenente Alberto Pesce Sottotenente Gino Iacovoni
Inoltre nella caserma fu ucciso, con una raffica di mitra sparata da un tedesco, un militare di truppa di cui tuttora si ignora il nome e che riposa nel Cimitero di Nola nella cappella funeraria della famiglia di Paolino Vecchione.
Sull’eccídío dí Nola cí sono díverse testímonianze, tra le quali ríporto quelle di un ufficiale e dí un sottuffíciale presenti alla tragedía: il Maggiore Camillo Nicoletti del 48° Art. ed il Maresciallo Ermanno Buonomo del Distretto Militare 80.
Il Maggiore Nicoletti riferisce:
«Il Deposito del 48° Regg. Art. Divisione Taro ha regolarmente funzionato fino al giorno 11 settembre del 1943, giorno in cui dovette tragicamente chiudere la sua vita e la propria attívità militare.
Il giorno precedente – 10 settembre – le truppe del Deposito dovettero reagire con le armi alle prepotenze delle truppe tedesche che, dopo aver cercato di disarmare degli ufficiali nei pressi della caserma, aprirono il fuoco sulla stessa. I nostri risposero col fuoco ed il conflitto armato si protrasse per più ore, concludendosi con la perdita da parte nostra di un ufficiale e di un soldato e di due militari feriti; da parte tedesca con un soldato morto ed uno ferito.
Il mattino successivo – 11 settembre – verso le ore 11 la caserma fu círcondata da numerose truppe tedesche che con carrí armatí, artíglieria ecc. fecero irruzione nella caserma stessa. L’occupazione fu così repentina ed impreveduta che impossibile fu ideare ed attuare alcuna opposizione o resistenza all’azione nemica; è da notare che in quel momento era convinzione del Comandante e di noi tutti che i tedeschi si sarebbero solamente limitati ad asportare materiali e principalmente benzina di cui avevano molto bisogno. Infatti il Colonnello De Pasqua Michele, Comandante del Deposito, qualche minuto prima dell’occupazione tedesca, ebbe a riferirci che il Ten. Col. Sottocapo di Stato Ma giore del 19° Corpo d’Armata dal quale dipendeva la truppa di Nola, gli aveva poco prima comunicato che i tedeschi andavano in giro per le caserme in cerca di carburante e che tale visita l’avremmo certamente avuta anche noi e che quindi, dato lo scopo, avremmo dovuto accogliere i Tedeschi senza ostilità ed opposizione anche se, com’era loro uso avessero a scopo intimidatorio ricorso ad uno spiegamento di forze.
In tale errata convinzione quindi ai Tedeschi presentatisi in caserma non fu sollevata la minima obiezione ed ostilità. Altro però era il mandato delle truppe occupanti e lo scopo della loro irruzione armata: esse dovevano punirci dell’uccisione del loro soldato avvenuta il giorno precedente per mani nostre… Tutti i militari di truppa e gli ufficiali presenti nella caserma fummo fatti uscire disarmati sul piazzale esterno di essa, ivi avvenne la tragica, barbara fucilazione di dieci ufficiali presi a caso fra di noi dal maggiore comandante delle truppe tedesche appartenenti alla divisione «E. Goering»… Dopo tale immane strage, i mílitari di truppa ed i sottufficiali furono lasciati in libertà mentre gli ufficialí superstiti (sessanta) fummo deportati in ostaggio dei tedeschi ín località campestre sita in provincia di Benevento. Ivi rimanemmo per tre giorni; il 13 settembre fummo lasciati liberi con l’ingiunzione di non ripresentarci in caserma. Non sarebbe stato possibile diversamente perché l’ 11 stesso tutte le caserme erano state militarmente occupate dai tedeschi che iniziarono subito una nefasta opera di distruzione, di saccheggio col fuoco e la dinamite.

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