LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA RIASSUNTO

LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA RIASSUNTO

Riassunto
La commedia si svolge a Livorno, nel periodo delle vacanze nelle case di campagna.
Leonardo è innamorato di Giacinta, che però non ne è a conoscenza.
Il padre di lei, il ricco Filippo, invita in carrozza l’altro pretendente della figlia, Guglielmo.
Quando Leonardo lo viene a sapere, non riesce ad accettare il fatto, vuole annullare la partenza, ma alla fine la sorella, Vittoria, lo convince a partire, per paura della brutta figura che si farebbe a restare in città.
Leonardo capisce e chiede aiuto all’amico Fulgenzio per risolvere la situazione. Questi si reca da Filippo per convincerlo ad annullare l’invito fatto a Guglielmo, e Filippo accetta, per paura delle malelingue che deriverebbero dal fatto che un giovane andasse in carrozza con la figlia ancora non maritata.
Fulgenzio se ne va a portare la liete notizia a Leonardo. Ma subito dopo entra in scena Giacinta, che, sempre con lo spauracchio delle malelingue, persuade il padre che un galantuomo non può annullare l’invito fatto. Leonardo, nel frattempo, era pronto a partire, ma quando viene a sapere che Guglielmo andrà regolarmente in carrozza con Giacinta, sembra perdere il lume della ragione, e si precipita infuriato a casa di Filippo. Qui si trova anche Fulgenzio, che risolve la situazione spingendo Leonardo a dichiarare a Filippo l’intenzione di sposare Giacinta. Il vecchio accetta, e a questo punto il fatto che Guglielmo viaggi con Giacinta non ha più importanza, dal momento che questa si era impegnata. Con la risoluzione del conflitto si chiude la commedia.

1) La commedia rientra nella tipologia di commedia di carattere o commedia di ambiente?

Il testo rientra sicuramente nella tipologia della commedia di carattere. Infatti non è particolarmente importante in che ambiente fisico si svolge l’intreccio: alla base di tutta la storia c’è il conflitto tra i diversi caratteri, le manie, le preoccupazioni, le esitazioni, in una parola la diversa umanità dei personaggi.

2)Descrivete l’ambiente e il momento storico scelti per l’intreccio.

La commedia si svolge a Livorno, ma non c’è la possibilità di avere maggiori informazioni al riguardo. Anche il momento storico non è precisato, e non si hanno abbastanza elementi per ipotizzare un’ambientazione storica precisa. A occhio e croce, comunque, si potrebbe collocare la storia nella seconda metà del XVIII secolo, per l’importanza data nella commedia all’ambiente borghese.

3) Individuate i protagonisti della vostra commedia e analizzateli.

Il vero protagonista, in realtà non appare mai. Esso consiste nell’opinione pubblica, nei pettegolezzi, nel timore di fare brutte figure, che è costantemente presente nei pensieri e nelle conseguenti azioni di tutti i personaggi. Regola i comportamenti, le spese, le decisioni, spinge ad atti inconsulti e apparentemente folli. L’effetto è assolutamente esilarante, ma non dobbiamo trascurare il fatto che è un protagonista sempre attuale e presente anche nel mondo odierno, anche se non a livelli così evidentemente iperbolici.

Leonardo: è il primo personaggio che ci viene presentato nel testo, e lo troviamo subito impegnato a sovrintendere alla preparazione dei bagagli per la villeggiatura. Emerge immediatamente il tormentone di tutta la commedia: la paura di sfigurare deve essere scongiurata, non importa quanto si spenda, quanti debiti si facciano, o quante cose si devono chiedere in prestito ad altri.
All’inizio della scena II, atto I, commenta, un po’ arrabbiato con se stesso, ma cercandosi delle attenuanti: Lo veggo anch’io, che faccio più di quello che posso fare; ma lo fanno gli altri, e non voglio esser di meno.
E’ innamorato di Giacinta, e non sopporta il fatto che il rivale Guglielmo sia stato invitato in carrozza con lei. E’ estremamente geloso, e per tutta la commedia non riesce a decidersi se partire o no, non riuscendo a valutare i pro e i contro. Non vuole partire in segno di protesta per la leggerezza di Giacinta, ma viene continuamente pressato dalla sorella e dalle insinuazioni di Ferdinando riguardo alla brutta figura che farebbe agli occhi di tutta la città. Alla fine la storia si conclude in suo favore, e ne prende atto con molta signorilità.

Giacinta: è affettata, preziosa, appare anche un po’ scioccherella nel sopperire ai suoi obblighi sociali. Mette comunque in luce un carattere molto indipendente nel freddo colloquio con Leonardo, dopo che questi ha saputo di Guglielmo. Ci sono molti accenni in tutta la commedia alla sua leggerezza, al suo godersi la vita con i coetanei, e al suo ricevere senza troppo pensarci i favori dei pretendenti.
Nutre amore per Leonardo più che per gli altri, ma non è disposta ad accettarne la gelosia, che interpreta come un insulto (La gelosia che avete per lui, è un’offesa che fate a me, e non potete essere di lui geloso, senza credere me una frasca, una civetta, una banderuola.”).
Possiede una notevole arguzia e una lingua affilata come un rasoio, come emerge in ogni suo discorso, specialmente nelle dispute con Vittoria.
Il discorso con cui si chiude la commedia, nasconde dietro l’apparente razionalità e logica, ancora una volta la faciloneria della ragazza, che sembra quasi accettare il matrimonio con Leonardo per non creare problemi alla tanto travagliata partenza (Sì, facciamo la scritta, e subitamente partiamo, dice, frase in cui si può sentire nel ritmo delle parole come pensi a mettere nero su bianco l’impegno di matrimonio il più in fretta possibile e finalmente partire per la villeggiatura).

Vittoria: molto simile a Giacinta, anche per lei l’unico scopo del momento è procurarsi il vestito all’ultima moda. Inoltre si nota spesso il suo assoluto disinteresse per le ragioni degli altri, come quando se la prende col sarto perché mi ha fatto un’impertinenza: ha voluto i denari subito per la stoffa e per la fattura.
Quasi patetica nelle sue discussioni con Giacinta: ipocrita, insinuante e mentitrice, cercando di nascondere la sua condizione inferiore, con evidenti bugie. Manterrà quest’accezione fortemente negativa lungo tutta la commedia: teme le malelingue, se la prende coi servi, col fratello, con Ferdinando per ragioni, obiettivamente, di poco conto.

Filippo: vecchio borghese, ricco, gioviale e generoso, forse fin troppo generoso. Stravede per la figlia, e farebbe qualunque cosa per accontentarla. Nella scena X dell’atto I ha luogo una divertente discussione tra Filippo e Giacinta riguardo alle necessarie spese per completare il guardaroba di lei. In questo dialogo emergono alte le caratteristiche dei due. Giacinta, ancora una volta, si dimostra inflessibile nel persuadere il padre. Filippo bofonchia, borbotta, fa qualche commento sarcastico, ma alla fine cede, e commenta, amaramente: Non so dir di no, non son capace di dir di no, e non dirò mai di no.

Questo suo carattere perennemente indeciso si può notare anche confrontando le successive discussioni con Fulgenzio e con Giacinta (atto II, scene IX e X): dapprima si fa convincere dall’amico ad annullare l’invito a Guglielmo, perché non stava bene che la figlia non maritata stesse in carrozza con un giovane, quindi la figlia gli fa notare le conseguenze negative, a livello di voci di popolo, che scaturirebbero da questo comportamento. Trovandosi tra l’incudine e il martello, sceglie, per l’ennesima volta, di cedere agli argomenti della figlia.

4) Fate la stessa cosa per i personaggi secondari.

Fulgenzio: amico di Leonardo e Filippo. Cerca di convincere Filippo a non portare Guglielmo in carrozza con loro. Gli va riconosciuta una notevole parlantina e il possesso di ottimi argomenti, ma non riesce a spuntarla contro Giacinta.
Spesse volte si mostra uomo di saggezza: è degna di nota la frase che egli rivolge a Leonardo (atto III, scena I): Val più il dormir quieto, senza affanni di cuore, di tutti i divertimenti del mondo. Arguto, sarcastico e fine conoscitore del mondo, è l’unico personaggio positivo, o quanto meno non negativo di tutta la commedia, l’unico rappresentante della ragionevolezza presente nell’opera.

Guglielmo: rivale di Leonardo nella disfida amorosa per Giacinta. Compare poco, e ha una parte marginale, tanto che è impossibile tracciarne un profilo psicologico. Tuttavia, tutto ruota attorno a lui, la commedia stessa nasce da quell’invito fatto riflettendo poco. E’ una presenza che aleggia costante nei pensieri e nelle preoccupazioni di Leonardo, e ne regola, ignaro, i comportamenti.

Ferdinando: viene definito uno scrocco, cioè una di quelle persone che cercano (e di solito riescono) a farsi invitare in ogni luogo. Si impiccia di ogni cosa, e ritiene ogni favore che gli viene fatto un suo preciso diritto. Fanfarone, ipocrita, provocatorio e indiscreto, in fin dei conti appare quasi simpatico appunto per tutti questi suoi difetti. Si fa più volte notare per la sua parlantina insieme sciolta e retorica.

Paolo: servo di Leonardo. Si fa notare per i suoi buoni consigli, che dispensa inascoltato.

Il suo ruolo nella commedia porta alla mente Cassandra, che ha sempre ragione, e che viene costantemente ignorata.

5) Individuate le classi sociali a cui appartengono i personaggi. Descrivete le caratteristiche etiche e comportamentali delle classi sociali e le rispettive caratteristiche stilistico-espressive.

In tutta la commedia non ci sono accenni a titoli nobiliari o simili, quindi, vista le condizioni economiche delle famiglie, si può a buon titolo inserire tutti i protagonisti e Fulgenzio nella ricca borghesia. Per quanto riguarda Ferdinando, non si può individuare una classe sociale ben definita: viene definito uno scroccosenza ulteriori precisazioni, né elementi che possano aiutarci a capirlo.

L’etica dei personaggi cambia in funzione dell’età e del sesso di questi: i più giovani sono spendaccioni, e pensano solo a come si appare agli occhi degli altri. Ma se Leonardo la fa cercando una giustificazione, e in ogni caso si preoccupa, almeno in privato, dell’economia domestica, Vittoria e Giacinta non ci pensano in nessun modo e si preoccupano solo dei proprio interessi mondani e sociali. Quello che soffre di più a spendere senza ritegno è senza dubbio Filippo, che però accetta pazientemente il carattere forte della figlia. Mugugna e subisce, ma non riesce a reagire: in fondo, anche lui si rende conto di quanto è importante avere una buona reputazione agli occhi degli altri.

E’ da notare come i comportamenti e le espressioni usate cambino in funzione dell’interlocutore; Leonardo quando parla con Filippo, con Giacinta e con Fulgenzio è rispettoso, e cerca di nascondere quanto più possibile i suoi veri sentimenti. D’altro canto, quando parla con Vittoria e con i servi, non si vergogna di usare espressioni ben poco signorili, se non addirittura insulti. Questo particolare si ritrova nella maggioranza dei personaggi: ipocrisie visibili e quasi esilaranti nei dialoghi con non-appartenenti alla propria famiglia, e schiettezza all’interno del gruppo familiare. Fanno eccezione, ovviamente, i servi, che sono sempre trattati senza nessun rispetto da tutti. Un’eccezione è anche Ferdinando, che mette costantemente in luce il suo carattere istrionico ed ipocrita. Non rispetta nessuno fino in fondo, e nessuno, in privato, rispetta lui.

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